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12 feb 2013

 

Le profezie di San Malachia su Papa Benedetto XVI di San Malachia

di Beatrice Guarrera

 

A febbraio si conclude ufficialmente il pontificato di Benedetto XVI. Come si legge nel discorso ufficiale, è stata una sua libera scelta e certamente una notizia di portata storica. Ma che cosa dicono le profezie su Ratzinger e sul futuro della Chiesa?

Cominciamo dalla più antica: quella di San Malachia. Malachia fu un vescovo irlandese vissuto intorno al 1110, canonizzato nel 1190 da Papa Clemente III. A lui è attribuito il testo detto ”Profezia dei Papi”. 112 frasi brevi in latino descrivono la successione di tutti papi da Celestino II (1143) fino ad arrivare a Petrus Romanus, che sarà l’ultimo dei papi e porrà fine alla Chiesa di Roma. Secondo la profezia di Malachia, facendo i calcoli di tutti i predecessori, Benedetto XVI risulta il penultimo dei pontefici. “De gloria olivae” è il motto associato al suo pontificato. Molte sono le interpretazioni e le ipotesi sul perché di questa “gloria dell’ ulivo”. Possiamo riassumere così tutte le possibili motivazioni:

– Il Papa è nato in Baviera, una terra di coltivazioni e messi feconde.

– L’ ulivo è simbolo della pace, che ha cercato di mantere Ratzinger.

– Un ramo d’ ulivo è proprio lo stemma dei membri dell’ ordine benedettino, anche detti monaci olivetani, e, quindi, il richiamo sarebbe legato al nome Benedetto.

– Il Papa è nato il 16 aprile 1927, Sabato Santo, all’ apice della Pasque, proprio all’ insegna del simbolo dell’ ulivo.

– Il termine “olivae” è da collegare al colore  olivastro del viso di un uomo rappresentato sul lato destro dello stemma della Diocesi di Frisinga di cui Ratzinger fu arcivescovo.

Dopo il 28 gennaio, che cosa succederà? “Durante l’ultima persecuzione della Santa Romana Chiesa siederà Pietro Romano che pascerà il suo gregge tra mille tribolazioni; quando queste saranno terminate, la città dei sette colli sarà distrutta e il giudice temibile giudicherà il suo popolo”. Secondo San Malachia, dunque, si avvicina il giorno della fine. La profezia fu pubblicata nel 1595 da Arnold de Wyon, uno storico benedettino, come parte del suo libro Lignum Vitæ, ma molti fonti storiche concordano nel ritenere la profezia un falso redatto proprio alla fine del Cinquecento.

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