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24 mag 2019

 

Haftar a Macron: “Per ora niente tregua”

 

Nessun cessate il fuoco in vista nello stato africano: a confermarlo al presidente francese è stato mercoledì il generale dell’autoproclamato Esercito nazionale libico. E così continuano le violenze a Tripoli: stamane un razzo ha colpito un lussuoso hotel nei pressi del centro della capitale

 

Roma, 24 maggio 2019, Nena News –

 

La guerra alle porte di Tripoli cominciata ad aprile andrà avanti, almeno per ora. A dirlo al presidente francese Marcon è stato mercoledì il generale libico Khalifa Haftar. Secondo quanto riferisce la presidenza transalpina, il comandante dell’autoproclamato Esercito nazionale libico (Lna) ha escluso per ora un cessate il fuoco e ha detto che continuerà a “liberare” la capitale dalle milizie che hanno “infestato” il Governo di accordo nazionale (Gna) di al-Sarraj sostenuto dalla comunità internazionale.

La situazione appare sempre più difficile nel Paese africano. Un ufficiale francese che ha preferito restare anonimo ha riferito alla Reuters che “la sfiducia tra gli attori libici è più forte che mai oggi”. Haftar avrebbe detto a Macron di essere disponibile ad intraprendere un dialogo politico inclusivo quando ci saranno le condizioni per il cessate il fuoco. Il problema è quando ciò avverrà e quali siano queste condizioni. Quel che è certo è che per il momento le violenze continueranno anche perché al-Serraj, galvanizzato dal flop dell’Lna, mostra i muscoli. Intervistato mercoledì da Euronews, il premier ha dichiarato che i combattimenti non cesseranno finché le truppe guidate dal Generale ribelle non si saranno ritirate nell’est del Paese (dove opera un parlamento rivale a quello di Tripoli). Parole che preoccupano Ghassan Salameh, l’inviato delle Nazioni Unite in Libia, che soltanto il giorno precedente aveva espresso le sue paure circa la possibilità di un “lungo e sanguinoso” conflitto nel Paese che potrebbe dividerlo “permanentemente”.

Una divisione che per la verità è già un dato di fatto da anni (l’emblema sono i due parlamenti rivali) e che è figlia della guerra della Nato del 2011 contro l’allora regime di Gheddafi. Una guerra venduta all’opinione pubblica come “lotta contro il dittatore” e a favore della “democrazia”, ma che in realtà è nata con tutti altri intenti: appagare i desideri coloniali occidentali (francesi e italiani in testa) di accaparrarsi le ricchezze petrolifere libiche dividendo il territorio in zone d’influenza. La posizione della Francia è emblematica a tal riguardo: se da un lato chiede un “incondizionato cessate il fuoco”, dall’altro supporta ufficialmente il suo uomo di fiducia Haftar perché combatte “i miliziani islamisti” nel Paese. Le stesse milizie che, però, otto anni fa erano definite dalle cancellerie europee (anche dalla stessa Francia) come “ribelli” e “moderate”, ma che oggi si scopre che di “moderazione” hanno ben poco. Ma allora si doveva abbattere il rais Gheddafi e favorire gli interessi occidentali e quindi andavano bene.

E mentre la politica degli opposti schieramenti litiga, le armi uccidono. Il bilancio della cosiddetta battaglia di Tripoli si aggrava sempre di più. Al momento sono almeno 510 le persone uccise dal conflitto, 75.000 gli sfollati, migliaia di migranti sono di fatto intrappolati in centri di detenzione-lagher. Senza dimenticare che alcuni distretti meridionali della capitale sono stati distrutti. Le ripercussioni della prova di forza iniziata da Haftar ad aprile– al momento rivelatasi fallimentare perché non riesce a sfondare le linee difensive delle milizie alleate al Gna – stanno avendo dirette conseguenze sulla vita quotidiana della popolazione civile: le scuole sono chiuse, molte famiglie sono divise sui diversi lati del fronte di guerra, ripetute sono le interruzioni di corrente.

Nessuna parte però della città può dirsi al sicuro. A dimostrarlo è quanto accaduto stamane quando dei missili hanno colpito il lussuoso hotel Rixos situato vicino al centro della capitale. La sede scelta per l’attacco non sembra essere stata casuale: è qui che i parlamentari che si oppongono all’offensiva dell’Lna si stavano incontrando. Il ministro degli interni del Gna ha pubblicato le immagini di una stanza danneggiata, ma non ha fornito ulteriori informazioni. L’unica cosa che ha precisato Tripoli è che i responsabili dell’attacco sono gli uomini di Haftar. Nena News

 

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