Originale: New York Times

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22 maggio 2020

 

Vite dipendono dalle discussioni sul debito dell’Argentina

di Mark Weisbrot

Traduzione di Giuseppe Volpe

 

L’Argentina è attualmente impegnata in intensi negoziati con i propri creditori riguardo ad almeno 65 miliardi di debito governativo. La parte più importante di tali negoziati, che può decidere le sorti della ripresa economica argentina è il debito in valuta. E’ prevalentemente in dollari e per la maggior parte detenuto da stranieri.

 

I 45 milioni di residenti dell’Argentina, nonché centinaia di milioni di persone su questo pianeta, hanno un grande interesse all’esito di questi negoziati. Con entrate vitali in valuta a precipizio nella recessione mondiale, quante saranno utilizzate per importazioni essenziali, quali farmaci e cibo, e quante saranno usate per rimborsare debiti?

Se i governi saranno costretti a usare scarse valute per onorare rimborsi di debiti insostenibili, non saranno in grado di permettersi l’assistenza sanitaria, i test, le attrezzature mediche e persino le misure di “distanza sociale” per contenere la pandemia di coronavirus. E se l’austerità protrarrà o aggraverà la crisi economica, i problemi di far fronte alla crisi sanitarie peggioreranno.

Questo è il genere di dure scelte che i negoziati sul debito sovrano per le quali i negoziati sul debito potrebbero creare un precedente nei prossimi mesi.

Il Programma Alimentare Mondiale prevede che il numero delle persone che saranno sull’orlo della morte per fame quest’anno circa raddoppierà, da 135 milioni e 265 milioni. Nel 2020 e nel 2021 i rimborsi da parte dei paesi a basso e medio reddito del loro solo debito esterno esploderanno a tra 2,6 e 3,4 trilioni di dollari. L’Argentina è tra i molti paesi il cui carico attuale del debito è insostenibile. Alcuni dei maggiori creditori hanno rifiutato l’offerta iniziale del governo, ma sarebbero stupidi a costringere l’Argentina all’insolvenza. Ciò potrebbe accadere il 22 maggio, quando scade un periodo di grazia per il pagamento degli interessi, o ancor prima se i negoziati falliranno.

A suo credito, il Fondo Monetario Internazionale ha riconosciuto questa realtà già lo scorso febbraio, quando ha spiegato perché non sarebbe possibile all’Argentina utilizzare l’austerità di bilancio per rimborsare il debito. “Un significativo contributo di creditori privati” sarebbe necessario per ripristinare la sostenibilità del debito, hanno affermato gli economisti del FMI. In altre parole, i creditori privati – che detengono il 41 per cento dell’attuale debito estero dell’Argentina – dovrebbero ottenere mendo dei rimborsi promessi dei loro titoli.

Riconoscendo la necessità della ripresa di un’economia già nel suo terzo anno di recessione, il FMI ha condotto a fine marzo un’analisi più dettagliata della crisi debitoria dell’Argentina che ha proposto nessun taglio alla spesa per i prossimi quattro anni. Ha concluso che il governo argentino non poteva permettersi di effettuare alcun rimborso del debito in valuta a creditori privati dal 2020 al 2024.

L’analisi del FMI di ciò che potrebbe essere sostenibile è dunque simile a quanto sta proponendo il governo argentino recentemente eletto del presidente Alberto Fernandez.

Naturalmente il FMI ha anche sottolineato che esiste un’enorme incertezza riguardo al prossimo futuro e rischi di aggravamento, poiché tanto di ciò che accade sia all’Argentina, sia all’economia regionale e mondiale dipende del corso imprevedibile della pandemia. Persino negli Stati Uniti, un paese ad alto reddito la cui banca centrale sta attualmente stampando trilioni di dollari, la pandemia ha condotto a perdite di occupazione e di prodotto interno lordo a livelli che non si vedevano da più di settant’anni.

Ma i pericoli sono enormemente maggiori per paesi a reddito basso e medio, come in America Latina. La perdita di entrate da esportazioni può determinare crisi della bilancia dei pagamenti poiché l’economia dipende da tali entrate in dollari per pagare importazioni e rimborsare il debito. La conseguenza può essere scarsità di importazioni essenziali, persino salvavita, nonché crisi finanziarie e debitorie che alimentino recessioni prolungate e persino depressioni.

Il caso dell’Argentina mostra chiaramente quanto sia importante per il governo essere in grado di arrivare a una soluzione sostenibile del debito e quanto sia pericoloso tentare di onorare un carico del debito che è insostenibile.

Di fatto alcuni di questi pericoli si sono materializzati in Argentina prima della crisi del COVID-19 e prima che colpisse la recessione mondiale: un accordo di finanziamento del FMI con il governo precedente per un importo record di 57 miliardi di dollari nel 2018 aveva richiesto politiche monetarie e di bilancio più rigorose. La conseguenza era stata tassi d’interesse elevati in misura esorbitante, un forte deprezzamento del peso e un’elevata inflazione, oltre ad aumentare l’indebitamente estero e la profonda recessione che prosegue fino a oggi.

Questo genere di spirale evitabile al ribasso ha avuto luogo in vari paesi quando hanno colpito crisi precedenti, come durante la crisi finanziaria e la Grande Recessione tra il 2008 e 2009, la crisi finanziaria asiatica del 1997-1999 o l’America Latina negli anni Ottanta, un periodo noto come il decennio perduto. Questi esiti tragici potrebbero ripetersi ora se il carico insostenibile del debito fosse sostenuto da un’austerità mortale. E la minaccia immediata alla vita umana è oggi molto maggiore, quando la differenza tra governi che compiano i passi necessari per contenere il coronavirus e paesi che non lo facciano è stimata in milioni di vite.

Qui negli Stati Uniti c’è almeno una certa attenzione alle ingiustizie esacerbate dalla depressione del COVID-19: ad esempio percentuali molto più elevate di contagi e morti in base a razza e reddito.

Tuttavia vaste disuguaglianze strutturali a livello internazionale sono esacerbate ancor più di quanto lo siano a livello nazionale dalla pandemia e il debito e la finanza internazionale sono tra i principali veicoli attraverso i quali ciò accade. Ma i negoziati sul debito argentino possono intraprendere un percorso migliore.

L’Argentina ha avanzato una proposta ragionevole di ristrutturazione del suo debito in valuta con creditori privati. La sua offerta più recente rimanda i rimborsi del debito per i prossimi tre anni. Proroga le scadenze e riduce i tassi d’interesse passando a una media di circa il 7 per cento al 2,3 per cento. C’è una riduzione minima del capitale.

Martin Guzman, il ministro argentino dell’economia, ha affermato che il governo è flessibile quanto alla combinazione di queste misure, fin quando il debito è sostenibile.

I creditori dovrebbero accettare la realtà che carichi insostenibili del debito conducono solo a crisi peggiori lungo il percorso. In questo momento cruciale di pandemia e recessione globali, molte vite dipendono dal comprendere questo.

 


da Znetitaly – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte:  https://zcomm.org/znetarticle/lives-depend-on-argentinas-debt-talks/

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