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26/09/2019

 

Il presidente israeliano affida a Netanyahu l’incarico di formare il governo 

 

Il Likud ha preso 32 voti, uno in meno del rivale Blu Bianco (33). Ma a livello di coalizione il premier uscente ha 55 seggi, contro i 54 di Gantz. Ora il premier ha 28 giorni per cercare i seggi necessari per una maggioranza parlamentare. Ma il rivale ha già escluso la prospettiva di alleanza con un governo guidato da Netanyahu. 

 

A conclusione del giro di consultazioni, il presidente israeliano Rueven Rivlin ha affidato al 69enne Benjamin Netanyahu il mandato esplorativo per la formazione del nuovo governo. Il capo dello Stato ha deciso di puntare sul Primo Ministro uscente, una volta emersa l’impossibilità di dar vita a un governo di unità nazionale che vede proprio in Netanyahu l’ostacolo maggiore per una sua nascita. 

All’indomani del voto Rivlin aveva auspicato la formazione di un governo inclusivo, che comprendesse sia il partito di destra Likud guidato da Netanyahu, che l’alleanza di centro “Blu Bianco” del leader centrista Benny Gantz. Il Likud è risultato il secondo partito alle elezioni del 17 settembre, con 32 seggi contro i 33 del rivale Blu e Bianco; tuttavia, il premier uscente risulta primo a livello di coalizione con 55 seggi contro i 54 del 60enne Gantz. 

Per disporre di una maggioranza alla Knesset, il Parlamento israeliano, sono necessari almeno 61 seggi e nessuna delle due fazioni sembra godere del sostegno necessario. Accettando l’incarico dal presidente, un Netanyahu apparso indebolito rispetto al passato ha ammesso che le possibilità di arrivare alla formazione di un esecutivo sono di poco superiori a quelle del rivale Gantz.

Il premier uscente, che senza lo scudo garantito dal ruolo di premier rischia di finire a processo per corruzione, avrà adesso 28 giorni per formare un nuovo governo, con una possibile estensione di due settimane. Se non riuscirà nel suo tentativo, il presidente potrà affidare l'incarico ad un’altra personalità. In queste ore Netanyahu insiste nel progetto di alleanza con la coalizione “Blu Bianco” e una rotazione nella guida dell’esecutivo - ma il primo biennio lo avocherebbe a sé, per mettersi al riparo dai tribunali - quale unica via per uscire dall’impasse ed evitare un terzo voto in un anno, scenario mai visto prima nel Paese. 

Tuttavia, nella tarda serata di ieri è già arrivata la risposta di Gantz, il quale ha respinto con forza l’ipotesi di un’alleanza con il Likud e di contribuire a un governo guidato da un premier sul quale pende l’accusa di corruzione. “Il partito Blu Bianco che dirigo - ha detto l’ex generale - non accetterà mai di sedersi in un governo il cui capo è sotto il gioco di gravissime accuse”. Resta invece alla finestra l’ex ministro della Difesa Avigdor Lieberman, che con gli otto seggi conquistati dal suo Yisrael Beitenu potrebbe risultare decisivo per la nascita di un nuovo governo.

 

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