InfoPal. 
10/5/2021

300 Palestinesi feriti da coloni e polizia
di occupazione

Sale il numero dei feriti a Gerusalemme, a seguito delle violenze perpetrate dalle forze di occupazione israeliane (IOF).  Si parla di quasi 300 gerosolimitani feriti.

Gerusalemme/al-Quds-Quds Press, Wafa e PIC. Un vasto spiegamento di forze di polizia ha preso d’assalto e circondato il complesso della moschea di al-Aqsa, lunedì mattina, sparando proiettili di metallo rivestiti di gomma, gas lacrimogeni e granate sonore contro i palestinesi, ferendone a centinaia.
Almeno sei giornalisti hanno sofferto per la loro esposizione ai gas lacrimogeni durante la copertura del raid israeliano nel complesso di al-Aqsa, secondo quanto riportato da fonti locali.
Secondo la Mezzaluna Rossa palestinese, centinaia di palestinesi sono stati feriti e almeno 50 sono stati ricoverati in ospedale.
La Mezzaluna Rossa ha aggiunto che ai suoi paramedici è stato negato l’accesso a al-Aqsa per fornire assistenza medica ai feriti.
“Ci sono centinaia di persone ferite negli scontri”, ha detto il gruppo medico in un comunicato stampa.
Diversi video mostrano lacrimogeni lanciati all’interno della moschea di al-Qibli e granate assordanti sparate su donne palestinesi all’interno della Cupola della Roccia.
Porte interne, finestre e mobili della moschea hanno subito danni durante l’attacco della polizia.
Migliaia di coloni estremisti hanno iniziato ad affluire, al mattino, verso Gerusalemme est occupata e la sua Città Vecchia per invadere la moschea di al-Aqsa come parte delle celebrazioni annuali del “giorno della riunificazione di Gerusalemme” che segna il momento in cui Gerusalemme est fu occupata, nel 1967, e successivamente annessa da Israele – con una mossa non riconosciuta dalla maggioranza della comunità internazionale.
Questa marcia dei coloni di solito vede atti di estrema violenza e provocazione nelle aree palestinesi nella Città Vecchia e nei quartieri di Gerusalemme est.


InfoPal. 
10/5/2021

Cosa sta succedendo a Sheikh Jarrah?

A cura dei Giovani palestinesi d’Italia. Cosa sta succedendo a Sheikh Jarrah?
• Il 16 febbraio 2021 la corte distrettuale di Gerusalemme decide che sei famiglie palestinesi, i Kurd, i Jaouini, i Qaasem e gli Skafi, residenti a Sheikh Jarrah devono lasciare le proprie case entro il 2 maggio a favore dell’ingresso di coloni sionisti.
• La rivendicazione delle case e dei terreni a Sheikh Jarrah è antica. Nel 1956, 28 famiglie di profughi palestinesi, sfollati dalle città di Haifa e Yafa otto anni prima, si stabiliscono nell’area di Karm al-Jaouni a Sheikh Jarrah. La Giordania, che a quell’epoca amministrava la Cisgiordania, in accordo con l’UNRWA costruisce loro case a Sheikh Jarrah, in cambio essi dovevano rinunciare allo status di “rifugiato” e dopo tre anni di residenza lì, avrebbero ricevuto gli atti fondiari.
• Ma quando nel 1967 l’entità sionista occupa la Cisgiordania, i sionisti rivendicano quei terreni sui quali la Giordania ha costruito case, dicendo che sono dei loro avi che erano lì prima del 1948. Secondo una legge israeliana, difatti, gli israeliani possono rivendicare i terreni dei loro avi, cosa che non è assolutamente concessa ai palestinesi.
• Le famiglie palestinesi si sono appellate alla corte suprema israeliana e questa, il 6 maggio, avrebbe dovuto prendere una decisione al riguardo. Ma l’udienza è stata spostata al 10 maggio. Giorno in cui si festeggia il Jerusalem Day (occupazione di Gerusalemme).
• Fino a quel giorno, i pestaggi, le irruzioni nelle case dei palestinesi, le violenze dei coloni non cesseranno. I soldati li proteggono lanciando bombe sonore, proiettili rivestiti di gomma e la famosa “skunk water”, acqua chimica dall’odore insopportabile. Dal 2 maggio gli abitanti di Sheikh Jarrah sono come assediati da soldati e coloni, ma loro, resistono. Contro la pulizia etnica e contro l’espropriazione illegale delle loro case e delle loro vite.

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