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29 ott 2019

 

Strage di manifestanti nella città santa di Kerbala

 

“Le informazioni ricevute da attivisti e organizzazioni non governative parlano di 18 martiri di manifestanti a Kerbala e più di 800 feriti”, riferisce Ali al-Bayati, della Commissione irachena per i diritti umani

 

Roma, 29 ottobre 2019, Nena News –

 

Nuovo massacro di dimostranti in Iraq. La scorsa notte almeno 18 persone sono state uccise  – decine secondo altre fonti – e altre centinaia sono rimaste ferite in un attacco contro i manifestanti nella città santa sciita irachena di Kerbala, che ospita i santuari degli imam Hussein e Abbas, a circa 100 km a sud-ovest della capitale Baghdad,  durante il quinto giorno di proteste contro la corruzione, il malgoverno, la disoccupazione e la mancanza di servizi nel Paese. Testimoni hanno riferito che sconosciuti con il volto coperto – agenti di polizia in borghese secondo alcuni – hanno sparato da un’automobile in corsa decine di raffiche di armi automatiche contro un gruppo di manifestanti riuniti in un accampamento.

 

“Le informazioni ricevute da attivisti e organizzazioni non governative sugli eventi di ieri parlano di 18 martiri di manifestanti a Kerbala e più di 800 feriti”, riferisce questa mattina Ali al-Bayati, della Commissione irachena per i diritti umani. Il ministero della sanità invece parla di un solo morto e i comandi delle forze di sicurezza addirittura negano che vi siano state vittime a Karbala.

 

In particolare nelle città a maggioranza sciita, gli iracheni sono tornati a manifestaredopo due settimane di relativa calma e nel fine settimana si sono avuti decine di morti e feriti a Baghdad e in altre città. A Kerbala ieri sera migliaia di abitanti hanno ignorato il divieto di non uscire da casa dalle 6 di sera fino al mattino successivo –  l’esercito ha imposto il coprifuoco notturno anche nella capitale - e hanno dato vita a nuove proteste. Avrebbero inoltre dato fuoco all’ingresso della sede del consiglio comunale. Migliaia di iracheni sono scesi in strada anche le città meridionali di Nassiriya, Hilla e Karbala.

 

 Dal primo di ottobre si sono registrati oltre 260 morti e più di 3600 feriti: 157 morti nella prima ondata tra il primo e il 6 ottobre e circa 70 in questa seconda fase di proteste cominciata giovedì sera. Nena News

 

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