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10/03/2009

pagine on line Qumran.htm

curate da Gianluigi Bastia

 

Qumran

 

La scoperta di questo importantissimo sito archeologico che si trova presso le rive del Mar Morto è avvenuta in modo del tutto casuale nel 1947 quando un pastore, rincorrendo una delle sue capre, per caso si accorse che una grotta vicino all’antico insediamento di Khirbet Qumran – noto da tempo a viaggiatori ed esploratori –

- conteneva delle giare all’interno delle quali erano stati nascosti dei documenti, papiri e pergamene molto antiche ormai in stato frammentario a causa dell’azione corruttrice
del tempo. Successivamente tutta l’area attorno a Khirbet Qumran venne esplorata e furono ritrovate ben undici grotte piene di documenti molto importanti per quanto riguarda lo studio dell’ebraismo, mentre eventuali collegamenti con il cristianesimo

sono oggetto di studio e notevole dibattito storico e scientifico.

Il materiale rinvenuto nelle grotte di Qumran è vastissimo, sono state ritrovate centinaia e centinaia di porzioni di pergamene e rotoli di papiro molto antichi, scritti da mani diverse, quasi tutti in stato frammentario ad eccezione di un rotolo del profeta Isaia che si è conservato intatto. Moltissimi frammenti sono stati identificati come resti biblici "canonici" e in un solo colpo sono diventati i più antichi documenti esistenti dell’Antico Testamento ebraico. Quando vennero scoperti, i documenti dell’Antico Testamento rinvenuti a Qumran si rivelarono di circa mille anni più vecchi dei più antichi documenti “masoretici” che allora si conoscevano in questo campo.

 

 

Nell’immagine di sopra, le rovine dell’antico sito di Khirbet Qumran, l’area che comprende il cimitero vicino al sito e le grotte nella roccia distanti alcune centinaia di metri dall’insediamento. Le undici grotte di Qumran hanno custodito i frammenti di rotoli ebraici scritti più di duemila anni fa.

 

I manoscritti di Qumran sono stati quasi tutti tradotti completamente e sono disponibili in alcune edizioni, accessibili anche al lettore comune. Complessivamente il numero di documenti ritrovati e catalogati ammonta a circa ottocento manoscritti. Di questi, un terzo sono frammenti piccolissimi contenenti solo poche lettere, il cui testo è fondamentalmente incomprensibile. Alcuni di questi piccoli frammenti sono diventati famosi quando qualche studioso ha ipotizzato di poterli identificare con qualche testo noto: è il caso, per esempio, dei minuscoli frammenti greci della grotta 7Q, come vedremo. Un altro ulteriore terzo dei ritrovamenti è composto da resti di documenti biblici più o meno ampi, utili per lo studio della trasmissione del testo della Bibbia ebraica e delle varie recensioni. Infine l'ultimo terzo comprende tutti i documenti che non rientrano nelle altre due categorie, quindi opere settarie, calendari, trattati religiosi, commentari (pesharim), apocrifi dell'Antico Testamento come 1 Enoc e il libro dei Giubilei, che è stato possibile comprendere e tradurre data l'abbondanza e la completezza del testo che si è conservato. La letteratura qumranica non biblica può essere oggi agevolmente studiata sulla base delle seguenti traduzioni, eseguite direttamente a partire dai manoscritti originari e reperibili nel catalogo di una qualunque biblioteca pubblica mediamente fornita:

 

Bibliografia

 

I manoscritti di Qumran

di Luigi Moraldi  

seconda edizione, UTET, Torino, 1986.

 

I manoscritti segreti del Mar Morto

di R.H. Eisenmann e M. Wise

edizione italiana e traduzione a cura di Elio Jucci,

PIEMME, Casale Monferrato, 1994.

 

I testi di Qumran

Florentino Garcia Martinez

edizione italiana e traduzione a cura di Corrado Martone,

PAIDEIA, Brescia, 1996 (ultima edizione aggiornata: 2003).

 

I rotoli di Isaia

 

Particolarmente interessanti sono stati i ritrovamenti nella grotta 1Q di due rotoli del profeta Isaia, contenenti gli scritti del profeta più importante di tutto l’Antico Testamento. Il rotolo 1QIs(a) è denominato anche “grande” rotolo di Isaia, in quanto contiene per intero tutti e 66 i capitoli del libro del profeta, con pochissime lacune dovute allo stato di conservazione, il rotolo 1QIs(b) è invece incompleto e contiene solo i Capitoli da 41 a 66, corrispondenti al 75% circa del libro di Isaia, più altri frammenti. Il grande rotolo è stato scritto tra il 150 a.C. e il 100 a.C. ed è il testo più antico del libro di Isaia che oggi si conosca. Il testo del rotolo è scritto in una lingua che assomiglia a una specie di dialetto dell’ebraico antico, con alcuni influssi dall’aramaico. I testi qumranici sono non vocalizzati, sebbene in 1QIs a l'aggiunta di alcune lettere in determinate parole ha funzione di rudimentale sistema di vocalizzazione. Soltanto dal VI-VII secolo d.C. gli scribi ebrei noti col nome di Masoreti formalizzarono un sistema di vocalizzazione per il testo biblico e iniziarono a tramandare per iscritto la Bibbia ebraica con i segni vocalici (il Talmud continuò invece a essere trascritto senza vocalizzazione, così come lo si legge ancora oggi).  Il rotolo 1QIs(b) sembra essere più recente del "grande rotolo" ed è stato datato attorno 50 a.C. per via paleografica. Il contenuto dei due rotoli è pressoché identico al testo ebraico masoretico di Isaia che è pervenuto sino a noi e che possiamo leggere oggi.

 

Studio e traduzione del rotolo di Isaia1QIs(a) ritrovato a Qumran

a cura di Fred P. Miller  

Great Isaiah Scroll Directory

 

Nell'estate del 2008 The Israel Museum Jerusalem ha pubblicato nel suo sito il rotolo di Isaia (1QIs a) completo:

The Great Isaiah Scroll, immagini ad alta definizione di 1QIsa. "a"

 

 

Vai a:

 

Testimonianze antiche sugli Esseni

Datazione dei rotoli e archeologia di Khirbet Qumran

 

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