Qumran e gli Esseni

 

Oltre ai due rotoli di Isaia e ad altri numerosissimi frammenti dei testi dell’Antico Testamento, sono stati ritrovati alcuni apocrifi dell'Antico Testamento, in precedenza noti solo nella versione greca dei LXX, commentari di vario tipo scritti in ebraico ed in aramaico e documenti che si ritengono collegati agli antichi abitanti di quel sito. Molti qumranisti oggi pensano che l’area di Qumran fosse abitata sino al I secolo da una Comunità di Esseni descritta dagli storici ebrei del I secolo quali Giuseppe Flavio (37-103 d.C.) e Filone di Alessandria (13 a.C. – 45 d.C.). Un ritratto degli Esseni ci è pervenuto anche dallo storico e naturalista romano Plinio il Vecchio (24-79 d.C.), che visitò la Palestina nel 75 d.C., dopo la prima rivolta giudaica del 66-74 dopo Cristo. La tendenza moderna è oggi quella di considerare quello degli Esseni come un movimento diffuso in tutta la Palestina, in accordo alle testimonianze di Giuseppe Flavio e Filone di Alessandria che parlano degli Esseni come di un gruppo numeroso e per certi versi ancora integrato nella società ebraica, mentre la Comunità di Qumran sarebbe un gruppo minoritario nato verso il I o il II secolo avanti Cristo dal più generale movimento esseno, in seguito a uno scisma religioso. A queste conclusioni sono giunti qumranisti quali Paolo Sacchi, Gabriele Boccaccini e Florentino Garcia Martinez, quest'ultimo creatore dell'ipotesi di Groningen. Per questo è importante distinguere tra movimento degli Esseni e Comunità di Qumran, in quanto i due fenomeni sono probabilmente da tenere distinti, il secondo come sviluppo del primo. Ma vi sono anche altri qumranisti che propongono una storia diversa della Comunità di Qumran, per esempio R. Eisenman ed altri sostengono che Qumran abbia ospitato per molti anni addirittura la nascente comunità cristiana. Dalla analisi della loro letteratura e dall'archeologia di Khirbet Qumran pare che qui si fosse insediato una specie di ordine monastico ante litteram probabilmente in contrasto con le regole e con le usanze dei sacerdoti Farisei e Sadducei del tempio di Gerusalemme. Da un esame della loro letteratura risulta che i qumraniti erano ebrei molto intransigenti ed ortodossi, “fondamentalisti” diremmo oggi; seguivano persino un loro calendario di tipo solare diverso da quello “ufficiale” di Gerusalemme basato sul ciclo della Luna. Qumran è una importante zona archeologica anche perchè si pensa che sia sede di un notevole stop-archeologico noto con una certa precisione: secondo la maggioranza dei qumranisti e la teoria oggi più accreditata le grotte infatti vennero sigillate attorno al 68 d.C. verso la fine della prima rivolta giudaica, quando gli antichi abitanti del luogo furono costretti ad abbandonare in fretta e furia la regione e a mettere in salvo i loro documenti prima dell’arrivo delle truppe romane che occuparono quella zona negli anni successivi. In effetti le datazioni indicano che il materiale rinvenuto nelle grotte è datato tra il III secolo a.C. e il I secolo d.C. e non oltre. Poiché i reperti rinvenuti a Qumran sono in maggioranza testi scritti e quasi sempre frammentari non è facile applicare la tecnica del Carbonio 14 senza danneggiarli, inoltre la stessa prova al C14 non è molto precisa. Nel 1950 alcuni teli di lino che avvolgevano i rotoli della grotta 1Q sono stati sottoposti alla prova del C14 dallo stesso inventore del metodo, lo scienziato W.F. Libby dell’Università di Chicago. Il risultato stabilì che i teli sarebbero stati realizzati attorno al 33 d.C., con una precisione di 200 anni (sic!) che sono una enormità quando si trattano queste problematiche. Nel 1991 è stato possibile utilizzare per la prima volta la spettrometria di massa per risalire alla datazione dei rotoli: i campioni testati hanno confermato nella sostanza l’indagine paleografica che era stata eseguita negli anni ’50 e ’60: i rotoli sarebbero stati scritti fra il III secolo a.C. e il I secolo d.C., in accordo con le testimonianze storiche relative all’abbandono dell’insediamento da parte degli ebrei. Queste datazioni sono poi state confermate anche da una seconda campagna di misure al radiocarbonio, eseguita nel 1994.

