https://www.remocontro.it/

21 Ottobre 2019

 

I curdi? Se li sono venduti tutti, senza ritegno

di Piero Orteca

 

Perché i curdi traditi da tutti

Ormai è chiaro a tutti: l’attacco turco e la tragedia curda hanno avuto semaforo verde, più o meno tacito o più o meno concertato a tavolino, dagli Stati Uniti, dall’Europa e dalla Russia. Lo abbiamo scritto più volte: i curdi sono la carne da cannone del Medio Oriente. E i sepolcri imbiancati che da Washington, Bruxelles, Parigi, Roma e chi più ne ha più ne metta cianciano di pace, indipendenza e libertà dei popoli mentono sapendo di mentire. Vergogna. La tregua raggiunta con tanto di strombazzamenti è durata solo un pomeriggio. I turchi hanno continuato a battere con la mazza da fabbro ferraio sull’incudine e, a quanto pare, hanno anche usato bombe al fosforo bianco. Vietatissime. Ma ad accorgersene è stata solo l’Organizzazione contro le armi chimiche, perché all’Onu e alla Commissione europea ronfano o fanno finta di essere interessati. Ma a loro riguarda solo la spartizione dei pani e dei pesci in Siria, quando si firmerà la pace definitiva. Ergo, Erdogan sa di avere il coltello dalla parte del manico e continua a prendere Trump a schiaffoni.

La pelle dei curdi per la Turchia nella Nato

Ieri si è saputo che una lettera di velate minacce economiche scritta dal Presidente americano due settimane fa è stata cestinata dal sultano di Ankara. Erdogan tiene il piede in due staffe: alleato della Nato, contemporaneamente flirta con Putin. E’ in condizione di fare un sacco di danni al blocco occidentale, perché può rivelare piani di difesa militari, tecnologie d’arma di ultima generazione e segreti di ogni tipo. Un’aquila con due teste, pronta a vendersi al primo venuto. Gli altri abbozzano, perché dei curdi non gliene frega niente. Li hanno utilizzati come fantaccini da massacrare nella battaglia contro l’Isis, ma ora che la guerra è vinta possono andare a farsi strabenedire. L’area del nord-est della Siria occupata dai turchi è stata concordata fino all’ultimo centimetro quadrato con la Casa Bianca e con gli europei. Quando Conte strepita al telefono con Erdogan, prima si informi di quello che hanno fatto i suoi presunti alleati. Stati Uniti, Francia, Inghilterra e Germania hanno spudoratamente tirato la coperta dalla loro parte.

Fascia di sicurezza nelle teste di Trump ed Erdogan?

Qualcuno, per cortesia, avverta l’Italia, perché se no facciamo la figura degli scemi del paese. Se il ministro degli Esteri Di Maio respira, che batta un colpo. O che almeno qualcuno gli spieghi che il Kurdistan non è una benzodiazepina è che il Lexotan non è una repubblica dell’Asia centrale. Spifferi di corridoio che arrivano dai servizi segreti occidentali, dicono che non è finita qua. Erdogan vorrebbe andare oltre la testa di ponte che si è costruito nel nord-est della Siria lungo una fascia di 120 km, profonda 30. Da lì può avere mano libera per assestare rovinose legnate ai curdi in tutte le direzioni. Trump minaccia di rovinare l’economia turca. Ma minaccia e basta, per ora. Sa benissimo che l’ex Sublime Porta è in grado di ballare un valzer diplomatico azzardatissimo, che potrebbe portarla a rasentare un clamoroso voltafaccia, per gettarsi armi e bagagli nelle braccia della Santa Russia di Putin. Parliamoci chiaro, non conviene né ad Ankara e né alla Nato, un affare in perdita.

Dal tradimento coloniale anglo-francese

Per questo, per mettere tutti d’accordo, la soluzione resta quella del massacro dei curdi. Ancora una volta presi in giro dagli uomini e dalla storia. Hanno solo la colpa di essere le scorie incandescenti di un retaggio coloniale anglo-francese che non ha mai guardato in faccia nessuno. Quando oggi Macron e Johnson si permettono di dare lezioni di civiltà, meriterebbero di essere presi a pedate nel fondoschiena. Hanno fatto carne di porco della convivenza tra i popoli e hanno spremuto il limone fino alla buccia. E adesso lo scaraventano nella spazzatura, assistiti dal cinismo americano che in politica estera ha fatto più danni di Attila. Forse si stava meglio quando si stava peggio. Prima delle Primavere arabe. Oggi il Medio Oriente è diventato un pentolone in ebollizione e naturalmente i più deboli, i curdi, pagano per tutti.

top