La Nonviolenza è in Cammino ripropone ancora una volta, estratto da "A. rivista anarchica", n. 274, estate 2001, il seguente dossier

disponibile anche nel sito www.anarca-bolo.ch/a-rivista
e nel sito www.arivista.org 


"Globalizzazione. Idee per capire, vivere e opporsi al nuovo modello di profitto"
a cura di Adriano Paolella e Zelinda Carloni

1. I caratteri fondamentali del modello
Ampliamento del mercato
L'ampliamento del mercato e' ottenuto attraverso l'aumento dei consumi pro capite, attraverso l'aumento del numero degli acquirenti, attraverso l'aumento della tipologia delle merci.
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Aumento dei consumi pro-capite
I consumi pro-capite aumentano attraverso un meccanismo di pubblicita' e di costruzione di immagine che fa divenire "necessari" dei prodotti. Il meccanismo produttivo individua la disponibilita' economica degli individui (per tipo, area geografica, cultura) e definisce merci adeguate a stimolare l'acquisto e quindi ad aumentare ogni oltre limite plausibile i consumi.
Il mercato delle "voglie" e' immensamente piu' grande di quello delle necessita'.
Durante gli ultimi 25 anni i consumi sono aumentati ogni anno del 2,3% (1).
Gran parte degli statunitensi e degli europei sono dei tacchini che mangiano molto oltre le loro necessita', mangiano per nevrosi e perche' non riescono a difendersi dal mercato. Ogni anno negli Usa le industrie del settore alimentare spendono in pubblicita' 30 miliardi di dollari, piu' di ogni altro settore; anche in Francia, Belgio e Austria gli alimenti sono le merci piu' pubblicizzate. Tra esse quelle maggiormente sostenute sono i cibi "grassi e dolci" in quanto stimolano maggiormente, danno maggiore dipendenza e garantiscono i maggiori margini di profitto (2).
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Aumento del numero degli acquirenti
L'aumento e' ottenuto attraverso il recupero di fasce sociali (medie) o ambiti geografici potenzialmente acquirenti. Il limite di questa espansione del numero degli acquirenti e' stabilito esclusivamente dalla necessita' di mantenere ambiti di poverta', anche all'interno dei paesi ricchi, in cui recuperare mano d'opera a basso costo.
Nei paesi industrializzati (Ocse) le persone povere sono 100 milioni, 37 milioni sono i senza lavoro, l'8% dei bambini vive sotto la soglia di poverta', oltre 100 milioni di individui sono senza casa (1).
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Aumento della quantita' delle merci
Le merci prodotte sono solo una parte del mercato. Per ampliare gli scambi e garantire attraverso di essi il profitto si commercializzano anche risorse comuni o profondamente personali che divengono merci: acqua, sesso, conoscenze, natura.
Dal 1985 al 1996 gli scambi commerciali mondiali sono passati da 315 miliardi a 6.000 miliardi di dollari (3). Il prodotto dell'economia mondiale e' salito dai 31.000 miliardi di dollari del 1990 ai 42.000 miliardi di dollari del 2000 (6.300 miliardi di dollari nel 1950) (4). Vi e' un turismo "sessuale" finalizzato all'uso di bambini. Nel circuito vi sono 800.000 bambini in Thailandia, 500.000 in India, 100.000 a Taiwan, 60.000 nelle Filippine, ecc. Ogni anno 300.000 tedeschi viaggiano per questo tipo di turismo e 25.000 australiani vanno nelle Filippine (5).
Il consumo delle acque minerali (la privatizzazione di un bene comune) e' aumentato nel mondo di decine di volte negli ultimi venti anni (negli Usa di nove volte tra il 1978 e il '98) (4).
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Il brevetto sulla natura
Sono tre gli accordi del Wto (World Trade Organisation, Organizzazione mondiale per il commercio) che possono creare difficolta' agli stati nel mantenere o rafforzare le proprie leggi di tutela nei confronti degli Ogm (organismi geneticamente modificati): Sps, Tbt, Trip. I primi due impongono pesanti oneri ai governi che desiderino limitare l'ingresso degli Ogm nel proprio paese, e minacciano sanzioni commerciali da parte del Wto per soluzioni autonome o multilaterali sulla questione Ogm.
L'accordo Trip (Trade-Related Aspects of Intellectual Property Rights) sancisce, attraverso la possibilita' di brevetto, i diritti delle imprese sulla "proprieta' intellettuale", che viene estesa ai prodotti farmaceutici, ai prodotti chimici per l'agricoltura, alle varieta' botaniche e al germoplasma dei semi, a quelli derivanti da secoli di ibridazione delle piante, tra cui i metodi tradizionali di cura. Impone inoltre alle nazioni la difesa dei diritti di proprieta' sui microrganismi, tra cui le linee cellulari umane e animali, i geni e le cellule del cordone ombelicale.
Di fatto l'accordo Trip insidia ulteriormente la precaria sicurezza alimentare del mondo, aggravando il problema di accessibilita' e distribuzione del cibo e delle sementi. Quando le imprese brevettano un seme, i piccoli agricoltori locali devono pagare i diritti annuali per l'uso, anche se e' il prodotto di ibridi ottenuti nell'arco di generazioni proprio dagli antenati di quegli agricoltori.
Questa e' biopirateria, ovvero il saccheggio della natura e del sapere indigeno (6) (7).
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I brevetti sono troppo costosi per i paesi poveri
La Fondazione Gaia, un'associazione ambientalista inglese, viene contattata da un'organizzazione non governativa della Namibia che cerca consulenza per brevettare una pianta locale con proprieta' medicinali, al fine di prevenire atti di biopirateria da parte di societa' farmaceutiche multinazionali. In seguito ad una ricerca sui costi, la Fondazione Gaia giunge alla conclusione che ottenere un brevetto comporta una spesa proibitiva per una collettivita' con scarsi mezzi economici.Una comunita' povera che voglia garantirsi la proprieta' delle forme indigene di vita biologica, dovrebbe registrare i brevetti in tutte le nazioni sviluppate; quindi, per richiedere, ottenere e mantenere i brevetti, i contadini e le comunita' locali dovrebbero affrontare costi esorbitanti: lo studio rivela che dieci brevetti, validi in cinquantadue paesi a copertura di una sola invenzione, costano circa cinquecentomila dollari. Lo studio calcola anche le spese ulteriori che si dovrebbero affrontare nel caso si renda necessario difendere un brevetto in un tribunale civile, dove i costi delle cause ricadono soltanto sui possessori dei brevetti, e non sulla controparte statale. "Emerge chiaramente, da queste cifre, che in nessun modo una comunita' della Namibia potra' mai permettersi di salire sul carro dei brevetti. I costi da sostenere fanno dei brevetti un dominio dei ricchi e dei potenti" (7).
