renovatio21.com - 22/02/2021 - L’auto su cui viaggiava il nostro diplomatico, secondo le prime ricostruzioni, sarebbe stata assaltata da un commando terroristico che avrebbe utilizzato armi leggere, anche se «Sulla dinamica e il movente sono ancora in corso accertamenti» scrive l’ANSA. Tuttavia, secondo i ranger del parco nazionale Virunga, l’attacco sarebbe stato un tentativo di rapimento – informazione rilanciata anche in Israele da Jerusalem Post.
Roberto Dal Bosc


huffingtonpost.it - 22/02/2021 - C'è una pista ruandese. Sono due, entrambi del World Food Program (Wfp), i veicoli presi di mira oggi nella Repubblica democratica del Congo, in cui sono rimasti uccisi l’ambasciatore Luca Attanasio, il carabiniere Vittorio Iacovacci e un autista del Wfp. Lo ha detto il rappresentante aggiunto del segretario generale dell’Onu nel Paese, David McLachlan-Karr, che condanna con la più grande fermezza l’episodio.
Il convoglio attaccato in Congo si stava recando da Goma a visitare il programma di distribuzione di cibo nelle scuole di Rutshuru, nel territorio di Nyiragongo. Il viaggio era stato autorizzato senza una scorta perchè la strada era considerata sicura.


huffingtonpost.it - 22/02/2021 - Un tentativo di rapimento quello che si è verificato intorno alle 9 di mattina, nella Repubblica Democratica del Congo, Sono molti i gruppi armati che operano nella zona dei monti Virunga, fra Congo, Ruanda e Uganda, e spesso prendono di mira i ranger del parco, famoso per i gorilla di montagna. Actualite.cd, portale congolese, citando alcune fonti, scrive che gli autori dell’attacco avrebbero avuto come obiettivo principale proprio il diplomatico italiano. Secondo fonti della polizia locale, al vaglio degli inquirenti italiani, l’ambasciatore e il carabiniere sarebbero stati portati nella foresta, dopo la morte dell’autista, e lì uccisi.


gospanews.net - 2021/02/22 - Ancora non si conosce se l’azione di stampo militare sia stata ordita da una gang malavitosa locale o da un gruppo affiliato con organizzazioni terroristiche internazionali. Ma quanto accaduto legittima il sospetto che possa essersi trattato di un attacco dell’ISIS. Nel 2019, infatti, gli estremisti islamici della Bandiera Nera hanno fondato lo Stato Islamico dell’Africa Centrale che proprio un mese fa ha dimostrato la sua forza assaltando un carcere e liberando 1300 detenuti. «Almeno 1.300 prigionieri sono scappati da una prigione nella Repubblica Democratica del Congo i martedì, hanno detto le Nazioni Unite, dopo un assalto armato per il quale lo Stato Islamico ha rivendicato la responsabilità. Un funzionario locale ha attribuito l’operazione a un gruppo ribelle islamista. Ma Amaq, il notiziario ufficiale dello Stato Islamico, ha detto che i combattenti dell’Isis avevano attaccato una prigione congolese, citando una fonte militare», ha scritto il New York Times il 20 ottobre 2020. «L’assalto a Beni, nel nordest del Paese, ha preso di mira la prigione centrale di Kangbayi e il campo militare che la difende, ha detto martedì mattina alle agenzie di stampa il sindaco della città, Modeste Bakwanamaha. Il sindaco ha detto che solo 100 dei detenuti della prigione, che erano più di 1.400, sono rimasti, anche se altri 20 sono tornati in seguito »ha riferito il NYT. Circa una settimana dopo lo Stato islamico aveva anche rivendicato l’attacco a una chiesa nel Congo orientale in cui era stata compiuta una strage di fedeli cristiani, lo riferì l’agenzia di stampa Amaq del gruppo, senza prove. L’attacco era avvenuto nella notte di mercoledì 28 ottobre 2020 nel villaggio di Baeti nella provincia del Nord Kivu. Un gruppo per i diritti civili aveva riportato un bilancio delle vittime di almeno 18 persone e una chiesa bruciata

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