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24 mag 2021

“Il problema è l’occupazione, il resto è fuorviante”
di Samed Ismail

“Mettere Hamas prima di Israele, mettere i razzi e i bombardamenti sullo stesso piano è una cosa vergognosa. Qualsiasi dato non rivolto a far luce sul progetto sionista, è fuorviante e allontana dal nocciolo della questione”, scrive Samed Ismail

Roma, 23 maggio 2021, Nena News – «Ora dobbiamo continuare a parlare di Gaza, dei suoi bambini che sono nati sotto Hamas, per cui razzi e bombardamenti sono un evento ricorrente (4 volte in 12 anni), e che sono ancora sotto blocco israeliano e isolati dal mondo». Da una storia Instagram di randa_ghazy, mediattivista palestinese che in questi giorni ha raccontato ciò che sta accadendo in Palestina, con un buon seguito in Italia.
Mettere Hamas prima di Israele, mettere i razzi e i bombardamenti sullo stesso piano è una cosa vergognosa. Batto molto su Hamas, nonostante sia di una parte politica avversa, perché questo genere di retorica è fuorviante e denota una serie di preconcetti ideologici. Che messaggio si vuole lanciare al mondo parlando in questi termini di Hamas? Che c’è una Palestina buona e una cattiva? Se si vuole dire che i palestinesi sono vittima di Hamas come lo sono di Israele questa è una bugia, ad ogni modo non capisco in che modo simili affermazioni possano giovare alla causa palestinese, a livello di immagine e di contributo politico.

Chi si rivolge agli Italiani, Europei, Occidentali in questi termini lo fa con l’intento di ripulire l’immagine della Palestina dalla macchia del “fondamentalismo islamico”, per rendere più appetibile la questione palestinese allo spettatore. Chi utilizza questo tipo di retorica ha introiettato e alimenta un istintivo rifiuto per l’Islam politico. Ciò non significa che Hamas non si debba criticare, bisogna però vedere quali sono i contenuti della critica, e io ne vedo pochi. Se per Israele ci si prodiga in discorsi articolati e dai toni pacati, per non sembrare antisemiti allo spettatore bianco occidentale, con Hamas si può tagliare corto, perché l’islamofobia, a differenza dell’antisemitismo, è socialmente accettata in Occidente.
Basta notare la differenza di trattamento riservato al fondamentalismo ebraico.

Nonostante Israele sia infatti una teocrazia c’è la credenza implicita che il fondamentalismo dei sionisti bianchi sia bilanciato dall’intrinseca razionalità occidentale; l’estremismo israeliano non è quasi mai trattato come estremismo religioso ma come estremismo politico, quindi su un gradino più alto di civiltà. I coloni sionisti sono come noi, i combattenti islamici no, si trovano su un differente terreno antropologico. Se il paragone con gli israeliani non vi convince vi chiedo: se avete a cuore la vita e l’interesse dei palestinesi, se la critica ad Hamas fosse solo politica e non viziata da una velata islamofobia, perché non vi esprimete con la stessa decisione contro l’Autorità Nazionale Palestinese?

Forse i nati in Cisgiordania, “sotto” Abu Mazen, sono più fortunati dei gazawi? L’ANP e la dirigenza di Fatah sono molto più responsabili delle sofferenze dei palestinesi in tutta la Palestina di quanto non lo sia Hamas per la popolazione di Gaza, eppure non vedo la stessa volontà di far arrivare questa informazione, fondamentale nell’economia della questione, allo spettatore Occidentale. Evidentemente i laici collaborazionisti per la pace vendono meglio dei musulmani per la resistenza. Questo dando per scontato che si debba propagandare qualcosa di più della “solidarietà con il popolo palestinese”, andando a spiegare al mondo le dinamiche interne alla compagine politica palestinese, cosa che non è affatto scontata e, dal mio punto di vista, non sempre utile, come in questo caso.
Il problema è l’occupazione, qualsiasi dato ambiguo, non rivolto a far luce sul progetto sionista, è fuorviante e allontana dal nocciolo della questione. Ci sarebbe un lungo ragionamento da fare sull’Islam e sulla sua politica, nel bene e nel male, fino ad allora ritengo inaccettabile che tutto venga liquidato con le equazioni Islam = terrorismo, Islam = brutto, Islam = arretrato, Islam = non-politico. Non riservo nemmeno al mio nemico simili semplificazioni, figurarsi a un partito della mia nazione colonizzata. La Palestina intanto festeggia l’unità del suo popolo grazie alla resistenza che, al contrario di quello che vogliono far credere gli israeliani, è composta anche da altri soggetti oltre Hamas. Nena News

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