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Indebolimento della comunita'
Le comunita', oltre ad essere destrutturate nella loro cultura, sono fortemente limitate nella loro capacita' decisionale.
I possessori del capitale monetario interloquiscono direttamente con le comunita' superando ogni filtro, quale quello definito dall'interesse di stato o quello stabilito dalle leggi stesse degli stati.
Fino a ieri i grandi gruppi economici hanno indirizzato le scelte dei governi rimanendo pero' in una posizione formalmente subordinata; oggi danno indicazioni ai governi dichiarando la propria superiore capacita' operativa e gestionale in termini economici e, in ragione di questo, la congruita' della loro gestione sociale e culturale delle societa'.
In questo momento nessuno stato ha piu' la possibilita' di indirizzare o controllare cosa succede nel mercato. Nessun controllo di nessun tipo puo' essere messo in atto sugli operatori: e' buono cio' che risponde a logiche di mercato, qualunque sia il suo esito sulla popolazione e sull'ambiente.
La popolazione e' stata allontanata dalle scelte sia in quanto i temi centrali dell'esistenza vengono impostati sulla base di criteri esclusivamente economici, sia in quanto parallelamente alla struttura sociale e politica, si e' strutturata una organizzazione decisionale che non ha una sede fissa, che non e' conosciuta nei suoi partecipanti, che non rende conto del suo operato alla collettivita', nemmeno formalmente. Molto del potere dei governi, gia' tanto lontani dalla popolazione, e' stato ceduto a soggetti quali il Fondo Monetario Internazionale, la Banca Mondiale, il Wto, a loro volta dominati da interessi aziendali di soggetti che fanno parte al massimo di una decina di paesi, ma che sono principalmente statunitensi.
2.000 miliardi di dollari sono le transazioni che si effettuano ogni giorno mentre solo 300-350 miliardi di dollari e' l'ammontare di tutte le riserve di tutte le banche centrali dei G7 nel 1999 (8).
Le cinque societa' Mitsubishi hanno ricavati di vendite per un importo annuo di 320 miliardi di dollari (circa un decimo del Pil giapponese; per riferimento, il Prodotto interno lordo dell'Italia e' di 1141 miliardi di dollari, dell'Argentina di 295 miliardi di dollari (17)) e sono collegate tra loro per mezzo di politiche comuni su prezzi, produzione, commercializzazione e per politiche sociali ed economiche pubbliche; il loro comune agente e' il Partito Liberaldemocratico, di cui finanziano il 37% delle spese (10).
Nel 1975 circa l'80% delle transazioni di valuta furono rivolte ad affari reali (acquisizione di risorse o di prodotti, investimenti su attivita'); il 20% fu di carattere speculativo. Alla fine del secolo circa il 2,5% delle transazioni furono rivolte ad affari reali mentre il rimanente 97,5% e' stato di carattere speculativo. La concentrazione del capitale, l'enorme aumento dell'entita' del mercato, la mancanza di limiti alla circolazione degli investimenti rende gli stati fortemente esposti alle aggressioni degli operatori; vendite repentine di moneta portano alla crisi monetaria di interi paesi (crisi sterlina britannica del 1991, delle monete scandinave nel 1992 e '93, di alcune monete asiatiche del 1997). Cio' comporta una sudditanza enorme delle politiche dei paesi nei confronti degli interessi privati (10).
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Wto
L'istituzione e' una "persona giuridica" ed i suoi regolamenti sono vincolanti per i suoi membri. L'organizzazione e' basata sulle "commissioni di risoluzione delle sentenze" composte da tre esperti commerciali senza coinvolgimento alcuno dei cittadini. La decisione viene adottata automaticamente a meno che tutti i membri dell'Organizzazione la respingano. Se le leggi di uno stato violano i regolamenti dell'Organizzazione esse devono esser abrogate, se non lo sono vengono applicate sanzioni commerciali: sono almeno 160 le leggi nazionali gia' modificate in numerosi paesi per seguire i regolamenti. L'Organizzazione stabilisce dei tetti per gli standard ambientali, alimentari e di sicurezza; se gli standard nazionali sono piu' restrittivi, e non se lo sono meno, possono essere sottoposti a giudizio. Il trattato che istituisce l'Organizzazione e' composto da 22.000 pagine, come evidenzia Ralph Nader "questi testi 'danno forma' a un governo dell'economia mondiale dominato dai giganti dell'imprenditoria, senza fornire una parallela normativa giuridica democratica che ne permetta il controllo" (9). Nessuno stato ha aderito all'Organizzazione dopo un dibattito almeno parlamentare, nessuno stato ha stimolato una discussione pubblica che interessasse i cittadini, nessuno ha predisposto elementi informativi.
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Il piano del Wto per i paesi in via di sviluppo
Il Wto svolge un'azione di spinta verso la globalizzazione economica delle imprese. Per effetto di questa azione vasti segmenti delle popolazioni e delle economie dei paesi in via di sviluppo vengono catapultati nel mercato globale. Questa strategia ha conseguenze allarmanti per il 75% della popolazione mondiale che vive ancora dei frutti della terra e dipende per il proprio sostentamento dall'agricoltura su piccola scala. Uno degli scopi del Wto e' trasformare rapidamente queste economie rurali di sussistenza in economie di mercato ad ampia circolazione di denaro. Per funzionare come tali, villaggi rurali e interi paesi dovrebbero rinunciare ad essere indipendenti nella produzione di cibo ed altri generi di prima necessita'. La produzione dovrebbe essere completamente finalizzata ai mercati mondiali, in modo da guadagnare il denaro per comprare il cibo e gli altri generi necessari.
Se i patti sanciti dal Wto fossero pienamente rispettati, e i tassi di importazione, o i tassi di efficienza produttiva delle coltivazioni forzate occidentali venissero imposti ai paesi in via di sviluppo, due miliardi di persone verrebbero estromesse dal settore agricolo andando, con ogni evidenza, ad ingrossare le fila di una manodopera urbana che, essendo costantemente in esubero, sara' certamente a basso costo (7).
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La riduzione della diversita'
I sistemi sociali, cosi' come quelli naturali, si sono strutturati per permettere il massimo dell'utilizzazione delle risorse locali senza che questo comporti la loro distruzione, ma al contrario consentendo la perpetuazione della possibilita' di sfruttamento delle risorse; quindi si sono diversificati nei modi, nella cultura, nelle tecniche in ragione dell'ottimizzazione delle loro caratteristiche e del loro essere situati in un determinato luogo. L'uniformare gli individui, le coltivazioni, le tecniche rende il massimo del profitto ad alcuni ma distrugge i sistemi sociali e naturali imponendo un modello astratto ma unificato. Questo si presenta come un modello a ridotta efficienza, ad elevato consumo energetico, ignorante delle condizioni locali ma efficace nello sfruttamento intensivo delle risorse, nell'ampliamento del mercato per merci preconfezionate che provoca l'indebolimento e il collasso dei sistemi locali, la riduzione e poi la perdita dell'autonomia sociale.
