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8 maggio 2020

 

La seconda ondata del virus si propaga nella Cina meridionale

 

La seconda ondata dell’epidemia si sta propagando nella Cina meridionale: la città di Guangzhou ha annunciato oltre dieci portatori asintomatici negli ultimi giorni, mentre una provincia vicina e la città di Shenzhen hanno segnalato nuove infezioni tra le persone che arrivavano da Guangzhou. Complessivamente, a fine di aprile sono state segnalate oltre cento nuove infezioni nella città di Guangzhou, e alcune decine tra

 

Nel frattempo, nella parte opposta della Cina, i residenti della provincia dell’Heilongjiang, situata nel nord-est, hanno segnalato lo scoppio di nuovi focolai anche in altre città della provincia. E solo di recente le autorità hanno indicato nuove infezioni nelle città di Harbin e Mudanjiang.

 

A Wuhan, la città della Cina centrale dove è iniziata l’epidemia, i residenti non hanno potuto godersi i cinque giorni della festa dei lavoratori: i video postati sui social media mostrano lunghe file di cittadini che attendono di fare il test davanti agli ospedali, perché solo quelli negativi al virus possono visitare un’altra città.

 

La città meridionale di Guangzhou

Il 3 maggio, la commissione sanitaria municipale di Guangzhou ha confermato un nuovo caso asintomatico nel distretto di Zengcheng: si tratta della decima infezione ufficialmente segnalata nel distretto. Nel mese di aprile, anche altri distretti della vivace metropoli avevano segnalato nuovi focolai.

 

Il 27 aprile la commissione aveva annunciato che uno degli asintomatici diagnosticati era una donna di 24 anni della città di Xintang, risultata positiva al test presso il Nanfang Hospital Zengcheng. Le autorità non hanno però spiegato perché la donna si fosse recata all’ospedale nonostante non presentasse sintomi. Il 28 aprile la commissione ha confermato altri sette asintomatici. Cinque di loro sono parenti della giovane donna, mentre uno è un suo collega.

 

I primi due giorni di maggio, la commissione ha poi segnalato altri asintomatici nella città di Xintang, sottolineando che gli individui erano stati a contatto con persone a cui era stata fatta una diagnosi.

 

Tuttavia, i dati delle regioni vicine indicano che l’epidemia di Zengcheng potrebbe essere iniziata ben prima di questi dieci casi. Il governo della città di Shenzhen ha infatti annunciato il 29 aprile un nuovo caso, un ventinovenne arrivato nel distretto Bao’an di Shenzhen da Zengcheng il 22 aprile, che ha iniziato a sviluppare i sintomi la sera del 24 aprile. Le sue condizioni sono poi peggiorate rapidamente. Il 26 aprile, l’uomo si è recato all’ospedale popolare di Bao’an, dove è risultato positivo al test dell’acido nucleico, e due giorni dopo gli è stata confermata ufficialmente la malattia.

 

Attualmente, infatti, le autorità locali usano vari mezzi di diagnosi (non solo il test dell’acido nucleico), prima che un paziente venga ufficialmente confermato positivo al Covid-19.

 

Anche nella provincia del Guangxi è stato segnalato un nuovo caso relativo a Zengcheng: Xu Wanjie e la moglie hanno visitato Zengcheng e vi hanno soggiornato in un albergo dal 12 al 26 aprile. Dopo essere tornati a casa nella provincia del Guangxi, hanno partecipato a un ricevimento funebre su larga scala con almeno trentacinque famiglie e hanno visitato diverse aree. Il 28 aprile la polizia di Guangzhou li ha chiamati e ha spiegato loro che alcuni ospiti che hanno soggiornato nello stesso hotel sono risultati positivi, e quindi sia i coniugi che centinaia dei loro stretti contatti dovevano essere messi in quarantena.

Sebbene la polizia di Guangzhou abbia parlato di casi diagnosticati nel quartiere Zengcheng, in quel periodo le autorità non hanno annunciato ufficialmente alcun paziente con sintomi nel quartiere. In precedenza le autorità di Guangzhou erano a conoscenza di dati incoerenti.

 

Heilongjiang, Nord-Est

Nella provincia dell’Heilongjiang, nel nord-est della Cina, i dati ufficiali non mostrano nuove infezioni nella città di Jiamusi. Tuttavia, la popolazione locale ha descritto una situazione diversa. La signora Zhang residente nel quartiere Zhixing del distretto di Xiangyang, città di Jiamusi, il 4 maggio ha dichiarato: «[Le autorità, ndr] stanno costruendo muri per isolare ogni edificio del quartiere»; inoltre, alcuni complessi residenziali nel vicino quartiere di Qianjin sono stati chiusi. La Zhang si è lamentata perché i funzionari del governo locale non hanno spiegato se ci sono nuovi casi positivi o asintomatici, ma i residenti sono tenuti a far controllare la temperatura corporea e l’applicazione del codice sanitario, prima di entrare o uscire dal loro complesso.

Il signor Li, un altro residente di Jiamusi, ha riferito a Epoch Times: «Gli addetti alla sicurezza ai posti di blocco del nostro complesso residenziale ci hanno detto di restare a casa perché l’epidemia è molto grave. Alcuni hotel vengono usati come centri di quarantena».

 

Il 29 aprile il governo di Jiamusi ha ordinato alla città di «prendere misure straordinarie per garantire che non ci siano infezioni negli ospedali», senza fornire altri dettagli.

All’interno della provincia, anche la sua capitale Harbin sta subendo un’epidemia di seconda ondata. Le autorità hanno confermato vari focolai presso i due importanti ospedali cittadini e nei quartieri del distretto di Daowai.

 

Gli ultimi documenti ottenuti da Epoch Times riportano che, anche Mudanjiang, confinante con la Russia, ha segnalato focolai all’interno degli ospedali e ha avviato misure rigorose per contenere la diffusione del virus.

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