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martedì 15 gennaio 2019

 

Rapporto ONU: L’aumento della tratta di esseri umani assume ‘dimensioni orrende’: minori il 30% delle vittime

Traduzione di Miki Lanza

 

Il rapporto (a cura dell’Ufficio per Droghe e Crimine – UNODC), con informazioni da e su 142 paesi, è stato pubblicato il 7 gennaio u.s. Il suo direttore, Yury Fedotov, ha messo in risalto il volume attuale del traffico, in aumento stabile dal 2010, attribuibile prevalentemente al ruolo di gruppi armati e terroristici che ne fanno uso per incutere paura e offrire incentivi agli affiliati – bambini soldato, lavoro forzato, sfruttamento/schiavitù sessuale (per quasi ¾ femminile, pur escludendo un’ampia quota di matrimoni prematuri [<15 anni], culturalmente ‘non forzati’)

L’Asia e le Americhe mostrano il maggiore aumento del numero di vittime scoperte/censite, benché resti ancora incerto quanto dovuto ad aumento reale e quanto ai metodi migliorati di detenzione, registrazione e pubblicizzazione dei dati sul traffico umano.

La gran parte delle vittime note fuori da tali aree originano dall’EstAsia, poi dall’Africa sub-sahariana, dove è aumentato il numero di imputati per traffico, peraltro ancora molto basso e indice di vaste aree d’impunità in molti paesi asiatici e africani.

Il traffico per sfruttamento sessuale è la forma prevalente nei paesi europei mentre in quelli subsahariani e mediorientali il motore principale del commercio illecito è il lavoro forzato.

Donne e ragazze sono le vittime più numerose a livello mondiale: 73% per sfruttamento sessuale, 35% per lavoro forzato (8% per ambo i motivi).

Il centro d’attenzione del rapporto è l’impatto dei conflitti armati sul traffico di umani. In zone di conflitto, dove il controllo della legge è debole e I civili hanno poca protezione dal crimine, gruppi armati e criminali possono cogliere l’occasione di sottoporli al traffico. Un esempio offerto nello studio è il fenomeno delle donne e ragazze nei campi profughi in Medio Oriente “sposate” senza il proprio consenso e assoggettate a sfruttamento sessuale in paesi confinanti.

Trattare il traffico di umani è un elemento chiave dell’Agenda ONU di Sviluppo Sostenibile, che richiede agli stati membri di monitorare il progresso nell’affrontare il problema, e riferire il numero delle vittime secondo il sesso, l’età e la forma di sfruttamento.

Restano comunque falle consistenti nella conoscenza con molti paesi in Africa sub-sahariana, in SudAsia e in alcune parti dell’EstAsia ancora carenti nella capacità di registrare e condividere dati sul traffico di persone. “Questo rapporto mostra che dobbiamo intensificare l’assistenza tecnica e rafforzare la cooperazione, per sostenere tutti i paesi per la protezione alle vittime e portare i criminali davanti alla giustizia, e raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile”, ha detto Fedotov.

 

Articoli originali: news.un.org

Rapporto ONU fa luce su ‘orrori inimmaginabili’ per migranti e profughi in Libia e oltre del 20 dicembre 2018: Migranti e profughi vengono sottoposti a “orrori inimmaginabili” dal momento in cui entrano in Libia per tutta la loro permanenza nel paese e – se ci arrivano – durante i loro tentativi di attraversare il Mediterraneo, secondo un rapporto emesso dalla UNSMIL (Missione Politica ONU in Libia) e dall’OHCHR (Ufficio ONU per i Diritti Umani).

https://www.avvenire.it/

venerdì 1 febbraio 2019

 

Trentamila bambini migranti del Guatemala «prigionieri» in Messico

di Nicola Nicoletti

 

Lo conferma l'Unicef con i dati relativi alle Carovane del 2018. E Trump insiste: legge d'emergenza per finanziare il muro se non c'è l'accordo alla Camera entro il 15 febbraio

 

Il presidente Usa Donald Trump conferma al “New York Times” di essere pronto a dichiarare l'emergenza nazionale per costruire il muro al confine con il Messico. "È tutto pronto, ho creato le condizioni per fare quello che farò", ha detto il presidente rispondendo a una domanda. Il “piano B”, rivelato ieri dai media, dovrebbe scattare se l'accordo per evitare un nuovo shutdown il 15 febbraio non includerà i soldi per il muro. "Aspetterò fino al 15. Ma penso sia una perdita di tempo", ha detto. Poco prima Trump era tornato anche sulla questione dello scontro con i democratici alla Camera: “Un accordo senza muro col Messico non funziona. Sta giocando” aveva detto Trump rispondendo alla speaker della Camera Nancy Pelosi, la quale aveva ribadito che "non ci sarà nemmeno un soldo" nel testo che repubblicani e democratici stanno negoziando per evitare un nuovo shutdown il prossimo 15 febbraio. "Pelosi pregherà per un muro", ha aggiunto, ricordando l'arrivo di nuove carovane di migranti dall'Honduras.

Intanto emerge che nel 2018 oltre 30mila bambini arrivati da Honduras, Guatemala ed El Salvador sono stati trattenuti temporaneamente in centri di detenzione in Messico. Numeri che parlano chiaro di come, assieme ai loro genitori, anche i figli hanno preso parte alle carovane del migrante e a tutti i gruppi di migranti che si sono messi in marcia nell’ultimo anno. Caldo, freddo, fame, stanchezza hanno colpito anche i piccoli viaggiatori, denuncia l’Unicef per bocca della sua portavoce Paloma Escudero. La violenza e l’instabilità politica dei Paesi di provenienza rimangono i motivi per i quali queste famiglie sono partite per arrivare in Messico e poi, magari, passare la frontiera per gli Usa. Il 17 gennaio 2019 oltre 12 mila persone, fra cui tremila bambini, hanno compiuto il percorso da Tecun Uman, in Guatemala, fino a Tapachula, confine sud del Messico, dove la rappresentante dell’Unicef si è recata per constatare le condizioni dei bimbi. Il rischio della divisione dalle loro famiglie è un serio pericolo per la sicurezza anche psicologica dei piccoli migranti. "Sia che questi bambini rimangano in Messico sia che procedano verso nord, è fondamentale che rimangano con le loro famiglie, che non finiscano nei centri di detenzione e che vengano protetti durante tutto il viaggio", spiega la Escobedo. Anche se il Messico sta attuando misure sempre maggiori per salvaguardare i diritti dei bambini in transito o che chiedono asilo nel Paese, persistono degli ostacoli. In Chiapas, a Tapachula, in un centro che ospita circa 1000 migranti, la Escobedo ha visto madri e bambini dormire sul pavimento e nei corridoi. Molti non sanno cosa sarebbe successo e quando avranno il permesso di lasciare il centro.

L'Unicef sta fornendo assistenza tecnica diretta all'Agenzia per l'Assistenza sociale e alle Autorità per la Protezione dell'infanzia per assicurare che i bambini non accompagnati ricevano cure e attenzioni. Non sono pochi i minori che viaggiano completamente da soli. Al trauma di violenza e povertà che avevano a casa loro, questi ragazzini stanno sperimentando quello dello sfollamento e dell’insicurezza di viaggio troppo lungo", ha dichiarato la portavoce dell’Unicef mentre 3mila bambini in queste ore aspettano il visto di permanenza in Messico.

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