Di tutte le varieta' vegetali agricole catalogate negli Usa nel 1900 ne sopravvive oggi solo il 3%.
Delle oltre 30.000 varieta' di riso coltivate in India agli inizi del XIX secolo, ne rimasero a meta' del XX secolo solo 50 di cui 10 hanno occupato i tre quarti delle risaie del paese (6).
Nel XIX secolo le lingue parlate erano 15.000, alla fine del XX secolo meno di 6.000. Una persona su 5 parla inglese e per l'80% di questi l'inglese e' la seconda lingua (sovrapposizione culturale); i due terzi degli scienziati elabora in inglese.
In Brasile nel XVI secolo vi erano circa 8.000.000 di persone distribuite in 1400 tribu'. Oggi vi sono 350.000 indios in 215 tribu' (10).
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2. I principi su cui si struttura il modello di sistema
Il mito del progresso
La societa' proposta e' una societa' in progresso, una societa' che cerca nuove soluzioni, nuove tecniche, e le innovazioni sono sempre viste come potenziali strumenti per il miglioramento. Una societa' lanciata verso il futuro, con un grande passato, ma senza il presente.
I Lakota, popolazione del nord America, avevano una societa' stabile. Non progredivano ma avevano trovato la modalita' migliore per vivere e non l'abbandonavano. La societa' occidentale, con il mito del progresso, ipotizza il raggiungimento di sempre maggiori soddisfacimenti dei bisogni (reali o indotti) come se questo fosse automaticamente il raggiungimento della maggiore felicita' possibile. In virtu' di questa logica si compiono misfatti sugli altri uomini, che non godono di questa possibilita', e sulla natura. La presunta felicita' dell'uomo occidentale e' pagata direttamente dalle popolazioni del terzo mondo e indirettamente da tutti, attraverso i micidiali danni provocati alla natura e all'ambiente.
Il progresso porta innovazioni finalizzate per gran parte al lucro; non richieste dalla collettivita' esse non rispondono alle necessita' ne' ai desideri diretti, insinuano invece nuovi desideri e necessita'. Il ritmo dell'evoluzione risponde all'evoluzione del capitale e non a quello degli uomini, alla ragione di dover guadagnare di piu', alla ragione di dover muovere sempre piu' le merci e questa frenesia definisce un tempo che, anch'esso, non risponde al tempo degli individui.
Una societa' che progredisca in questo modo e' una societa' infelice.
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Il fine della scienza
La ricerca scientifica non segue un fine sociale condiviso. Va dove la portano i finanziamenti, che provengono in modo massiccio da apparati economici di mercato, e per questo definisce strumenti che rispondono prima di tutto alla necessita' di ottenere profitti. Gli Ogm (Organismi geneticamente modificati) non nascono dalla constatazione dei problemi alimentari, piu' connessi con la distribuzione (ad esempio l'80% dei bambini malnutriti dei paesi in via di sviluppo vive in nazioni che hanno eccedenze alimentari (2)), ma dalla volonta' di concentrare ulteriormente la produzione in ambiti territoriali controllati e di aumentare la produttivita' per ettaro e quindi i profitti di coloro che gia' oggi producono e vendono.
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Il benessere materiale
Il benessere viene inteso e vissuto come fatto individuale ed ottenuto attraverso l'acquisizione delle merci. In un'indagine svolta negli Usa nel 1997 circa i desideri e le esigenze degli americani, e' emerso che la risposta alla domanda "cosa rende una vita felice", e' stata per l'85% relativa all'ottenimento e al possesso di beni materiali (casa di villeggiatura, piscina, seconda televisione, aria condizionata ecc.) Non vi e' benessere che non si trasformi in merce e non vi e' giudizio che non sia giudizio economico.
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La partecipazione culturale al modello
La meccanica messa in atto da questo modello sociale fa si' che esso non solo sia condiviso ma auspicato, desiderato, voluto dalla popolazione di gran parte dei paesi. Strumento per la diffusione del modello sono le immagini che pubblicita', video e media trasmettono: un mondo superficiale, apparentemente senza problemi, apparentemente pieno di sesso, di potere personale, di colori. Un mondo apparente. La partecipazione e' cosi' profonda che anche quando siano noti gli effetti negativi comportati essi sono sommersi dalla volutta' del sistema.
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Il disinteresse verso le risorse
Nellíelaborazione dell'"impronta ecologica globale" (metodo di confronto tra disponibilita' e uso delle risorse) e' individuata una disponibilita' di unita' di superficie per ogni abitante della terra pari a 2,0-2,2.
Ma l'attuale richiesta e' pari a 2,85 unita' di superficie pro-capite (Italia 5,6 unita' di superficie a persona contro una disponibilita' di 1,92, Usa 12,22 contro 5,57 disponibili) (11).
Cio' vuol dire che si stanno utilizzando risorse in una quantita' del 30% superiore a quelle disponibili e questa eccedenza e' verificabile nella quantita' di emissioni inquinanti non recuperate, nella distruzione dei sistemi naturali, nell'uso delle risorse in maniera superiore alla capacita' rigenerativa delle stesse.
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3. Gli esiti del modello
La riduzione della diversita' e l'aumento della disuguaglianza
Mentre, da una parte, si tende all'annullamento delle diversita' tra gli individui, dall'altra si aumenta la disuguaglianza tra ricchi e poveri: i ricchi divengono piu' ricchi e i poveri piu' poveri. La differenza tra ricchi e poveri si registra per gli individui, per aree geografiche e per stati. L'azione sugli stati e' il primo meccanismo per portare la poverta' tra le persone. Fare indebitare gli stati, fare avvantaggiare di questo gruppi interni, mantenere le imprese ricche attraverso il debito degli stati poveri. Uno dei meccanismi usato per aumentare i profitti e' concentrare il controllo della produzione e del commercio mondiale in un numero ridotto di soggetti: merci uguali distribuite in tutto il pianeta.
Il 20% della popolazione mondiale consuma l'86% dei consumi totali. Il rimanente 80% della popolazione il 14% dei consumi totali. Il 20% piu' ricco della popolazione mondiale nel 1961 aveva un reddito di 30 volte superiore a quello del 20% piu' povero; nel 1991 di 61 volte superiore; nel 1999 disponeva dell'86% del totale del Pil mondiale mentre il 20% piu' povero dell'1% (8). 2,8 miliardi di individui vivono con meno di due dollari al giorno, 1,2 miliardi di individui vivono con meno di 1 dollaro al giorno e 1,1 miliardi sono denutriti (4).
