Fonte: www.remocontro.it

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28 Gennaio, 2020

 

Le Regole Democratiche sono un Inferno Dittatoriale

di Antonio Cipriani

Giornalista con una vocazione per il lato oscuro delle storie ufficiali,

 

Tutti avete da sempre sentito esprimere da parte di ogni leader politico la parola Democrazia e’ come un mantra che ipnotizza gli individui, che ammaliati da questa frase sembrano di colpo ipnotizzati e disposti a tutto pur di adempiere ad ogni necessita’ che questa parola induce a compiere.

 

Nel nome della democrazia si sterminano milioni di persone, si e’ disposti a cedere la totale sovranità’ nazionale,delegando ad una struttura esterna tutta la nostra libertà’, per operare le giuste misure da prendere nel caso qualcuno decidesse di non adempiere ai suoi doveri di libero cittadino.

Si finisce per cedere la propria vita e la si pone nelle mani di chi tratta le persone come oggetti da usare e gettare nel momento in cui non servono più’, lo spettacolo deve andare avanti, ma il regista ha già dettato un copione che non lascia spazio alla fantasia e il pubblico applaude a comando, per non rovinare la scena pianificata.

 

Sembra un incubo, ma e’ stupefacente riscontrare con quanta disinvoltura si accetta una delirante presa di posizione contro gli esseri umani da parte di un ristretto numero di persone, che paradossalmente gode del supporto totale e incondizionato da parte di chi le conseguenze le vive e le sperimenta quotidianamente.

Toba60

 

La Democrazia Mascherata a Sovranità Limitata

Si fa presto a dire che il nostro Paese sullo scenario internazionale conta come il due di coppe a briscola quando regna bastoni. Che dovrebbero fare di più di quanto fanno o non fanno quelli che governano? Gestiscono una barchetta che naviga a vista, impegnati da decenni a fare la centesima legge elettorale, la millesima legge sul decoro, a inseguire misero consenso sparando allo zero, a combattere nelle arene televisive per lo slogan più accattivante, per cavalcare il brivido del marketing della politica.

Che dovrebbero decidere, di testa loro e per il bene del Paese, quando le decisioni le prendono altrove, in altre sedi, per altre finalità strategiche. Viviamo in una democrazia a sovranità limitata. Ci sono delle regole da rispettare. Alcune fatte di trattati, alleanze e rapporti tra governi; altre oscure, figlie di quel livello segreto che innerva la democrazia asimmetrica. 

 

Dovrebbero provare a tenere la schiena dritta sul piano internazionale? Pretendere rispetto istituzionale? Ma avete presente che cosa è oggi il turbocapitalismo? Chi comanda le democrazie? Come si muovono i mercati?
E a voi, poveri illusi, opinionisti quattro stagioni sembra una cosa da niente? Ma per caso avete dato uno sguardo alla storia recente del nostro Paese, a quello che è accaduto su queste nostre strade dal dopoguerra a oggi? Sapete della strategia della tensione? Del tintinnare di sciabole? Degli omicidi selettivi, della presenza per decenni di tutte le forme di eversione democratica conosciute? Conoscete la storia di Enrico Mattei? E quella di Aldo Moro che col Muro di Berlino in piedi, e una guerra fredda ancora in azione, voleva sdoganare il Pci? E Gladio? E la quantità enorme di uomini di giustizia e speranza fatti fuori selettivamente? E la mafia invincibile, non ci avete fatto caso? E Andreotti? E Craxi? E le privatizzazioni insensate del patrimonio nazionale? 

Ancora mi venite a dire che il nostro Paese conta zero?  Conta quello che vale. 

 

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