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06 mag 2019

 

27 palestinesi e 4 israeliani uccisi, tregua all’alba

 

In tre giorni di violenza l’esercito israeliano ha raso al suolo palazzi residenziali, case, moschee. Ventisette i morti, tra loro bambini e donne incinta. Quattro le vittime israeliane dei missili palestinesi. Fino all’alba di questo primo giorno di Ramadan: annunciato il cessate il fuoco. I nomi delle vittime

 

AGGIORNAMENTI

ore 13.50 – Altre due vittime palestinesi, trovati moglie e marito sotto le macerie

Sale a 27 il bilancio delle vittime palestinesi dell’attacco israeliano degli ultimi tre giorni: i soccorritori hanno trovato sotto le macerie di un edificio completamente distrutto una coppia, moglie e marito, Raghda Muhammad Abu al-Jadyan e Talal Abu al-Jadyan. In precedenza a essere stato ritrovato senza vita era stato il figlio dodicenne Abdul Rahman.

ore 10.30 – Netanyahu: non è finita

Questa mattina il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu è intervenuto dando i numeri dell’attacco di Tel Aviv: “Abbiamo colpito 350 target e leader terroristi – L’attuale campagna non è ancora finita, chiediamo pazienza e discrezione. Ci stiamo preparando a quello che verrà dopo. L’obiettivo è garantire la pace e la sicurezza dei residenti del sud”.

 

Roma, 6 maggio 2019, Nena News –

All’alba del primo giorno di Ramadan arriva il cessate il fuoco. Dopo tre giorni di sangue, di raid aerei israeliani, di palazzi distrutti e 25 palestinesi uccisi e dopo centinaia di razzi che dalla Striscia sono caduti in territorio israeliano provocando quattro morti.

Un Ramadan che si apre con il dolore delle famiglie delle vittime e un’ennesima escalation di violenza, come ormai se ne vedono di frequente nell’ultimo periodo: giorni di attacchi aerei e poi la tregua. 

Ad annunciare il cessate il fuoco sono stati funzionari palestinesi di Hamas, poco dopo è arrivata la conferma da parte del governo israeliano. Già ieri notte il leader di Hamas, Ismail Haniyeh, si era detto affatto interessato ad andare a una nuova guerra e aveva chiesto “il ritorno alla calma se possibile, se Israele accetterà un pieno cessate il fuoco”. A ruota è seguita la Jihad Islamica che si è detta pronta alla tregua in cambio dell’allentamento dell’assedio che da 12 anni strangola Gaza. E che, nonostante i vari accordi di questi anni, non cessa né si ammorbidisce costringendo due milioni di persone a vivere in condizioni di mera sopravvivenza: valichi chiusi in uscita, 2-3 ore di elettricità al giorno, la quasi totalità dell’acqua a disposizione inutilizzabile perché non potabile, mancata ricostruzione dopo l’operazione israeliana Margine Protettivo del 2014.

Ieri è stata la giornata peggiore da venerdì, quando quattro palestinesi sono stati assassinati, due manifestanti alla Marcia del Ritorno da cecchini israeliani e due membri delle Brigate al Qassam, il braccio armato di Hamas, in una postazione del movimento da un raid aereo. Il giorno dopo le fazioni palestinesi hanno risposto con 150 razzi lanciati sulle vicine città israeliani, immediato l’inizio dei raid aerei israeliani che hanno ucciso cinque palestinesi tra cui una bimba di soli 14 mesi e la madre incinta, 37 anni.

Ieri il giorno più sanguinoso: il bilancio è salito, portando il numero di vittime palestinesi a 25, quello israeliano a quattro. Tra gli uccisi un comandante di Hamas, Hamid al-Khodari, colpito mentre viaggiava sulla sua auto a Gaza City e accusato da Tel Aviv di trasferire denaro dall’Iran a Gaza – un omicidio mirato come non se ne vedevano da cinque anni – e due donne incinta. E dopo l’uccisione della bimba di 14 mesi, un bambino di quattro mesi è stato ucciso ieri nel nord della Striscia di Gaza.