Nel 1999 nelle piantagioni di ananas Del Monte in Kenya, un bracciante guadagnava 3.000 lire al giorno (pari al prezzo di 3 kg. di farina di mais); nel 1998 in Indonesia gli operai che lavoravano per la Nike erano pagati per 270 ore mensili meno di 64.000 lire (pari al 31% dei bisogni vitali di una famiglia di 4 persone) (12). L'incidenza del costo della manodopera su di un paio di scarpe Nike e' dell'1,96% i profitti degli azionisti il 3,53%, il margine dei dettaglianti del 41,42%, le imposte del 20,4% (5).
Negli Usa nel 1975 il reddito medio di un dirigente di massimo livello (strato I) era di 41 volte superiore a quello medio degli operai e impiegati (strato VIII e IX); negli anni Novanta 187 volte superiore (8); l'1% piu' ricco della popolazione possiede il 48% del capitale finanziario del paese mentre l'80% ne detiene il 6%; non e' un caso che dal 1973 al 1993 il reddito del 10% piu' ricco della popolazione e' aumentato del 22% mentre quello del 10% piu' povero e' diminuito del 21% (3).
L'aumento dei profitti sulle merci e' aumentato esponenzialmente: fatto 100 il prezzo del caffe', l'87% rimane al nord, il 13% torna ai paesi produttori (stato, esportatore, grossista, fabbrica di decorticazione) e di questo solo il 3% va ai contadini; per le banane solo il 12% torna ai paesi produttori e solo il 4% ai contadini (3).
Il numero di persone che soffre la fame e quello che e' sovralimentato e' simile: almeno 1,2 Mld di persone. Il 55% degli abitanti degli Usa, il 54% della Russia, il 51% dell'Inghilterra, il 50% della Germania e' sovralimentato; il 56% degli abitanti del Bangladesh, il 53% dell'India, il 48% dell'Etiopia, il 40% del Vietnam e' sottoalimentato (13).
Le 200 multinazionali piu' grandi sono in 9 paesi: Giappone (92), Usa (53), Germania (23), Francia (19) (10). Nel 1992 le prime 200 multinazionali hanno realizzato un fatturato pari al 26,7 del Prodotto lordo mondiale (24,2% nel 1982), e le prime 10 multinazionali controllano un terzo delle attivita' detenute all'estero dalle prime 100 multinazionali. Nel 1992 la General Motors e la Exxon hanno avuto un fatturato rispettivamente di 132 e 116 miliardi di dollari simile al Pil (Prodotto interno lordo) della Malesia e del Cile, rispettivamente 136 e 117 miliardi di dollari (19).
Nel 1989 il 91% della produzione mondiale di automobili era realizzata da venti multinazionali; il 90% del materiale medico mondiale da sette multinazionali; l'85% dei pneumatici da sei; il 92% del vetro, l'87% del tabacco e il 79% dei cosmetici da cinque multinazionali; il 41% delle assicurazioni, il 44% del mercato pubblicitario, il 54% dei servizi informatici da otto multinazionali (19).
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Prestiti: una strategia per il controllo sociale
Tra il 1980 e il 1996 i paesi dell'Africa subsahariana hanno pagato due volte l'ammontare del loro debito estero; oggi si trovano tre volte piu' indebitati (253 miliardi di dollari di debito nel 1997 contro gli 84 miliardi di dollari del 1980, nel frattempo hanno pagato 170 miliardi di dollari per oneri del debito).
Banca Mondiale e Fondo Monetario Internazionale riscuotono dai paesi indebitati (poveri) cifre enormemente piu' grandi di quelle prestate e attraverso questo cappio controllano la politica interna dei paesi con gli adeguamenti strutturali imposti ai singoli paesi (licenziamenti, aperture al mercato delle multinazionali, ingresso dei capitali, privatizzazioni) per avere altri prestiti o dilazioni temporali, ne riducono fino ad annullarla l'autonomia politica e sociale.
Operazioni come "Sdebitarsi" non considerano la funzionalita' del debito rispetto alla gestione da parte dei potenti delle risorse dei paesi e portano a risultati concreti marginali e ad una confusione nelle reali posizioni. La Banca Mondiale e il Fondo Monetario hanno annunciato di finanziare fino a 7 miliardi di dollari iniziative tendenti a rendere maggiormente sostenibile il pagamento del debito dei paesi piu' poveri e indebitati, ma il debito di quei paesi ammonta a 200 miliardi di dollari e 200 miliardi di dollari sono svaniti nel mercato borsistico asiatico nel solo mese di agosto del 1977 (10).
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Banca Mondiale
Tassello fondamentale per il controllo del mercato globale. Istituita per finanziare attivita' nei paesi "poveri" (il tasso del prestito e' stato nel 1993 del 7,5%) essa e' un mezzo per il controllo politico dei paesi e uno strumento per far lavorare aziende occidentali privilegiando quelle statunitensi.
Alla banca aderiscono con sottoscrizioni di capitali circa 170 paesi; essa e' controllata dai paesi ricchi (gli Usa controllano il 17,5% delle azioni con diritto di voto, 6,6% Giappone, 5% Francia, Germania, Gran Bretagna, ecc.; i 45 paesi africani controllano il 4% del totale) e per l'esattezza dai paesi dove risiedono le maggiori 200 multinazionali; le attivita' finanziate vengono commissionate per gran parte ad imprese Usa (14).
La Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale richiedono, per ottenere nuovi prestiti, adeguamenti strutturali ovvero misure tese a facilitare l'ingresso nei paesi di capitali stranieri, ad aumentare la privatizzazione dei servizi e del patrimonio pubblico, alla riduzione degli addetti, ecc. intervenendo pesantemente sulle scelte politiche dei paesi (15).
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L'ambiente compromesso, il territorio e le comunita' destrutturati
L'ambiente e le comunita' vengono usate come risorse, materia prima con cui creare profitto. I beni comuni sono privatizzati, acquisiti e rivenduti dove prima erano gratuitamente fruiti. Al prelievo corrisponde la produzione di scorie (emissioni inquinanti e ambiti di societa' emarginati) che alterano le condizioni complessive del pianeta con effetti spaventosi sulla salute umana. La cultura viene asservita alla produzione e concentrata fittiziamente nei paesi forti.
Lo spessore del ghiaccio artico e' diminuito dagli anni '50 del 42%; ogni anno la copertura di ghiaccio della Groenlandia perde un volume pari a 51 chilometri cubi (13). L'ultima volta che la regione del Polo Nord rimase priva di ghiaccio come nel luglio 2000, fu 50 milioni di anni fa (4).
In alcune aree del Pacifico e dell'Oceano Indiano il temporaneo riscaldamento delle acque superiore ai massimi ha provocato la morte o l'alterazione del 90% delle barriere coralline (4).
