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25 luglio 2021

Della fine di un mondo e dell'opportunità di agire

In questi tempi di morte, non ci sono quasi regole. Mascherine e filtri non sono più necessari. Mai l'ipocrisia umana è stata così ben esposta. Accontentarsi di osservare la penombra in cui legioni di mostri liberati dall'inferno lottano per affermarsi in una falsa realtà che si dipana in questo vento di follia seminato da un'altrettanto falsa postmodernità sarebbe un suicidio. Il soggetto è l'oggetto della sua osservazione ma anche uno dei fattori che influenzano e addirittura inducono la variazione di questa osservazione e di conseguenza del soggetto e dell'oggetto.

Dobbiamo quindi agire. Agire è un atto molto pericoloso se ci si riferisce alle filosofie orientali, piene di saggezza acquisita con un empirismo storico traumatico. I miti sono tutti basati su una verità iniziale o prima alterata sulla lama più o meno affilata del tempo.
Nel nostro piccolo angolo di cosmo o di universo (c'è un'infinità di universi e le leggi fisiche non valgono ovunque), ogni azione porta sistematicamente ad una reazione o ad una serie di reazioni a catena che possono influenzare, contrastare o modulare l'azione iniziale e ogni volta portano ad altri cicli di feedback.

L'azione tanto adorata dalla cosiddetta costruzione concettuale occidentale modifica ogni volta una serie di parametri e influenza negativamente all'infinito il funzionamento di un universo coerente e armonioso. È quindi una delle componenti del male. La guerra è uno degli esiti dell'azione che parte da un'idea o da un insieme di idee costruite e non sempre riflette la parvenza di realtà percepita o artificiale.

C'è qualcosa di indefinibile e di mistico nel sangue. È più di un organo vivente. È un mondo a sé stante. È stato scritto che verrà un tempo in cui l'uomo vorrà cambiare la creazione. Il tentativo di modificare o alterare i mitocondri e giocare con l'RNA messaggero o addirittura il genoma umano è un primo passo verso un futuro piuttosto terrificante. Terrificante in quanto la natura finisce sempre per riprendersi i suoi diritti violati dall'orgoglio umano. Questa è una lezione da tempo immemorabile e un nomos noto da millenni.

Il crimine non paga mai.
Il nostro status di osservatore non è più sostenibile. D'ora in poi siamo costretti a reagire e ad agire in un ciclo drammatico con conseguenze ben oltre la semplice posta in gioco della nostra vita.

La resistenza passiva, come dimostrato durante la liberazione dell'India, potrebbe essere una fonte di ispirazione ma non un modello perché il paradigma del potere diffuso si è molto evoluto dalla fine della seconda guerra mondiale.

L'Idra avanza senza maschera. Resistere è diventato obbligatorio.

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