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martedì 19 febbraio 2019

 

«I nostri popoli vogliono la pace, i politici di Washington la guerra»

di Marco Piccinelli

 

Ogni giorno si acuisce la vicenda venezuelana e il Presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, Nicolas Maduro, torna ad indirizzare un messaggio al popolo statunitense, come già aveva fatto nel recente passato. Gli Stati Uniti premono per un intervento militare, tuttavia la comunità internazionale non è stata unanime nel riconoscere come presidente ad interim Juan Guaidò, autoproclamatosi presidente negli ultimi giorni di gennaio del 2019.

Nicolas Maduro, dunque, torna a scrivere al popolo statunitense, indirizzando questa lettera che traduciamo integralmente:

«Se so qualcosa è riguardo il popolo e io, come voi, sono un uomo del popolo. Sono nato e cresciuto in un quartiere povero di Caracas. Mi sono forgiato nel fuoco delle lotte popolari e sindacali in un Venezuela sommerso dall’esclusione [sociale] e intriso di disuguaglianza. Non sono un magnate, sono un lavoratore della ragione e del cuore, oggi ho il grande privilegio di essere il Presidente del nuovo Venezuela, radicato in un modello di sviluppo inclusivo e basato sull’uguaglianza sociale, ideato e forgiato dal Comandante Hugo Chávez dal 1998, ispirato dall’eredità bolivariana.

In questo momento stiamo vivendo una fase di transizione storica. Questi sono i giorni che definiranno il futuro dei nostri paesi tra guerra e pace. I vostri rappresentanti nazionali di Washington vogliono portare ai loro confini lo stesso odio che hanno seminato in Vietnam. Vogliono invadere il Venezuela e intervenire – dicono oggi così come dicevano allora – in nome della democrazia e della libertà. Ma non è così. La storia dell’usurpazione del potere in Venezuela è falsa quanto le armi di distruzione di massa in Iraq. È un falso, ma può avere conseguenze drammatiche per l’intera regione.

Il Venezuela è un paese che, in virtù della Costituzione del 1999, ha letteralmente espanso la democrazia partecipativa rendendo il popolo protagonista. Un processo che non ha precedenti, dato che è il paese con il maggior numero di processi elettorali degli ultimi 20 anni. Forse non vi piacerà la nostra ideologia, o il nostro aspetto, ma noi esistiamo e siamo milioni.

Rivolgo queste parole al popolo degli Stati Uniti d’America per avvertire della gravità e del pericolo che alcuni settori della Casa Bianca intendono invadere il Venezuela. Questo avrà conseguenze imprevedibili per il mio paese e per l’intera regione americana. Il Presidente Donald Trump intende anche disturbare le nobili iniziative di dialogo promosse da Uruguay e Messico con il sostegno della CARICOM per una soluzione pacifica e in favore di un dialogo. Sappiamo che, per il bene del Venezuela, dobbiamo sederci e parlare: rifiutare il dialogo significa scegliere la via della forza. Tenete a mente le parole di John F. Kennedy: «Non negoziamo mai per paura. Ma non dobbiamo mai temere di negoziare». Chi non vuole dialogare e negoziare ha paura della verità?

L’intolleranza politica nei confronti del modello bolivariano messo in atto dal Venezuela e i desideri di possesso circa le nostre immense risorse petrolifere, minerali e di altre grandi ricchezze, ha spinto una coalizione internazionale guidata dal governo degli Stati Uniti a commettere la grave follia di attaccare militarmente il Venezuela con la falsa scusa di una crisi umanitaria inesistente.

Il popolo venezuelano ha sofferto ferite sociali dolorosamente causate da un blocco commerciale e finanziario criminale, che è stato aggravato dall’espropriazione e dalla rapina delle nostre risorse finanziarie e dei nostri beni da parte di paesi in linea con questo assalto demenziale.

Eppure, grazie a un nuovo sistema di protezione sociale, di attenzione diretta ai settori più vulnerabili, continuiamo con orgoglio ad essere un paese con un alto indice di sviluppo umano e minori disuguaglianze nelle Americhe.

Il popolo statunitense deve sapere che questa complessa aggressione multiforme si svolge nella più totale impunità e in chiara violazione della Carta delle Nazioni Unite, che vieta espressamente la minaccia o l’uso della forza, tra gli altri principi e scopi per la pace e le relazioni amichevoli tra le Nazioni.

Vogliamo continuare ad essere partner commerciali del popolo degli Stati Uniti, come lo siamo stati nel corso della nostra storia. I politici di Washington, invece, sono disposti a mandare i loro figli e le loro figlie a morire in una guerra assurda, anziché rispettare il sacro diritto del popolo venezuelano all’autodeterminazione e alla salvaguardia della propria sovranità.

Come voi, popolo degli Stati Uniti, noi venezuelani siamo patrioti. E difenderemo la nostra patria con ogni singolo pezzo della nostra anima.

Oggi il Venezuela è unito in un unico clamore: chiediamo la cessazione dell’aggressione che cerca di deprime la nostra economia e che soffoca socialmente il nostro popolo, così come la chiediamo la cessazione delle gravi e pericolose minacce di intervento militare contro il Venezuela. Facciamo appello all’anima buona della società americana, vittima dei suoi stessi leader, affinché si unisca al nostro appello per la pace, facciamo parte di un unico popolo unito contro la guerra». 

Lunga vita ai popoli d’America!

Nicolás Maduro

Presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela

 

 

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