Il deficit mondiale di acqua e' stimato in 200 miliardi di metri cubi annui (si preleva acqua senza che si ricarichino i corpi idrici). Gran parte delle falde mondiali sono inquinate: tra il 50 e il 60% delle campionature fatte nel mondo rileva la presenza di inquinanti in concentrazioni sostanzialmente nocive. Vi sono centinaia di milioni di persone che bevono regolarmente acque fortemente inquinate (4). Ogni anno quasi 5 milioni di persone muoiono per malattie causate da inquinamento delle acque (16).
Dal 1751 sono stati immessi in atmosfera 271 miliardi di tonnellate di carbonio; dal 1958 al '99 le concentrazioni di anidride carbonica in atmosfera sono aumentate del 17% (4). Ogni anno circa 3 milioni di persone muoiono per inquinamento atmosferico (16).
Ogni anno la foresta vergine si riduce di 14 milioni di ettari; fra il 1997 e il 1998 gli incendi provocati dagli uomini hanno bruciato in Amazzonia 5,2 milioni di ettari di foreste, macchia arbustiva e savana; in Indonesia 2 milioni di ettari di foresta sono andati in fumo (2).
Circa 6 milioni di ettari si desertificano annualmente (non sono piu' coltivabili quasi sempre per una cattiva conduzione agricola); quasi 5 milioni di ettari ogni anno sono occupati dall'espansione degli insediamenti.
L'84% della ricerca viene attuata in 10 paesi e il 95% dei brevetti e' controllato dagli Usa (16).
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Secondo gli Usa l'etichettatura degli Ogm rappresenta un'illecita barriera commerciale
Gli Usa non si limitano ad opporsi alle restrizioni sugli Ogm, ma usano il Wto per contrastare l'etichettatura degli alimenti geneticamente modificati. Gli Usa sostengono che l'etichetta creerebbe pregiudizi nei consumatori e costituirebbe una "illecita barriera commerciale".
Dietro pressioni dell'opinione pubblica gli Usa "moderano" in qualche modo la propria posizione, accettando l'etichettatura obbligatoria di alimenti contenenti Ogm, ma solo "nella misura in cui il nuovo alimento mostri di aver subito importanti cambiamenti dal punto di vista della composizione", trascurando che, di fatto, gli Ogm implicano per definizione mutamenti genetici e hanno subito "importanti cambiamenti dal punto di vista della composizione" (7).

Il passo successivo della logica dei brevetti
La Monsanto ha brevettato semi che non possono riprodursi. I semi sterili, soprannominati terminator, possono essere attivati utilizzando una sostanza chimica, e la semenza prodotta dal raccolto non potra' mai germinare. E' facile pensare le conseguenze di questa prassi se si pensa che in questo modo gli agricoltori sono costretti a comprare per ogni semina i prodotti della Monsanto; per di piu', e' possibile che i raccolti terminator possano accidentalmente impollinare le piante normali.
Nel 1996 negli Stati Uniti circa due milioni di acri sono stati piantati con una varieta' di cotone geneticamente modificato della Monsanto, chiamata "Bollgard". Questo tipo di cotone e' una varieta' transgenica ingegnerizzata con Dna ricavata da un microrganismo del suolo per produrre proteine velenose contro un parassita del cotone. La Monsanto ha imposto agli agricoltori una "tassa tecnologica" in aggiunta al prezzo delle sementi dalla quale ha raccolto in un solo anno 51 milioni di dollari. Ma, al contrario di quanto assicurato, la diffusione del parassita nelle coltivazioni geneticamente modificate e' stata 20-50 volta superiore di quella che si verifica per impianti tradizionali (7).
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E' vietato ai paesi limitare il commercio di prodotti ottenuti con il lavoro minorile o con il lavoro coatto
Le commissioni del Gatt (General Agreement on Tariffs and Trade, espressione degli accordi internazionali che preludono all'istituzione del Wto - World Trade Organisation) per la risoluzione delle controversie decretano che le merci non possono ricevere un trattamento commerciale diverso a seconda del modo in cui siano state prodotte o raccolte. La possibilita' di distinguere tra metodi di produzione e' indispensabile per la difesa dell'ambiente in parte basata sulla possibilita' di trasformare le condizioni e i processi entro cui si producono le merci e si coltivano, si raccolgono, si lavorano i prodotti della terra.
In ragione di questa norma ad esempio gli Usa non potrebbero bandire i palloni di calcio fabbricati in Pakistan, che l'Organizzazione internazionale del lavoro (Oil) documenta come frutto del lavoro di bambini in condizioni di sopruso. Inoltre l'accordo fa espressamente divieto ad ogni paese del Wto che abbia sottoscritto l'accordo di impedire contratti governativi con imprese che violano i diritti del lavoro, dell'uomo e dell'ambiente.
La merce e' giudicata rispetto alla sua funzione: un pallone di calcio e' un pallone di calcio, a prescindere dalle condizioni della sua produzione (7).
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Biopirateria sul riso
Il produttore texano RiceTec ottiene nel 1997 un brevetto per il riso Basmati, pur ammettendo nella domanda di brevetto che in India e in Pakistan il Basmati e' coltivato da generazioni. RiceTec si e' limitata a modificare leggermente il riso tradizionale indiano. Il fatto suscita forti proteste a Nuova Delhi, poiche' il Basmati rappresenta un importante prodotto da esportazione per l'India.
In base all'accordo Trip, l'India deve far rispettare i diritti derivanti all'azienda americana dal brevetto, a danno dei coltivatori indiani (7).
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L'uomo oggetto del mercato
La sopravvivenza e' divenuta l'obiettivo degli uomini; non si cercano piu' condizioni di benessere comune ma soluzioni individuali all'interno del mercato. Estratto dalla societa' e dall'ambiente l'individuo non vive ma sopravvive.
Egli e' principalmente usato dal mercato che commercia sulle sue necessita', sui suoi desideri, sulla sua salute.
I paesi ricchi e i ricchi dispongono di molte piu' cure di quante ne abbiano i poveri; essi, costituendo la domanda di medicina, indirizzano la ricerca e le offerte dei prodotti: ci si interessa cosi' molto di piu' dei malanni (anche non gravi) delle popolazioni e degli anziani facoltosi di quanto non ci si interessi dei milioni di persone che ogni anno muoiono di vaiolo o morbillo.
