Fonti: Global Times

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Check Point Asia

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12 Agosto 2019

 

Le tecniche della sobillazione attuate dagli Usa in Russia e Cina

di Luciano Lago

 

Impossibilitati ad affrontare militarmente il blocco-Cina Russia, divenuto ormai troppo forte anche a giudizio degli strateghi della Casa Bianca, gli Stati Uniti hanno adottato una strategia di attacco dall’interno con tattiche molto simili a quelle impiegate in Ucraina ed in altri paesi dell’Europa dell’Est al fine di produrre un cambio di regime. 


Si tratta di una forma di guerra ibrida dove il gruppo di potere neocon di Washington ha mobilitato tutti i suoi servizi di intelligence che possono contare sul supporto dei mega media come Google, Facebook e Twitter, oltre che sulle quinte colonne filo americane presenti in quei paesi. L’obiettivo è quello di istigare e mobiltare masse di persone, con agenti USA opportunamente infiltrati, per creare disordini, manifestazioni di protesta ed attacchi ad edifici pubblici che possano destare il massimo clamore possibile.


Questo è esattamente quello che sta avvenendo ad Hog Kong ed a Mosca con la prospettiva di estendere in altre parti del paese, sia in Cina che in Russia, le proteste.


I russi non stanno a guardare, hanno capito la manovra e prendono le loro contromisure. La Russia ha convocato un alto diplomatico statunitense per presentare una protesta formale contro le interferenze di Washington negli affari interni della Federazione russa dopo che l’Ambasciata USA a Mosca aveva scopertamente appoggiato ed incitato una manifestazione non autorizzata nella scorsa settimana. L’Ambasciata USA era arrivata a pubblicare finanche una mappa per indicare ai dimostranti il percorso della marcia di protesta. Per tale mossa le autorità di Mosca hanno convocato un diplomatico statunitense di alto rango, Tim Richardson, al quale sono state presentate le rimostranze delle autorità russe.


Non soltanto questo ma Mosca ha presentato una protesta anche ai proprietari del media Google che, attraverso You Tube ha incitato i dimostranti a scendere in strada. I servizi di intelligence russi hanno inoltre scoperto una rete di finanziatori e di promotori di queste manifestazioni che, senza alcuna sorpresa, porta allaOpen Society di Soros ed alla NED (National Endowment for Democracy) che è una “organizzazione non governativa” (proforma), dipendendo ufficialmente dal Congresso Usa che l’ha creata e la finanzia per “diffondere la democrazia nel mondo”, naturalmente quella americana e risulta sempre presente laddove fioriscono “rivoluzioni colorate”. I soldi arrivano alla NED tramite l’USAID, l’Agenzia USA per lo Sviluppo Internazionale. 
Non per niente il NED, in una delle sue filiazioni il “National Democratic Institute”, collegato con il Partito Democratico USA, era guidato dal senatore democratico John McCain, l’uomo che svolse un ruolo chiave nel colpo di Stato in Ucraina pilotato da Washington.


Tra i progetti sostenuti dal NED vi è stato quello di finanziare attivisti dell’opposizione anti Putin, come Alexei Navalny, membro di un gruppo denominato Consiglio di coordinamento dell’opposizione russa. Oltre a questi il NED finanzia l’organizzazione denominata per la “Trasparenza in Russia”, ovvero per aumentare la consapevolezza della corruzione, dicono loro. In realtà questa serve agli agenti USA per fornire a Washington dettagli sulla corruzione, reali o immaginari, che possono essere poi utilizzati dalle sue ONG, attiviste addestrate come i gruppi di Navalny e altri gruppi che ufficialmente si occupano della “tutela dei diritti umani” ,naturalmente minacciati in Russia, o dello “sviluppo della democrazia”. Non è un caso che il NED sia presieduto dall’ex segretario di Stato di Clinton e avvocato dei bombardamenti “umanitari” in Serbia, Madeline Albright. Nel CDA della NED troviamo i personaggi del circolo dei neocon quali Robert Zoellick, membro della famiglia Bush ed ex presidente della Banca Mondiale.

 

Arresti di dimostranti a Mosca

CREATOR: gd-jpeg v1.0 (using IJG JPEG v62), quality = 75 Il NED fra le altre cose promuove le manifestazioni di protesta in Russia e convoca i corrispondenti dei media occidentali in modo che questi possano dare il massimo risalto a tali manifestazioni anche quando queste non sono particolarmente affollate, come le prime svoltesi a Mosca nelle scorse settimane che vedevano una presenza di circa 750 fra giornalisti, corrispondenti, reporters ed operatori dei media occidentali. Il tutto molto ben organizzato.

 

La mano degli USA su Hong Kong

In un altro scenario, quello di Hong Kong, dove da settimane si verificano disordini e rivolte dei manifestanti contro l’autorità regionale, con il pretesto di un provvedimento di legge che prevedeva l’estradizione dei residenti daHong Kong alla Cina continentale (per determianti crimini), i diplomatici del Consolato USA ad Hong Kong sono stati beccati con “le mani nella marmellata”. I diplomatici dell’Ambasciata USA sono stati infatti sorpresi in riunione con i leader della protesta cinese, in un Hotel di lusso, mentre organizzavano e coordinavano lo sviluppo delle proteste secondo un piano già predisposto, come si evince anche dalle foto pubblicate e diffuse dalle autorità di Pekino comparse con la dicitura “Forze straniere intervengono “.

 

Hong Kong. Diplomatica USA in riunione con i leaders delle proteste

 

Da parte loro i diplomatici USA hanno sostenuto che l’articolo pubblicato era “pericoloso per l’incolumità degli stessi diplomatici” ma non si capisce pericoloso per chi. Le accuse si sono incrociate ma la foto ha suscitato l’indignazione dell’opinione pubblica cinese che non apprezza le flagranti intromissioni degli USA negli affari interni della Cina.

 

Pechino ha convocato i diplomatici ed li ha diffidati di compiere altre azioni di intromissione nelle questioni interne dei Hong Kong e della Cina, pena la loro espulsione. Pechino si è dimostrata anche troppo tollerante con il piano di destabilizzazione attuato dagli USA e dal Regno Unito nella sua antica colonia.

 

I media occidentali hanno denunciato la presunta violenza poliziesca contro i manifestanti ma hanno ignorato i danni e le violenze perpetrate dagli agitatori contro la polizia e gli edifici pubblici. La Cina ha descritto queste azioni come il lavoro di sobillazione svolto dagli USA. Sono state pubblicate foto dove si vedono i manifestanti sventolare bandiere degli USA e del Regno Unito. Questo ha creato una forte reazione nelle autorità cinesi e nell’opinione pubblica che vede in modo palese le azioni destabilizzanti della quinta colonna anglo USA all’interno del proprio territorio.

 

Di sicuro questi episodi non faciliteranno il dialogo fra USA e Cina visto che Pechino sta predisponendo le sue contromosse rispetto alla guerra ibrida che Washington conduce da tempo con varie misure contro il gignte asiatico. Vista la potenza cinese, queste contromisure potrebbero essere molto dannose per l’economia e per gli interessi USA. Washington, a detta di molti osservatori, sta sottovalutando le conseguenze.

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