Fonte:  Enrica Perucchietti

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25/05/2020

 

Microchip: Biohax pronta a impiantare chip sottopelle a 2500 cittadini italiani

di Enrica Perucchietti

 

Eric Larsen, a capo della Biohax Italia, azienda leader nel campo della produzione di microchip, ha fatto sapere di essere in attesa dell’approvazione delle autorità sanitarie e del Ministero della Salute per poter diffondere la propria tecnologia anche in Italia, ossia per impiantare chip sottocutanei a circa 2500 cittadini tra Milano e Roma.

 

(Video euronews)

Migliaia di svedesi e tedeschi si sono già fatti impiantare microchip sotto la pelle della mano e ora la Biohax è pronta ad allargare il proprio mercato agli altri Paesi europei.

 

DA TABÙ DELLA CONTROINFORMAZIONE A TEMATICA DI MODA

Quello dei microchip sottocutanei è uno dei temi più delicati e controversi nel campo della controinformazione. La tematica è sempre stata trattata come una paranoia cospirazionista: come succede spesso in questo settore, le notizie che vengono liquidate come “fake news” si confermano poi “vere” dopo qualche anno, dando ragione a quei ricercatori che nel frattempo, come delle novelle Cassandre, sono stati screditati come dei pazzi visionari.

 

LA SVEZIA: DALL’ABOLIZIONE DEL CONTANTE AL MICROCHIP

Proprio dalla Svezia sta dilagando in tutto l’Occidente una nuova tendenza che porta all’estremo l’abolizione del contante e l’utilizzo della tecnologia: farsi impiantare un microchip sottopelle contenente password, Pin, dati delle carte di credito, abbonamenti ai mezzi pubblici, biglietti del treno, chiavi di accesso a musei o altri edifici. O anche per evitare di dover usare le chiavi dell’auto.

 

La fiducia nei mezzi tecnologici sta portando alla graduale costituzione di una società trasparente, in cui ogni nostro movimento, acquisto, abitudine, inclinazione può essere mappato, controllato, schedato.

 

UN CHIP PER ELIMINARE PASSWORD, TESSERE E CONTANTI

I chip sono poco più grandi di un chicco di riso e vengono sparati da una siringa tra il pollice e l’indice della mano sinistra.

Il chipping è un’operazione veloce che avviene in pochi minuti in anestesia locale. Una volta inserito sottopelle, il chip rimane invisibile a occhio nudo.

 

La progressiva diffusione dei chip non sta avvenendo ovviamente in modo coercitivo (l’obbligo spingerebbe la popolazione a ribellarsi) ma incentivando le persone a farseli impiantare in modo volontario.

 

Si vuole diffondere l’idea nell’opinione pubblica che un chip sottocutaneo sia utile e comodo e che con esso si possano saltare le code alle casse, utilizzare la propria mano come badge ed eliminare password, tessere e contanti. E ovviamente contrastare l’evasione fiscale.

 

QUANDO LE AZIENDE PROPONGONO IL CHIPPAGGIO AI PROPRI DIPENDENTI: IL CASO DI EPICENTER

Non sono solo i privati a essere stati folgorati dalla moda dei microchip.

Sempre più aziende fanno a gara per impiantare un chip nei propri dipendenti: una tra tutte la svedese Epicenter, impegnata nel settore high tech.

La tendenza, però, come anticipato, non è un’esclusiva svedese e si sta diffondendo a macchia d’olio in tutto l’Occidente, dal Belgio al Regno Unito, ora persino all’Italia, raggiungendo accordi con alcune imprese e sollevando le preoccupazioni dei sindacati sul controllo dei dipendenti e la riduzione dei loro diritti di privacy.

 

RENDERE ALLA MODA I CHIP PER CONTROLLARE LA POPOLARE

È evidente che per controllare la popolazione (e limitarne la privacy) si sta rendendo “alla moda” il chip sottocutaneo, spingendo così la popolazione a “correre” a farselo impiantare volontariamente per comodità. Fatture elettroniche, dispositivi contactless ed eliminazione progressivo del contante sono solo tappe provvisorie di questo processo.

 

L’imposizione o le modalità segrete hanno infatti scarso successo e basta manipolare l’opinione pubblica per gradi (secondo il principio della Rana bollita di Chomsky) promuovendo i benefici a scapito dei risvolti ambigui o addirittura pericolosi di ciò che si vuole introdurre per legalizzare qualunque idea, anche la più impensabile (come insegna la Finestra di Overton).

 

Siamo stati talmente ammaestrati dal potere da arrivare ad accettare qualunque “innovazione” ci venga offerta come “progresso”, senza pensare alle conseguenze di queste “mode”, come ho approfondito in Cyberuomo (Arianna Editrice).

 

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