La Dal Monte, qualche anno fa, ha dimostrato come si possa ribaltare la realta' e farla divenire una qualifica della merce, per quanto brutale essa possa essere. Le grandi compagnie stimolano la produzione di una monocoltura in ampi territori convincendo gli agricoltori ad abbandonare sistemi e colture tradizionali con finanziamenti o assicurazioni sulle vendite. L'area diviene succube di un mercato che non e' gestito dalla comunita' locale ma dalla compagnia che, raggiunta la dipendenza di quei territori, stabilisce il prezzo del prodotto e quindi massacra a propria convenienza prima l'economia e poi la societa' locale. La Del Monte stabilisce prima i prezzi e poi il livello di qualita' delle banane filippine; quando il mercato e' pieno giudica di cattiva qualita' anche il 50% del prodotto mentre quando la domanda e' elevata arriva fino al 5% (3). Questa oscillazione, indipendente dalle condizioni locali e motivata esclusivamente dall'interesse della compagnia, che produce miseria e disperazione tra la popolazione, e' divenuta una pubblicita', "l'uomo Dal Monte ha detto si'", nota ed usata anche al di la' dell'uso strettamente commerciale.
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Il timore di una causa presso il Wto induce la Corea del Sud ad abbassare gli standard sulla sicurezza dei cibi
Nel 1995 gli Usa minacciano di denunciare al Wto una normativa della Corea del Sud che prevede lunghe procedure di controllo sulla frutta d'importazione. L'avvertimento in realta' e' rivolto indirettamente a Cina e Giappone. Il governo coreano dichiara che il problema e' stato gonfiato, che il giudizio del Wto dovrebbe essere invocato su questioni di grande rilievo e non su inezie, considerati i costi che la procedura comporta. Le spese che si devono affrontare per sostenere una causa presso il Wto sono motivo di grande preoccupazione, specie per i paesi piu' poveri. Cosi' quando gli Usa inoltrano la denuncia la Corea del Sud accetta di patteggiare, giudicando piu' conveniente abbassare gli standard di sicurezza alimentare che misurarsi con gli Usa. Nell'aprile del '95 i tempi delle procedure di controllo sulla frutta importata sono ridotti da 25 a 5 giorni (7).
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Le minacce statunitensi inducono la Tailandia ad abbandonare la politica sui prezzi per un accesso diffuso ai farmaci
Dopo sette anni di pressioni e minacce, la Tailandia finisce per modificare la sua legge sui brevetti del 1992. La commissione di controllo sui farmaci, che era stata istituita come strumento per la sanita' pubblica, aveva fatto abbassare il prezzo dei farmaci salvavita come il flucanozole, usato per il trattamento di una forma di meningite che in Tailandia colpisce un malato di aids su cinque. La commissione aveva autorizzato tre aziende farmaceutiche locali a produrre il farmaco, portandone cosi' il costo dai 14 dollari per la dose giornaliera, richiesti dalla distributrice Pfizer, ad un dollaro. Altri farmaci anti aids, applicando le stesse misure, passarono da un costo di 324 a soli 87 dollari. Benche' questo tipo di licenza sia consentito dagli accordi Trip, gli Usa giustificarono la loro accanita campagna contro la legge tailandese dichiarandola non conforme all'accordo e sostenendo che l'esistenza stessa della commissione di controllo sui farmaci e' incompatibile con il Wto (7). La vicenda del controllo del mercato delle medicine, nonostante il buon esito avuto con la vicenda aids-Sudafrica, non e' assolutamente risolta.
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Minacce all'Unione Europea per la normativa degli standard sull'inquinamento
Negli anni scorsi l'Unione Europea propone di bandire entro il 2004 i prodotti elettronici che contengono piombo, mercurio, cadmio, cromo esavalente e ritardanti a fiamma alogena, e di varare una legge che imponga la presenza di un 5% di materiale riciclato nelle componenti plastiche dell'elettronica; inoltre di imporre alle aziende di farsi carico del recupero e dello smaltimento delle attrezzature elettroniche dismesse.
L'industria elettronica (l'Aea) e il governo degli Stati Uniti sferrano un'offensiva in grande stile contro questa proposta. L'Aea accusa l'Unione Europea di violare un certo numero di norme Wto, e aggiunge la sbalorditiva affermazione che non esistono prove che i metalli pesanti, come il piombo, rappresentano una minaccia per la salute umana e per l'ambiente.
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4. L'esito ricercato: l'asservimento delle comunita'
Le modificazioni del clima
La temperatura complessiva del pianeta sta aumentando in ragione di fenomeni innescati dall'uomo (effetto serra, produzione di calore, ecc.). Il rischio maggiore e' quello che debbono affrontare le comunita' localizzate gia' oggi in condizioni ambientali estreme o in ambiti particolarmente sensibili all'innalzamento delle temperature (vicinanza ai deserti, scarsezza di risorse). Ma la principale condizione derivante dalla modificazione e' l'aumento della imprevedibilita' delle condizioni climatiche e la violenza del loro manifestarsi. Le "grandi catastrofi naturali" negli anni Ottanta furono 20, negli anni Novanta 86 (eventi connessi al clima - quali uragani, inondazioni, frane - sono stati l'80% del totale) ed hanno provocato la morte negli ultimi quindici anni di 561.000 persone di cui solo il 4% nei paesi industrializzati (4), nonche' danni all'agricoltura, difficolta' a mantenere l'agricoltura tradizionale, necessita' di investimenti per ricostruire e per rendere indipendente l'agricoltura dagli eventi naturali (serre, industrializzazioni, etc). Una comunita' che non puo' regolarsi autonomamente con il clima e' asservita.
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La carenza di acqua
I consumi di acqua nel mondo continuano ad aumentare. L'agricoltura moderna industrializzata monocolturale, disinteressata all'ambiente, richiede una quantita' crescente di acqua. La disponibilita' si riduce, i costi aumentano, il controllo della risorsa e' fondamentale. I forti privatizzeranno il bene comune acqua e gestiranno la sua disponibilita'. Una comunita' senz'acqua e' asservita.
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L'aumento della popolazione e l'alimentazione
Le Nazioni Unite prevedono per i prossimi 50 anni l'aumento della popolazione del pianeta di 3 miliardi di individui (dagli attuali 6 ai 9 miliardi). La superficie coltivata pro-capite si ridurra' ulteriormente. Vi sono dei paesi come la Nigeria dove si passera' da 0,15 ettari a 0,07 per il solo aumento del numero della popolazione, senza considerare gli effetti dell'innalzamento delle temperature e della carenza di acqua sulla grande quantita' di terreni aridi e semiaridi. Sara' necessario aumentare la produzione nelle aree gia' produttive che non saranno interne al paese. Negli ultimi venti anni il commercio mondiale dei prodotti agricoli (esportazioni/importazioni) e' piu' che raddoppiato (2): i paesi in via di sviluppo importano alimenti di base (necessari alla sopravvivenza) ed esportano prodotti particolari (di "benessere": frutta esotica, caffe', cacao, ecc.) che hanno sostituito tutte le altre coltivazioni, le quali dipendono dal mercato globale e sono suscettibili (vedere la vicenda della cioccolata) a qualunque taglio da parte degli importatori. Una comunita' che non produce quello che mangia e' asservita.
