Fonte: http://www.informationclearinghouse.info

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25 Maggio 2019

 

Julian Assange ha subìto gravi danni psicofisici nell’ambasciata ecuadoriana, dicono i dottori

di James Risen

Traduzione di HMG

 

Una dottoressa statunitense, che negli ultimi due anni ha condotto diverse valutazioni di carattere psicofisico su Assange nell’ambasciata ecuadoriana di Londra, dice di credere di esser stata spiata, e che la riservatezza della sua relazione medico-paziente sia stata violata.

La dott.ssa Sondra Crosby, professoressa associata di Medicina e Sanità Pubblica presso l’Università di Boston, nonché esperta sulle conseguenze della tortura su corpo e psiche, nella propria carriera ha valutato parecchi detenuti delle carceri statunitensi, compresi coloro che si trovano in quello cubano della Baia di Guantánamo. Con discrezione, nel 2017 ha iniziato ad incontrare e valutare Assange, all’interno dell’ambasciata in cui il fondatore di WikiLeaks aveva cercato rifugio.

 

La Crosby asserisce che, durante la sua ultima sessione del 23 febbraio, le sue note mediche riservate siano state rimosse, dopo che aveva brevemente lasciato l’ambasciata per ottenere del cibo da riportare ad Assange, il quale, come scrive, “non aveva mangiato”. Le sue note sono state prelevate dalla stanza in cui stava valutando il paziente, ed in séguito sono state ritrovate in un altro spazio, utilizzato dal personale di sorveglianza dell’ambasciata.

 

“Il diritto del Sig. Assange al segreto medico-paziente, nonché le sue informazioni confidenziali, sono stati violati”, ha scritto la Crosby in una dichiarazione giurata del 1 marzo, consegnata sia alla Commissione per i Diritti Umani delle Nazioni Unite che alla Commissione Interamericana per i Diritti Umani. Nella dichiarazione, afferma che le sue note mediche “presumibilmente” sono state lette dal personale dell’ambasciata.

Scrive anche che la sua visita medica con Assange di febbraio è stata monitorata da due telecamere. Ha dovuto parlare col paziente “sopra il rumore di una radio”, atta a mascherare le loro conversazioni, dato che lui diceva ci fossero dispositivi di ascolto nella stanza.

 

Inoltre, quando è tornata all’ambasciata dopo aver preso da mangiare, è stata interrogata dal personale di sicurezza e richiesta di una copia della sua licenza medica, ancorché in precedenza avesse fornito il proprio passaporto e spiegato lo scopo della visita.

“L’ambiente intimidatorio, non riservato ed ostile era palpabile”, ha scritto nella sua dichiarazione giurata.

 

In una lettera dell’8 aprile inviata sia a Michelle Bachelet, Alta Commissaria delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, che a Dunja Mijatovic, Commissaria per i Diritti Umani del Consiglio d’Europa, la Crosby ha aggiunto che, durante la sua visita di febbraio, aveva notato che le condizioni della reclusione di Assange fossero significativamente peggiorate dalla sua prima visita nel 2017. Il peso psicologico sofferto nel suo indefinito e prolungato confino gli aveva arrecato numerosi danni.

 

“La situazione del Sig. Assange [all’interno dell’ambasciata] differisce da quella di un tipico prigioniero di un tipico carcere”, ha scritto nella sua lettera. “Al contrario, sotto molti aspetti, la sua posizione è ben peggiore. Il suo confinamento è infatti indefinito e prolungato, aspetti che non fanno altro che aumentarne lo stress cronico ed il rischio di danni psicofisici, suicidio incluso”.

 

Durante i sette anni di reclusione, Assange aveva sofferto “una serie di gravi effetti deleteri da privazione di luce solare”, tra i quali “aumento del rischio di malattie cardiovascolari e cancro, danni neuropsicologici, diminuzione della funzione immunitaria ed indebolimento delle ossa”. Ha anche mostrato sintomi di natura psicologica, come risultato di “deprivazione sensoriale e prolungato isolamento sociale”.

