torna al sommario

Originale: TeleSUR English
http://znetitaly.altervista.org
26 ottobre 2014

Società: sinodiche o monodiche?
di Nikos Raptis
traduzione di Giuseppe Volpe

Mi sono sempre chiesto come fosse la vita con la difficoltà dei trasporti nei secoli scorsi. Ad esempio, quanto “avventuroso” fu Johann Sebastian Bach ad andare da Koethen ad Amburgo, a 250 chilometri di distanza, nel 1720? Che genere di strade c’era all’epoca? Com’era viaggiare per giorni in carrozze trainate da cavalli? O, riandando a tempi ancora anteriori, 2.500 anni fa, come ci si poteva recare da Atene a Sparta, a circa 240 chilometri di distanza? Di nuovo: c’erano strade? Ci si muoveva prevalentemente a piedi?

Immagino che persone di culture e colore della pelle diversi fossero prive dei vantaggi o non potessero sobbarcarsi i costi di frequenti contatti tra loro. Ad esempio, tornando da tale viaggio Bach scoprì che sua moglie era morta durante la sua assenza. Durante i tre mesi in cui era stato via non aveva potuto avere alcun contatto con la sua famiglia.

Inoltre, a parte le élite di quei tempi, la gente comune pare trascorresse la maggior parte della propria vita in uno spazio molto limitato nelle vicinanze del luogo in cui era nata.

Io penso che il fattore dominante di questo problema millenario fosse la strada. Il termine greco per ‘strada’ è “odos” [accento sulla “o” finale]. Oggi la nozione di unione è espressa in greco con la preposizione “syn” (di qui, in inglese, “syn-thesis, “syn-biotic”, eccetera).

La sintesi di “syn” e “odos” produce il termine composto “synodos” [in italiano, “sinodo”]. Descrive il muoversi su una strada con l’intenzione di unirsi ad altre persone.

Il significato del termine “synodos” nella Grecia antica era semplicemente: “riunione, assemblea, specialmente per prendere decisioni”. Poi, con l’inizio della diffusione del cristianesimo dovunque, i cristiani si resero conto che le loro comunità dovevano comunicare tra loro. Così tra i 150 e i 200 anni dopo la nascita di Cristo, formarono consigli in ogni comunità per discutere i loro problemi e comunicarli ad altre comunità attraverso rappresentanti. Poiché all’epoca il greco era ciò che per noi oggi è l’inglese, era naturale che tali consigli fossero chiamati “sinodi”, attingendo al termine greco. Così oggi la parola ‘sinodo’ significa “una riunione regolare di membri della chiesa per la discussione di questioni religiose”.

[Parentesi: è interessante soffermarsi brevemente sulla storia e sul “contenuto” del sinodo cristiano. C’erano quattro tipi di sinodi (consigli) religiosi, a seconda del rango del ministro religioso che presiedeva ciascun sinodo e dell’area geografica che esso copriva: 1) ecumenico (che copriva il mondo intero); 2) regionale (che copriva varie chiese di una regione; 3) patriarcale (che copriva una singola chiesa, e 4) provinciale (che copriva l’area amministrata da un vescovo).

I primi cristiani, specialmente in Grecia, Asia e Africa, si resero istintivamente conto del valore della “partecipazione” delle “masse” nel processo decisionale. Costruirono perciò un sistema per prendere le decisioni, i sinodi, che si estendevano dal coprire il mondo intero sino a coprire piccole aree provinciali. Le decisioni erano basate sulla regola della maggioranza. Gli imperatori o i re non avevano diritto di voto; il loro ruolo era piuttosto “decorativo”. Il potere ultimo era riservato solo agli alti papaveri religiosi. Tuttavia i cristiani erano furbi abbastanza da consentire ai membri religiosi di ordine inferiore e persino alle persone comuni (la laicità!) di partecipare ai sinodi, senza diritto di voto.

Naturalmente il “sinodo” religioso era ed è uno strumento autoritario utilizzato dall’élite religiosa per risolvere dispute interne o anche per occuparsi delle pensioni del clero, come è successo solo pochi secoli dopo la morte di Cristo, ma in essenza erano un’esibizione “teatrale” di propaganda. Uno strumento utile, copiato dai politici per creare le proprie esibizioni teatrali nei parlamenti, nei congressi, eccetera. Il fatto che in realtà i primi religiosi utilizzassero questo tipo di “teatro”, con i sinodi, mirando a mostrare che le persone partecipavano al processo decisionale, indica la necessità di un processo “partecipativo” nelle società umane. Chiusa parentesi.]

Così i religiosi mutarono il significato originale greco del “sinodo” da quello di un consiglio per discutere questioni sociali in quello di un teatro religioso.

Ciò non significa che non possiamo mirare a creare società basate sull’idea originale non religiosa “sinodica” del “consiglio”. Un consiglio per prendere decisioni che avvia la sua traiettoria dal quartiere e arriva all’intero “mondo abitato”, che è ciò che il termine greco “ecumeni” (ed “ecumenico”) significa.

Il monodico

Il termine greco per descrivere un’entità che è sola o solitaria è “monos”. Il termine greco “ode” (come in inglese) significa canzone o ballata. Così la parola composta “mon-odia” significa una canzone cantata da una sola persona, un assolo.

I solisti non si esibiscono soltanto in luoghi in cui si suona musica. “Solisti” hanno esibito la loro “arte” brutale da imperatori, re, primini ministri, presidenti, eccetera, per migliaia di anni e fino a questo esatto momento.