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L'impossibilita' di scegliere
Nonostante il riconosciuto problema ambientale nessun consumo, nessuna emissione e' diminuita nell'ultimo decennio. Consumi di combustibili fossili: 7.150 milioni di Tep (tonnellate equivalenti petrolio) nel 1990, 7.647 milioni di Tep nel 1999; produzione autoveicoli: 36 milioni nel 1990, 39 milioni nel 1999; numero autoveicoli circolanti: 445 milioni nel 1990, 520 milioni nel 1999; esportazioni pesticidi: 9 miliardi di dollari nel 1990, 11,4 miliardi di dollari nel 1998, ecc. (2) (4) (13) (17).
Questa esponenziale e continua crescita e' conveniente per i produttori di merci ma non lo e' assolutamente per le comunita'. Una comunita' che non ha la possibilita' di scegliere e' una comunita' asservita.
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Il potere economico si sostituisce a quello politico
Il capitale privato ha permeato la struttura amministrativa sia fisicamente (ad esempio nell'amministrazione Clinton il Ministro del Tesoro, il direttore della Banca Mondiale e molti altri ruoli erano ricoperti da tecnici gia' gestori di grandi multinazionali), sia come obiettivo (gli eletti si interessano sempre piu' al mondo degli affari la cui soddisfazione e' finalita' obbligata e condizione indispensabile della loro esistenza) (15). Anche in ragione di questo qualunque alternativa parlamentare non muta le condizioni e l'ambito operativo dell'economia, non intacca le scelte dei grandi capitali. La ragione dell'interesse nei confronti delle grandi proprieta' private che si propongono come gestori di paesi risiede appunto nel fatto che attraverso il loro successo si confermerebbe la possibilita' di acquisire direttamente da parte del capitale non solo le attivita' ma le persone che in un paese sussistono. Una comunita' che non gestisce la propria politica e' asservita.
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La dipendenza
Individui incapaci di autogestire la propria esistenza, comunita' non connesse al territorio, disinteressate all'ambiente, dipendenti da politiche e da organizzazioni esterne, senza strumenti, parti di un processo produttivo e di mercato in cui non incidono, questo e' lo scenario che si sta costituendo. Un sistema regolato da pochi con una umanita' dipendente da un modello che gli toglie l'autonomia. Rendere dipendente l'umanita' e' il principale sistema per asservirla.
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5. Le modalita' di risposta
Il potere e il suo doppio
Gran parte delle informazioni contenute in questo testo sono elaborate da organismi internazionali controllati dallo stesso mercato che provoca i problemi trattati. E' abbastanza frequente trovare nei documenti dell'Onu e degli organismi in cui si articola (nonche', cosa ancor piu' incredibile, in quelli della Banca Mondiale che con la sua politica ha contribuito alla poverta' mondiale) accenni sulla necessita' di ridurre i debiti dei paesi o sulla necessita' di conservare l'ambiente e le comunita'. Gran parte delle persone che si interessano intelligentemente di tale problema non riescono ad individuare le motivazioni prime di questo modello, ed in particolare non vi riesce la maggior parte degli intellettuali americani, nonostante facciano una analisi della situazione molto corretta; si assiste cosi' alla predisposizione di soluzioni che sono definite all'interno del sistema esistente, mettendo a loro presupposto quegli stessi caratteri che sono alla base dell'attuale modello e che ostacolano qualunque soluzione migliorativa (in particolare il mercato e i profitti che esso produce viene considerato come situazione di partenza da regolare e non da eliminare nelle attuali forme).
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Tra integralismo e compromesso
Il sistema non funziona ed e' facile prendere le distanze da esso, ma se la distanza e' troppo profonda si rischia di perdere i contatti con il resto degli individui e di scegliere una pratica persecutoria nei confronti di coloro i quali sono vittime (seppur spesso coscienti) del sistema. E' dunque necessario trovare un fare politico che non avvii forme di integralismo ma che con fermezza manifesti la possibilita' di soluzioni diverse senza cedere ai compromessi maggiormente presenti sia nella pratica della relazione che in quella dell'autoreferenzialita'.
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La necessita' di intelligenza
E' necessario percorrere cammini che non siano prevedibili. Evitare il confronto in terreni scontatamente perdenti ed evitare di cadere in trappole tese. E' necessario assumere atteggiamenti lucidi che promuovano azioni che effettivamente infastidiscano e limitino la prevaricazione di questo modello, azioni che siano comprese e partecipate dalle comunita' e dagli individui. Quando Gandhi, sebbene nell'ambito limitato di un movimento per l'indipendenza, individuo' nell'acquisizione dei vestiti dagli inglesi uno dei meccanismi per consolidare il potere coloniale, non invito' a distruggere i depositi delle compagnie ma invito' a farsi, come tradizione indiana, i vestiti da soli e quest'azione, sentita e condivisa, inizio' a scardinare il potere costituito. E il colonialismo inglese sugli indiani e nel mondo non era sicuramente meno pesante e invasivo del potere della globalizzazione.
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Azioni coerenti
La limitazione dell'efficacia dei movimenti e' connessa anche alla mancanza di coerenza che i suoi appartenenti mostrano. Automobilisti irriducibili, tifosi, puttanieri, accumulatori di denaro, gratuitamente violenti, dogmatici, non possono ipotizzare di scardinare un sistema che si fonda proprio su questo tipo di atteggiamenti. Essere conflittuali comporta anche avere una modalita' di vita non coerente con i dogmi della societa' criticata; comporta avere una omogeneita' tra mezzi e fini.
I Lakota americani sono riferimento di un modo di vita diverso. Se avessero militarmente vinto e quindi avessero mostrato una efficienza militare superiore a quella degli occupanti sarebbero stati piu' yankee di loro. Cio' non significa che chi perde e' migliore, ma che se si vince con armi infami e' una vittoria infame quella che si conquista.
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Recuperare il senso dell'agire individuale
Dopo anni di strutturazione di organizzazioni e di attesa di grandi strategie politiche all'interno dei movimenti di opposizione e' necessario recuperare il senso dell'agire individuale ovvero la coerenza e la capacita' di incidere anche individualmente.
Questo sistema avendo destrutturato gli organismi politici e amministrativi cerca un'interlocuzione da persona a persona. La cerca perche' ritiene, rispondendo alle medesime logiche che hanno tarpato le sinistre, che l'individuo disorganizzato sia piu' facile da gabbare che l'individuo organizzato. Ma se l'individuo non organizzato e' piu' cosciente di quanto la sua presenza all'interno di una organizzazione fatta di deleghe possa richiedere e prevedere, il confronto diviene a tutto svantaggio del sistema in quanto, in questa condizione, dovrebbe contrastare non uno ma infiniti leader.