Alcune delle vittime sono state identificate dal ministero della Salute palestinese: Abdel Rahim Mustafa Taha Al-Madhoun e Hani Hamdan Abu Sha’ar, 37 anni, uccisi nel nord della Striscia; una famiglia di tre persone a Beit Lahia, Abdullah Abdul Rahim Al Madhoun, 22 anni, Fadi Ragheb Badran, 31, e Shahida Amani Al-Madhoun, 33, incinta al nono mese; Mousa Muammar, 24, e Ali Abdul Jawad, 51, a Rafah; nel palazzo residenziale Zayed a nord, Maria Ahmad Ramadan al-Ghazali, 4 mesi, il padre Ahmad Ramadan al-Ghazali, 31 anni, e la madre Iman Abdullah Usrof, 30; Mohammad Abdul Nabi Abu Armaneh, 30, e Mahmoud Samir Abu Armanah, 27, uccisi nel campo profughi di al-Bureij.

E se Israele ha fatto sapere di aver colpito 260 postazioni di Hamas tra siti militari, tunnel e magazzini di armi, a essere rasi al suolo sono stati edifici civili: sette palazzi residenziali, sedi di case e uffici, una moschea, quattro case private, tre ambulanze. Colpita anche l’abitazione del direttore generale della Sicurezza interna di Gaza, il generale Tawfiq Abu Naim nel campo profughi di Nuseirat, e il porto di Gaza City.

Tra le quattro vittime israeliane un uomo di 49 anni, Ziad Alhamamda, e un ragazzo di 22, Pinchas Menachem Prezuazman, uccisi in una fabbrica ad Ashkelon; il 58enne Moshe Agadi ad Ashkelon; Moshe Feder, 64 anni tra Yad Mordechai e Sderot.

Nel pomeriggio di ieri il premier israeliano Netanyahu, appena rieletto, aveva ordinato “pesanti bombardamenti” su Gaza, facendo temere l’avvio di una nuova brutale operazione. Poi la tregua, questa mattina. Il ministero israeliano dei Trasporti ha annunciato la ripresa del trasporto pubblico a sud e la riapertura delle ferrovie tra Ashkelon e Beer Sheva, mentre riaprivano le scuole e gli asili. La Jihad Islamica, da parte sua, ha fatto sapere l’ampliamento delle miglia nautiche disponibili alla pesca palestinese, 12 miglia dalla costa, seppure gli Accordi di Oslo del 1993 parlassero di 20, mai realmente applicati dalla Marina israeliana.

Eppure, nonostante le chiare violazioni israeliane e le condizioni invivibili di Gaza, ieri la comunità internazionale si è subito schierata dalla parte di Tel Aviv. Federica Mogherini, alto rappresentante dell’Unione Europea per gli affari esteri, ha chiesto ad Hamas “lo stop al lancio indiscriminato di razzi”, mentre il segretario generale Onu Guterres condannava gli attacchi del movimento palestinese. Ovvio il sostegno dell’amministrazione Trump all’alleato israeliano, con il presidente Trump che su Twitter ha dato “sostegno a Israele al 100%nella difesa dei suoi cittadini. Al popolo di Gaza: questi attacchi terroristici contro Israele vi porteranno solo altra miseria”. Nena News

 

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I nomi delle vittime palestinesi (fonte Ministero della Salute di Gaza):

 

Imad Muhammad Naseer, 22 anni

Saba Abu Arar, 14 mesi

Falastin Abu Arar, 37

Abdullah Abu Arar

Khaled Muhammad Abu Qleiq, 25

Mahmoud Subhi Issa, 26

Fawzi Abed al-Hamid Bawadi, 24

Balal Muhammad Abed al-Bana, 29

Abdullah Muhammad Abu al-Atta, 21

Hamad Ahmad Abed al-Khadri, 34

Muhammad Abed al-Nabi Abu Armaneh, 30

Mahmoud Samir Abu Armaneh, 27

Abdullah Abed al-Raheem al-Madhoun, 22

Fadi Ragheb Badran, 31

Amani al-Madhoun, 33

Ayman al-Madhoun, bimbo non nato, nono mese di gravidanza

Abed al-Jawad, 51

Maria Ahmad Ramadan al-Ghazali, 4 mesi

Iman Abdullah Asraf, 30

Ahmad Ramadan al-Ghazali, 31

Abed al-Rahim Mustafa al-Madhoun

Abdul Rahman al-Jidyan, 12

Mousa Muammar, 24

Iyad Abdullah Shrihi, 34

Hani Hamdan Abu Shaar, 37

Raghda Muhammad Abu al-Jadyan

Talal Abu al-Jadyan

I nomi delle vittime israeliane:

Ziad Alhamamda (49 anni)

Pinchas Menachem Prezuazman (22)

Moshe Agadi (58)

Moshe Feder (64)

 

 

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