Fonte Al-Watan (Siria)

http://www.giornaledibordo.org/

https://www.voltairenet.org/it

2 luglio 2019 

 

Israele contro i venezuelani

di Thierry Meyssan

Traduzione di Rachele Marmetti

 

Il 24 giugno 2019 in Venezuela hanno tentato un nuovo colpo di Stato. Thierry Meyssan rileva che era rivolto sia contro l’amministrazione di Nicolás Maduro sia contro il suo oppositore, il filo-USA Juan Guaidó. Inoltre, secondo le registrazioni di conversazioni fra i complottisti, il golpe era supervisionato dagli israeliani.

 

Il 24 giugno 2019 in Venezuela c’è stato un ennesimo tentativo di colpo di Stato. Tutti i responsabili sono stati arrestati e il ministro dell’Informazione, Jorge Rodríguez, ha diffusamente spiegato in televisione annessi e connessi della vicenda. Sui media, il tentativo di sedizione è stato offuscato dal malore in tribunale di uno dei suoi capi e dalla successiva morte in ospedale. I fatti sono comunque particolarmente indicativi.

A differenza dei precedenti, questo complotto era da 14 mesi sorvegliato da un’unità dell’intelligence militare, formata dall’intelligence cubana. In questo lasso di tempo gli agenti venezuelani hanno infiltrato il gruppo e sorvegliato le comunicazioni audio e video. L’intelligence è in possesso di 56 ore di registrazioni, che sono inconfutabili prove.

Parecchie delle persone arrestate erano implicate in complotti precedenti, sicché è difficile ritenere quest’operazione separata dalle precedenti, sponsorizzate dalla CIA.

 

Il 24 giugno 2019 Nicolás Maduro e Juan Guaidó avrebbero dovuto essere rovesciati a beneficio di Raúl Baduel.

 

Video:

Mercenarios israelíes tendrían la encomienda de asesinar a Maduro

 

 

 

 

 

 

 

 

«Non c’è futuro né per l’opposizione né per il governo»

Il complotto era diretto sia contro il presidente costituzionale Nicolás Maduro sia contro l’autoproclamatosi presidente Juan Guaidó e finalizzato a portare al potere un terzo uomo, il generale Raúl Isaías Baduel.

Baduel, ex capo di stato-maggiore ed ex ministro della Difesa, fu sollevato dall’incarico dal presidente Hugo Chávez, cui si era ribellato, e nel 2009 si mise a capo dell’opposizione. Fu però accertato che aveva sottratto denaro pubblico. Giudicato colpevole, fu condannato a sette anni di reclusione, che ha scontato. Durante il mandato del presidente Maduro fu nuovamente messo in carcere, dove tutt’ora si trova. Un commando avrebbe dovuto liberarlo e portarlo alla televisione nazionale ad annunciare il cambio di regime.

Il fatto di promuovere un terzo presidente conferma la nostra analisi, pubblicata due anni fa [1]: il fine degli Stati Uniti non è rimpiazzare il regime bolivariano con uno più mansueto, ma distruggere le strutture statali del Paese. Secondo la prospettiva USA, né la maggioranza nazionalista né l’opposizione filo-USA possono sperare in un futuro.

I venezuelani che appoggiano Guaidó, sicuri che il sostegno statunitense li porterà alla vittoria, oggi devono ricredersi. L’iracheno Ahmed Chalabi e il libico Mahmoud Gibril sono stati rispediti nei loro Paesi con i bagagli dei GI’s. Non hanno mai sperimentato il destino cui speravano di essere destinati.

Allo stadio attuale del capitalismo finanziario transnazionale, le classiche analisi del XX secolo, secondo cui gli Stati Uniti preferiscono governi vassalli a governi loro pari, sono superate. È la dottrina Rumsfeld/Cebrowski che imperversa dal 2001 [2] e che ha già devastato il Medio Oriente Allargato e oggi si abbatte sul Bacino dei Caraibi.

Secondo le registrazioni dell’intelligence venezuelana, il complotto non era organizzato dagli Stati Uniti, benché probabilmente da loro sovrinteso, ma dagli israeliani. Negli ultimi 72 anni la CIA ha organizzato un incredibile numero di “cambiamenti di regime” per mezzo di “colpi di Stato” o “rivoluzioni colorate”. Per garantirne l’efficacia, l’Agenzia non esita ad affidare identiche missioni contemporaneamente a diverse unità, persino a subappaltare operazioni. È spesso il caso del Mossad, che a sua volta affida ad altri i propri servizi.

Quattro anni fa in Venezuela ci fu un altro tentativo di colpo di Stato. L’operazione prevedeva molti assassinii e una manifestazione che avrebbe dovuto assaltare il palazzo presidenziale di Miraflores. TeleSur dimostrò che il tentativo era inquadrato da stranieri appositamente arrivati la vigilia della manifestazione. Non parlavano spagnolo. Il percorso della manifestazione fu perciò misteriosamente disseminato di graffiti con la stella di Davide e istruzioni in ebraico.

 

Israele in America Latina

Il ministro Rodriguéz ha per prudenza evitato di pronunciarsi pubblicamente sui mandanti degli israeliani a capo del complotto del 24 giugno, ossia se agivano o meno in nome del proprio Paese. Numerosi precedenti dimostrano che si tratta di un’ipotesi plausibile.

I servizi segreti israeliani hanno iniziato a svolgere un ruolo in America Latina nel 1982. In Guatemala il presidente giudeo-cristiano Efraín Ríos Montt [3] massacrò 18 mila indiani. Mentre Ariel Sharon invadeva il Libano, nella sua ombra il Mossad proseguiva in Guatemala gli esperimenti sociali condotti dal 1975 nel Sudafrica dell’apartheid: creare bantustan per i maya; un modello che sarà applicato anche ai palestinesi, dopo gli Accordi di Oslo del 1994. Contrariamente a una lettura positiva degli accadimenti, il fatto che il primo ministro Yitzhak Rabin abbia sovrinteso agli esperimenti sociali in Sudafrica [4] non depone a favore della sua buona fede, quando a Oslo si è impegnato a riconoscere uno Stato palestinese demilitarizzato.

Negli ultimi dieci anni i servizi segreti israeliani: – hanno “autorizzato” la società “privata” israeliana Global CST a dirigere l’operazione “Jaque” (2008) per liberare Ingrid Betancourt, ostaggio delle FARC colombiane [5]; – hanno inviato cecchini in Honduras per assassinare i leader delle manifestazioni per la democrazia, seguite al colpo di Stato del 2009 contro il presidente costituzionale Manuel Zelaya [6]; – operando dall’intero della Banca Centrale, della Sicurezza dei Giochi Olimpici di Rio de Janeiro, nonché del Senato, hanno attivamente partecipato al rovesciamento della presidente del Brasile Dilma Rousseff (2016).

Inoltre, le Forze di Difesa israeliane hanno: – affittato una base sottomarina in Cile; – inviato migliaia di soldati nella proprietà di Joe Lewis nella Patagonia argentina per seguire stage di addestramento di due settimane [7].

 

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