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31 agosto 2020

 

Zaki, sue lettere mai arrivate ai familiari in 6 mesi

 

Notizie che arrivano dalla detenzione di Patrick Zaki in Egitto, mai arrivate ai familiari le sue lettere e quelle dei suoi a lui. Da 6 mesi lo studente egiziano dell'Università di Bologna chiede giusto processo

 

I familiari di Patrick Zaki lo studente detenuto in Egitto non avrebbero ricevuto nessuna delle almeno 20 lettere che lui avrebbe inviato loro dal carcere di Tora del Cairo da febbraio scorso. A darne notizia il profilo Facebook 'Patrick Libero' che aggiorna le notizie riguardanti il 28enne egiziano studente all'Università di Bologna. "Ieri abbiamo condiviso con voi la notizia della prima visita di Patrick e della sua famiglia, avvenuta negli ultimi cinque mesi e mezzo. Oggi vogliamo anche condividere con voi ciò che Patrick ha detto durante la breve visita. Negli ultimi cinque mesi e mezzo, la famiglia di Patrick ha ricevuto da lui solo due brevi lettere, e ha inviato decine di lettere per Patrick ai responsabili della visita presso la struttura carceraria ogni settimana" si legge nel post di oggi. "Tuttavia, ieri abbiamo saputo da Patrick che aveva inviato lunghe lettere dirette alla sua famiglia e ai suoi amici - almeno 20 in totale nel corso di quei mesi - ma la sua famiglia non ne ha ricevuta nessuna. Abbiamo anche saputo che Patrick non aveva ricevuto molte delle lettere scritte per lui dalla sua famiglia e dai suoi amici, anche se sono state ufficialmente ricevute dal personale del carcere dalla sua famiglia. vogliamo anche condividere con voi ciò che Patrick ha detto durante la breve visita. Negli ultimi cinque mesi e mezzo, la famiglia di Patrick ha ricevuto da lui solo due brevi lettere, e ha inviato decine di lettere per Patrick ai responsabili della visita presso la struttura carceraria ogni settimana. Tuttavia, ieri abbiamo saputo da Patrick che aveva inviato lunghe lettere dirette alla sua famiglia e ai suoi amici - almeno 20 in totale nel corso di quei mesi - ma la sua famiglia non ne ha ricevuta nessuna. Abbiamo anche saputo che Patrick non aveva ricevuto molte delle lettere scritte per lui dalla sua famiglia e dai suoi amici, anche se sono state ufficialmente ricevute dal personale del carcere dalla sua famiglia." Ieri infatti la pagina Facebook 'Patrick Libero' scriveva che "per la prima volta dopo più di cinque mesi e mezzo a un membro della famiglia di Patrick Zaki è stato permesso di vederlo". Patrick Zaki fu fermato il 7 febbraio scorso all'aeroporto del Cairo di ritorno da Bologna dove frequentava un master all'Università.  Per il governo egiziano sarebbe responsabile dei reati di minaccia alla sicurezza nazionale, incitamento a manifestazione illegale, sovversione, diffusione di notizie false e propaganda per il terrorismo. Da febbraio molti gli appelli e le manifestazioni per la sua liberazione soprattutto in Italia, dove il suo caso è stato - per quel che riguarda il modus operandi egiziano - paragonato a quello di Giulio Regeni. Nei mesi scorsi lo studente aveva chiesto una perizia per torture subite in carcere dove è stato rinchiuso senza un processo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Video:

 

"Sua madre ha raccontato che Patrick sta bene. Ha perso un pò di peso ed era leggermente diverso, ma in generale è in buona salute", prosegue il post. "Patrick ha chiesto per quanto ancora sarà detenuto infondatamente e si è mostrato preoccupato per lo stato dei suoi studi, che spera di poter riprendere al più presto", riferisce ancora la pagina curata da attivisti che chiedono la scarcerazione di Zaky. 

 

Il 13 luglio scorso la procura del Cairo ha deciso di prolungare la detenzione del giovane per altri 45 giorni. Per lui dopo l'arresto, non è previsto un processo come consente la legge egiziana. La sua legale, Hoda Nasrallah, ha descritto la faccenda come "un gioco legale

 

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