Ma’an – Infopal - 23/2/2019 - Un palestinese di 13 anni è stato ferito con proiettili israeliani rivestiti di gomma all’addome e alla coscia dalle forze israeliane, venerdì. Un altro palestinese è stato colpito con un candelotto di gas lacrimogeno in faccia, mentre le forze israeliane stavano reprimendo una marcia nel centro di Hebron, nel sud della Cisgiordania occupata. Diversi altri palestinesi sono rimasti soffocati a causa dei gas lacrimogeni in seguito allo scoppio di scontri tra palestinesi e forze israeliane, durante la marcia commemorativa per il 25° anniversario del massacro nella moschea di Ibrahimi. Scontri sono scoppiati a al-Shuhada street e nelle aree di Bab al-Zawiya, nella città di Hebron. Il 25 febbraio 1994, il colono israeliano Baruch Goldstein aprì il fuoco contro i fedeli musulmani della moschea, uccidendo 29 persone e ferendone oltre 120. Un accordo del 1997 divise Hebron in aree di controllo palestinese ed israeliano; anche la moschea Ibrahimi venne divisa, trasformandone una parte in sinagoga, conosciuta dagli ebrei come Tomba dei patriarchi. La Moschea Ibrahimi è entrata nell’Area H2, controllata dall’esercito israeliano, che comprende anche il resto dell’antica città vecchia e di quella che una volta era la fiorente al-Shuhada street, che ora è solo un via di negozi e case chiuse. Circa 800 coloni notoriamente aggressivi ora vivono sotto la protezione dell’esercito israeliano nella Città Vecchia, circondati da oltre 30.000 palestinesi.


PIC – Infopal - 23/2/2019 - Una signora palestinese è stata trasferita d’urgenza in ospedale dopo che le forze israeliane hanno isolato la città di Hebron/al-Khalil e hanno invaso case degli autoctoni. Fonti locali hanno riferito che soldati israeliani hanno saccheggiato abitazioni civili, inclusa la casa di Mutassem al-Natsha, la cui moglie è stata portata di corsa in un ospedale per un attacco di panico causato dall’assalto. Allo stesso tempo, le truppe israeliane sono entrate nella città di Dura, a sud, e hanno fatto irruzione nelle case di ex prigionieri palestinesi. L’ex prigioniero Bassam al-Zeir ha raccontato che una pattuglia ha fatto irruzione nella sua casa, nel quartiere di Wad Abu al-Kamra, e ha costretto gli abitanti a uscire, prima di distruggere gli interni e le porte d’ingresso. Le forze di occupazione hanno sigillato le strade di accesso alla città con una serie di posti di blocco militari volanti.


Ma’an – Infopal - 23/2/2019 - Giovedì pomeriggio, coloni israeliani hanno lanciato pietre contro una scuola superiore palestinese nel villaggio di Urif, vicino a Nablus, Cisgiordania occupata. Ghassan Daghlas, un funzionario che controlla le attività coloniali nel nord della Cisgiordania, ha dichiarato a Ma’an che 50 israeliani della colonia di Yitzhar hanno invaso la zona orientale di Urif. Daghlas ha aggiunto che i coloni israeliani hanno attaccato la scuola e diverse case con delle pietre; la scuola è stata evacuata. Una delle case attaccate è stata identificata come appartenente a Samir Shihadeh; le finestre della residenza sono state distrutte. Daghlas ha sottolineato che un diciassettenne identificato come Humam Abed al-Hafiz Shihada ha riportato dei lividi ed una frattura alla gamba. Secondo quanto riferito, le forze israeliane hanno usato bombe lacrimogene e proiettili d’acciaio rivestiti di gomma contro gli studenti che lasciavano la scuola. La scuola superiore Urif è stata ripetutamente attaccata dai coloni israeliani negli ultimi mesi. Il ministero dell’Istruzione palestinese ha pubblicato il suo rapporto annuale per il 2017, che documenta le violazioni del governo israeliano contro l’educazione palestinese, affermando che 80.279 bambini e 4.929 insegnanti e personale palestinesi sono stati “attaccati” da coloni o soldati israeliani.

Secondo il rapporto, nove studenti sono stati uccisi, mentre 603 studenti e 55 insegnanti e impiegati hanno subito ferite da proiettili letali o di gomma durante le irruzioni israeliane nelle scuole, o sono stati investiti da jeep militari israeliane, mentre decine di studenti sono rimasti soffocati a causa dell’inalazione di gas lacrimogeno sparato dalle forze israeliane.

 

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