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Il relazionarsi coordinato di individui
In questo quadro ancor piu' evidente appare l'incredibile limitatezza del sistema delle deleghe. Le deleghe di fatto riducono il peso delle singole posizioni in quanto omogeneizzano nella loro reiterazione le posizioni e trovano tra esse il comune denominatore. Il passaggio dalla base al capo del governo, o al capo di una opposizione, ha decine di livelli di delega e quindi di compromissione in cui le minoranze, di volta in volta, divengono sempre meno incidenti sulle scelte operate.
Il partito, il movimento organizzato, le avanguardie, l'imposizione delle linee, i leader, le carriere politiche compongono uno scenario cupo da cui e' necessario liberarsi anche se si ritiene che un'azione strutturata gerarchicamente sia maggiormente efficace: potra' pure esserlo ma al prezzo di snaturare gli obiettivi e le forme di partenza. L'agire individuale si coordina in un agire comune con relazioni paritetiche, non gerarchiche e non impositive. Un modo di relazionarsi da cui puo' anche scaturire una organizzazione, ma una organizzazione "leggera" in cui vi sia autonomia e responsabilita' delle scelte e che sia retta dal comune denominatore della coerenza e dell'obiettivo di criticita' rispetto alle situazioni.
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Ridurre, rallentare, riflettere
Una azione imprescindibile e' ridurre i consumi ed in questo gli abitanti del mondo occidentale hanno una grande possibilita' di essere attivi. Ridurre gli acquisti riduce la richiesta di merci e l'importanza del mercato, riduce lo spreco di energia; rallentare i tempi delle azioni e degli spostamenti, visto che piu' velocemente ci si muove e piu' si consuma: la trappola del tempo e' strumento di mercato; riflettere sulle cose che si fanno, su ogni gesto, sul come e il perche' si compie. Nell'acquisto operare una distinzione critica tra le merci, boicottare i prodotti non corretti (eticamente, socialmente, ambientalmente), indirizzare il mercato. Acquisire prodotti da soggetti conosciuti, piccoli produttori, e non dalle multinazionali.
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Individuare e sostenere delle realta' che per la loro esistenza sono dei limitatori del sistema
Vi e' una diffusa serie di azioni che, anche solo per essere attuate, limitano la diffusione del modello. Ad esempio l'autoproduzione dei cibi o la riparazione dei prodotti. Tali azioni possono essere svolte dalle persone piu' diverse, ma sono intrinsecamente conflittuali, anche senza diretta consapevolezza, nei confronti dei principi che regolano questo modello.
Sostenerle e' fondamentale.
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Contribuire alla ricomposizione delle comunita'
Stare nei luoghi, relazionarsi con essi e con le comunita', utilizzare le capacita' tecniche di esse e mettere a disposizione le proprie. Contribuire a renderle autonome o maggiormente indipendenti.
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Confrontarsi, uscire dalle case, parlare, sentire, inventare
Parlare delle cose semplicemente, con chiarezza, stimolando proprio quelle persone che sembrano avere gia' preso una posizione allineata.
Contribuire a togliere i pregiudizi e le abitudini indotte. Ritornare ad essere soggetti attivi, propositivi, disponibili. La propria presenza, il proprio essere e' un elemento politico fondamentale che trova modo di sostenere ipotesi alternative al modello dato se relazionato creativamente e positivamente con altri.
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6. Fonti e riferimenti
1. Undp (1998), Rapporto 1998 su Lo sviluppo umano. I consumi ineguali, Rosemberg & Sellier, Torino.
2. Brown L.R., Flavin C., French H. (2000), State of the World, Edizioni Ambiente, Milano.
3. Gesualdi F. (1999), Manuale per un consumo responsabile, Feltrinelli, Milano.
4. Brown L.R., Flavin C., French H. (2001), State of the World, Edizioni Ambiente, Milano.
5. Nanni A. (1997), Economica leggera, Emi, Bologna.
6. Shiva V. (1999), Biopirateria, Cuen, Napoli.
7. Wallach L., Sforza M. (2000), Wto, Feltrinelli, Milano.
8. Gallino L. (2000), Globalizzazione e disuguaglianze, Laterza, Bari.
9. Brecher J., Costello T. (1996), Contro il capitale globale, Feltrinelli, Milano.
10. Istituto del Tercer Mundo (1999), Guida del Mondo 1999/2000, Emi, Bologna.
11. Wackernagel M., Rees W.E. (2000), L'impronta ecologica, Edizioni Ambiente, Milano.
12. Centro nuovo modello di sviluppo (2000), Guida al consumo critico, Emi, Bologna.
13. Brown L.R., Renner M., Halweil (2000), Vital Signs, Edizioni Ambiente, Milano.
14. George S, Sabelli F. (1994), Crediti senza frontiere, Edizioni Gruppo Abele, Torino.
15. Chossudovsky M. (1998), La globalizzazione della poverta', Edizioni Gruppo Abele, Torino.
16. Undp (1999), Human development Report 1999, Oxford University Press, Oxford.
17. The economist (1999), Il mondo in cifre 1999, Interazionale Editore, Roma.
18. Amoroso B. (1996), Della globalizzazione, La Meridiana, Molfetta.
19. Andreff W. (2000), Le multinazionali globali, Asterios Editore, Trieste.
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Altri riferimenti
Amnesty International (2000), Diritti umani e ambiente, Ecp, Firenze.
Bologna G., Gesualdi F., Piazza F., Saroldi A. (2000), Invito alla sobrieta' felice, Emi, Bologna.
Bove' J., Dufour F. (2000), Il mondo non e' in vendita, Feltrinelli, Milano.
Centro nuovo modello di sviluppo (1996), Boycott!, Macro Edizioni, Forli'.
Celli G., Marmiroli N., Verga I. (2000), I semi della discordia, Edizioni Ambiente, Milano.
Chomsky N. (1999), Sulla nostra pelle, Marco Tropea Editore, Milano.
French H. (2000), Ambiente e globalizzazione, Edizioni Ambiente, Milano.
Masullo A. (1998), Il pianeta di tutti, Emi, Bologna.
Meloni M. (2000), La battaglia di Seattle, Editrice Berti, Milano.
Renner M. (1999), State of the War, Edizioni Ambiente, Milano.
Rifkin J. (1998), Il secolo biotech, Baldini & Castoldi, Milano.
Robertson R. (1999), Globalizzazione, Asterios Editore, Trieste.
Spybey T. (1997), Globalizzazione e societa' mondiale, Asterios Editore, Trieste.
Vaccaro S. (a cura di) (1999), Il pianeta unico, Eleuthera, Milano.
 

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