Fonte: Antonio Catalano

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 19 Agosto 2019

 

Confessioni di un trafficante di uomini

di Antonio Catalano

 

Il libro “Confessioni di un trafficante di uomini di Andrea Di Nicola e Giampaolo Musumeci per i tipi editoriali della “Chiarelettere” è uscito nel 2014. Da allora la situazione non è cambiata di molto se non per il fatto che sono spuntate come funghi le tante ONG sia in funzione di raccordo con questi traffici sia, principalmente, di ragioni politiche eterodirette (come i fatti recenti delle varie Sea Watch dimostrano).

 

I profitti stellari che si conseguono con questa moderna tratta di uomini, non più esercitata in forma schiavistica ma secondo i canoni del merdoso ultraliberismo contemporaneo, sono difesi guarda caso dai #restiamoumani.

 

Potranno pensare quel che vogliono gli umanitaristi a prescindere, ma non importa ciò che pensano di se stessi, conta il fatto che il loro agire è ORGANICAMENTE funzionale al sistema della libera circolazione di merci capitali e uomini. Se ne facciano una ragione, non sono né buoni né umani, sono semplicemente COMPLICI.

 

Riporto di seguito un paragrafo significativo del libro in questione. Sono disposto a passarlo (il file) a chi me ne faccia richiesta. Buona lettura.

 

UN AFFARE DA MILIARDI DI DOLLARI

I proventi di questa attività si aggirano tra i tre e i dieci miliardi di dollari l’anno. Altre fonti parlano di un mercato dal valore annuo di venti miliardi di dollari americani. Insomma, per quanto le stime siano sempre da prendere con cautela e presentino delle discrepanze tra loro, stiamo parlando comunque di una montagna di denaro. Quello steso fiume di quattrini che c’è dietro ogni barcone che sbarca a Lampedusa, Agrigento o Crotone; dietro ogni camion che approda a Bari dalla Grecia; dietro ogni gruppo di finti turisti che sbarca a Malpensa.

 

Parliamo del secondo business più redditizio al mondo dopo la droga, tant’è che spesso le rotte e a volte gli operatori sono gli stessi: se il business della cocaina non funziona, si può sostituire con quello degli esseri umani. Alla peggio con le armi. Ma con una sostanziale differenza: se un camion di migranti si perde nel deserto e i clienti hanno già pagato la tratta, chi se ne frega; se un barcone con 45 clienti che hanno già pagato il “biglietto” affonda, chi se ne frega; se un afgano viene sorpreso su un camper greco tra Patrasso e Bari, in fondo, chi se ne frega, ma se perdo una partita di cocaina tra Bissau e Dakar, sono problemi seri.

 

Ma qual è il tariffario della più grande agenzia di viaggi illegale del mondo? Il sito Havocsope.com raccoglie dati da casi giudiziari, articoli di giornali, agenzie di stampa e altri fonti in tutto il mondo. Li abbiamo arricchiti con quelli dell’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (Unodc) e dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Iom) e con le nostre ricerche sul campo. Queste cifre vanno prese con le pinze, perché le tariffe cambiano spesso, a seconda delle rotte di immigrazione […].

 

Ecco le richieste dei trafficanti, in dollari Usa:

Afghanistan-Regno Unito (Londra): 25.000

Afghanistan-Iran: 700

Africa subsahariana-Nordafrica: 2.500

Asia-Europa: 3.000-10.000

Brasile-Usa: 13.000-17.000

Cina-Usa: 40.000-70.000

Cina-Regno Unito: 41.800

Cina-Italia: 15.000

Iraq-Regno Unito: 10.500

Nordafrica (coste)-Italia (Lampedusa), Sicilia, Calabria): dai 1.500 ai 3.000

La regola base è che l’economia del trafficante di uomini è ancora principalmente affidata al contante…

 

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