Stato di Palestina
Ambasciata
di
Palestina
Roma - Italia


La Newsletter No 169 dell’Ambasciata di Palestina 11 febbraio 2021

“La Palestina ha accettato di sottomettersi ai termini dello Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale e ha per questo il diritto di essere trattata come qualsiasi altro Stato per le questioni relative all’attuazione dello Statuto”

I giudici della Corte Penale Internazionale


Se i palestinesi non meritano una casa
A volte il collegamento tra demolizioni e trasferimenti forzati ed espansione degli insediamenti non è così immediato, questa volta sì: il 9 febbraio, i cittadini di Sheikh Jarrah, a Gerusalemme Est, sono scesi in piazza per protestare contro la consegna delle loro case nelle mani di coloni illegali israeliani. La manifestazione è avvenuta di fronte alla Corte d’Appello Distrettuale, che ha stabilito di confermare l’immediata espulsione di quattro famiglie, in seguito alla battaglia legale sferrata dalle organizzazioni dei coloni, secondo i quali le loro quattro case prima del 1948 appartenevano ad ebrei e agli ebrei devono tornare, nonostante i palestinesi ci abitino da decenni. La stessa sorte toccherà, nel mese di marzo, ad altre 3 famiglie, su un totale di 17 a rischio di espropriazione ma che non si danno per vinte: incoraggiate dalle ultime decisioni della Corte Penale Internazionale, pensano di sporgere denuncia contro i coloni proprio presso questo tribunale.

Nel frattempo, le organizzazioni dei coloni si danno da fare in direzione opposta e, secondo il Coordinatore della Coalizione Civica per i Diritti Umani a Gerusalemme, stanno utilizzando qualsiasi mezzo per cacciare dalle proprie case gli 83 membri di queste famiglie palestinesi. Si tratta di una politica incoraggiata dalle autorità di occupazione e portata avanti regolarmente in diverse zone di Gerusalemme Est, come quelle di Silwan and Isawiyya.

Inutile dire che mentre i tribunali israeliani si preoccupano di attribuire le abitazioni dei palestinesi in base al credo religioso di chi le possedeva prima del 1948, gli stessi tribunali ignorano apertamente tutti i diritti di proprietà dei palestinesi su case o terreni di Gerusalemme Ovest e del resto del territorio in cui abitavano prima di essere cacciati in quella data, guardandosi bene dal “restituire” agli antichi proprietari case o terreni dove adesso abitano famiglie ebraiche.

Più che di un diritto, parliamo di una discriminazione, che colpisce i 300.000 palestinesi di Gerusalemme Est in tutti gli aspetti della loro vita: impiego, servizi, residenza e casa possono essergli sottratti in qualsiasi momento e per qualsiasi motivo.

Stando al Rapporto dell’associazione israeliana per i diritti umani B’Tselem intitolato “Una falsa giustizia”, i tribunali israeliani per questa politica di spoliazioni e trasferimenti forzati possono essere tranquillamente accusati di crimini di guerra, perché di questo si tratta secondo il diritto internazionale.

Sono dello stesso avviso 81 parlamentari britannici, che hanno fatto appello al loro Ministro degli Esteri affinché faccia tutto ciò che è in suo potere per evitare l’espulsione delle famiglie di Sheikh Jarrah a beneficio dei coloni.

Vedi: https://english.wafa.ps/Pages/Details/123201

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