 

“Credo che gli effetti fisici, psicologici e sociali saranno duraturi e severi”.

Assange è stato espulso dall’ambasciata ecuadoriana ed arrestato dalle autorità britanniche l’11 aprile, tre giorni dopo che la lettera della dottoressa è stata inviata al Regno Unito ed al Consiglio d’Europa. Ora è in prigione in Gran Bretagna, con l’accusa di non essersi presentato in tribunale dopo il pagamento della cauzione. Deve anche affrontare un rinvio a giudizio negli Stati Uniti, accusato di hackeraggio per aver pubblicato documenti riservati ottenuti da Chelsea Manning, ex analista dell’intelligence militare. È stato accusato di aver tentato di aiutare Manning a decifrare una password del governo. In Svezia, invece, affronta una possibile riapertura delle indagini sulle accuse di violenza sessuale. I suoi avvocati hanno promesso di combatterne l’estradizione.

 

Assange ha cercato rifugio nell’ambasciata ecuadoriana nel 2012, quando la Svezia gli dava la caccia, e lì è rimasto fino al suo arresto di giovedì scorso. Funzionari britannici hanno ripetutamente promesso di arrestarlo, avesse mai messo piede fuori dell’edificio.

In quell’anno, quando l’Ecuador accettò di dargli rifugio, il paese aveva un presidente di sinistra, Rafael Correa, con lui solidale. L’attuale presidente, Lenín Moreno, è stato invece molto meno tollerante nei suoi confronti, e pian piano è diventato insofferente alla sua presenza nell’ambasciata.

 

In tutto questo tempo, Assange è stato criticato e deriso per il suo comportamento anormale. Le dichiarazioni e le osservazioni della Crosby tuttavia rendono manifesto che abbia subìto gravi danni psicologici.

 

La dottoressa, nella sua lettera al Consiglio d’Europa ed agli Stati Uniti, ha scritto che soffriva di “disturbi multipli”, che erano andati peggiorando nei due anni in cui lo aveva valutato. “Non ha alcun accesso né all’aria aperta, né alla luce del sole, né alle cure mediche necessarie. Anche gli standard minimi per i prigionieri dettano almeno un’ora di luce solare al giorno e l’accesso alla luce naturale”.

 

Mentre il governo britannico ed i molti critici di Assange dicono che sia stata sua la scelta di rimanere nell’ambasciata, la Crosby sostiene che gli sia stato negato il diritto fondamentale all’assistenza sanitaria, a lui dovuto in quanto rifugiato.

 

Nella sua lettera dell’8 aprile, scrive che c’era la “necessità critica di una procedura di chirurgia orale”, aggiungendo che “il dolore quotidiano” dato dalle sue condizioni dentali era “disumano”. Si era consultata con un dentista che lo aveva precedentemente esaminato, ed era venuta a sapere che l’operazione non poteva essere eseguita nell’ambasciata. Aggiunge che il governo britannico ha ripetutamente respinto le richieste di dare ad Assange un passaggio sicuro in ospedale per il trattamento.

 

Oltre a lei, negli ultimi due anni lo aveva valutato anche il dottor Brock Chisholm, psicologo clinico britannico, precedentemente ritenuto testimone esperto in un caso che coinvolgeva accuse di tortura nei siti neri della CIA. Il Dr. Sean Love, ora alla Johns Hopkins School of Medicine, si è incontrato con lui all’inizio, poi lo ha affidato a Chisholm ed alla Crosby, ma di per sé non ha condotto alcuna valutazione. Love ha detto che Assange e WikiLeaks hanno dato ai medici il permesso di rendere pubblica sia la dichiarazione giurata che la lettera della Crosby.

 

Love ha criticato il governo britannico per avergli negato le cure mediche.

 


James Risen

Link: http://www.informationclearinghouse.info/51630.htm

19.042019

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