Prendiamo Obama, negli Stati Uniti. E’ una persona che decide “da solo” di uccidere decine di migliaia di persone. Che Obama sia uno strumento di una cricca di stronzi, noti anche come le élite economiche del “mondo abitato” che gli dettano i loro desideri e che Obama poi promuove in tutto il pianeta ai collaboratori locali del genere Merkel per la disgrazia dell’umanità, non rende il crimine “plurale”, anche se è il leggendario 1% a commetterlo. Si tratta ancora di un’entità solitaria, che governa una società “monodica”. Una società in cui canta solo un’”unica entità”.

Penso che il caso di Hirohito in Giappone sia uno degli esempi più lampanti dell’”eroe solitario” [o dell’inesplicabile comportamento di milioni di esseri umani].


Hirohito

[Nota: tutte le informazioni su Hirohito contenute nel testo che segue sono basate sugli scritti di Herbert P. Bix, specialmente sul suo eccellente libro “Hirohito and the Making of Modern Japan” [Hirohito e la costruzione del Giappone moderno] (Perennial, 2001). Fine nota.]

Hirohito divenne imperatore del Giappone nel 1926. Tre anni prima, nel 1923, da principe ereditario, mentre era alla guida di un’auto fu attaccato da un giovane anarchico, armato di una piccola pistola usata per uccidere uccelli. Il solo danno provocato fu un finestrino rotto e un taglio provocato dal vetro al ciambellano di Hirohito. Al suo processo il giovane anarchico “chiese il capo dei giudici credesse davvero nella divinità dell’imperatore o semplicemente professasse tale fede per paura. Quando il giudice si rifiutò di rispondere, l’aspirante assassino avrebbe dichiarato: “Ho provato la gioia di vivere per la verità. Proseguite e impiccatemi” [pagg. 140-41]. Fu giustiziato.

Ora, che genere di persona è quella che permette che gran parte di più di 100 milioni di persone professino di considerarlo una divinità?

Bix conclude che “per gran parte della sua vita [Hirohito] fu al centro o in prossimità del centro del potere, agente attivo dei propri interessi e di quelli delle élite dominanti … Ritengo sia stato anche un essere umano turbato e inquieto” [pagg. 17-18].

Era un imperatore, cioè era la sola voce (o canzone) in un processo decisionale “monodico” in una società “monodica”. Ecco i risultati delle sue decisioni:

- Nel 1931 “non impedì che il suo esercito invadesse la Manciuria”. Nel 1937 “autorizzò l’invasione su vasta scala della Cina” e “esercito il totale controllo dell’utilizzo di armi chimiche in Cina” [Bix, International New York Time (INYT), 1 ottobre 2014).

- Durante la seconda guerra mondiale [WWII] fu responsabile della morte “di almeno venti milioni di asiatici (compresi più di tre milioni di giapponesi) e di più di 100.000 cittadini delle nazioni alleate occidentali, principalmente di Stati Uniti e Gran Bretagna” [Bix, INYT].

- Oggi è confermato che se non fosse stato per “la caparbietà di Hirohito nel rimandare la resa [del Giappone durante la WWII] … i bombardamenti incendiari delle sue città e le due bombe atomiche avrebbero potuto essere evitati” [Bix, INYT].

Bix scrive: “Egli [Hirohito] guidava una monarchia religiosa che in tempi di crisi consentiva che lo stato giapponese si autodefinisse una teocrazia” [pag. 16]. La combinazione di religione e stato offrì a Hirohito i mezzi per distruggere non solo il proprio paese ma anche popolazioni confinanti. Lo strumento fisico per far ciò era il soldato.

Hirohito, come anche la progenie di molte élite europee e statunitensi, era stato allevato nella cultura barbara degli antichi greci di Sparta. Ovviamente tutta questa educazione spartana aveva luogo (e lo ha tuttora) in un comodo lusso. Anche un viaggio di Hirohito in Europa nel 1921 rafforzò le sue tendenze militariste e autoritarie, come fece per molte delle élite del mio paese, la Grecia, nei decenni 1920-1930.

Il caso di Hirohito non è un “caso speciale”. L’”eroe” solitario che devasta il suo stesso popolo e altri è la norma. La questione della “divinità” di Hirohito è così ridicola che può essere ignorata. Quello che conta per Hirohito e conta anche per Obama, per la Merkel o per Cameron è la sofferenza umana di cui sono responsabili: i morti, i mutilati, i droni, eccetera.

Dunque come si può spiegare che milioni di esseri umani, i giapponesi, permettano che una persona come Hirohito causi tutto quel dolore e quelle offese alla loro vita e alla loro dignità? Com’è possibile che a una singola persona sia consentito, in questo stesso istante, di diffondere tutta quella malvagia “monodia” su milioni di noi?

Una possibile risposta

Cerchiamo di scoprire le cause che “creano” un simile “paradosso”: che una singola persona domini su milioni, mentre la forza è dalla parte dei milioni. Il paradosso di Hume, che Noam Chomsky ha portato alla nostra attenzione [almeno alla mia] e ha analizzato per noi. Noam Chomsky dubita che “la forza sia dalla parte dei governati” e aggiunge che secoli fa ciò fu espresso così: “Il potere della spada è, ed è sempre stato, il Fondamento di tutti i titoli di Governo”.

Ecco, ad esempio, la mia esperienza al riguardo, nel corso della mia vita dal 1930 a oggi:

- Nel 1936, quando avevo sei anni, si stabilisce in Grecia una dittatura sostenuta dai britannici, che imita i fascisti in Italia e i nazisti in Germania.

- Nel 1941, quando avevo 11 anni, i carri armati nazisti occuparono la Grecia. C’è un governo greco alla Quisling.

- Nel 1944, quando avevo 14 anni, i carri armati britannici occupano la Grecia e bivaccano nel … Partenone. C’è un governo greco di destra.


Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte: https://zcomm.org/zcommentary/societies-synodic-or-monodic-2/

top