 

Tuttavia il tema dell’origine e della datazione dei rotoli di Qumran è argomento abbastanza delicato non appena si scende nel dettaglio e si esaminano attentamente le datazioni fornite dalle prove al radiocarbonio e dalla paleografia. Inoltre la teoria più accreditata vorrebbe i rotoli scritti dagli abitanti dell’attuale sito di Khirbet Qumran e il sito stesso abitato fino al I secolo dopo Cristo dalla Comunità ebraica degli Esseni o da un ramo distaccatosi dagli Esseni. Se in linea di massima questa teoria sembra valida in prima approssimazione, essa presenta tuttavia alcune clamorose anomalie; inoltre gli stessi rapporti tra l’insediamento di Khirbet Qumran e i rotoli ritrovati nelle grotte circostanti non sono ben chiari. Così non è affatto provato che senza ombra di dubbio Khirbet Qumran era un insediamento esseno e che i manoscritti nelle zone vicine a K.Q. sono proprio stati scritti dagli Esseni e/o dagli abitanti di Khirbet Qumran.

 

A Qumran è stata ritrovata una enorme quantità di manoscritti frammentari. Non tutti i manoscritti sono stati composti dalla Comunità di Qumran, molti sono semplicemente testi classici dell'ebraismo che erano patrimonio comune di tutti gli ebrei. Essi erano conservati e utilizzati dai qumraniti ma non sono stati composti da Esseni. Altri testi ritrovati a Qumran, come il libro di Enoc, erano probabilmente testi classici del movimento dal quale i qumraniti si erano distaccati. Secondo gli studi più recenti i documenti più importanti propri della Comunità che ha scritto i rotoli ritrovati a Qumran sono:

 

1) il Rotolo della Guerra (1QM), un libro apocalittico che descrive la guerra escatologica tra i figli della luce e i figli delle tenebre. Una delle dottrine principali che emergono dall'analisi della letteratura settaria di Qumran è quella del dualismo cosmico tra bene e male, ovvero tra luce e tenebre. Secondo questa dottrina Dio avrebbe volontariamente introdotto nell'Universo sia il bene che il male; quest'ultimo non sarebbe quindi nato come ribellione a Dio, cosa impossibile perchè non è ammesso che si possa disobbedire a Dio da un punto di vista filosofico, ma come volontaria e consapevole creazione di Dio. Alla fine dei tempi gli esseri asserviti - per ordine di Dio e non per scelta volontaria - al male (o tenebre) sono destinati ad essere sconfitti e distrutti per sempre.

 

2) la Regola della Comunità (1QS), che ci informa sulla struttura gerarchica della Comunità, probabilmente quella degli Esseni o derivata da essi in seguito a uno scisma, sui suoi rituali e su quelle che erano le regole per esservi ammessi; contiene anche importanti informazioni sulla dottrina elaborata o seguita dalla Comunità, per esempio viene qui elaborata la teoria della predestinazione alla quale essi credevano discostandosi dai Farisei e soprattutto dai Sadducei. La Comunità era governata da un Maestro che regolava l'ingresso nella Comunità e stabiliva le leggi che governavano la vita dei membri, che si consideravano la luce destinata a distruggere le tenebre nella grande battaglia escatologica della fine dei tempi;

 

3) il Rotolo degli Inni  o Hodayot (1QH) contenente preghiere e salmi elaborati dalla comunità; si tratta di composizioni simili a quelle dei Salmi, il tema ricorrente degli inni qumranici allude però alle esperienze religiose di un maestro in stretto contatto con Dio, perseguitato da alcuni nemici e abbandonato dai suoi discepoli;

 

4) i Commentari (pesharim) biblici; la Comunità aveva realizzato una serie di commentari dell'Antico Testamento la cui importanza risiede nel fatto che essi interpretano in chiave storica le antiche profezie veterotestamentarie, fornendo indicazioni per ricostruire la storia della Comunità e delle sue origini. Uno dei pesharim più importanti è il Commentario di Abacuc (1QpHab) che descrive un conflitto religioso tra il Maestro di Giustizia (nome in codice che si riferisce al leader della Comunità di Qumran) e i suoi avversari, che sono il Sacerdote Empio e l'Uomo della menzogna. Il Sacerdote Empio, da quanto emerge, sembra un oppositore esterno al movimento qumranico, con tutta probabilità un sommo sacerdote del tempio di Gerusalemme considerato corrotto ed iniquo dai qumraniti, mentre l'Uomo di menzogna potrebbe essere un oppositore sorto all'interno della Comunità o da ambienti in stretto contatto con essa; secondo alcuni, invece, l'Uomo della menzogna è semplicemente un'altro modo di chiamare il Sacerdote empio. Il pesher di Abacuc inserisce sullo sfondo anche i Kittim, una popolazione pagana aggressiva e violenta che avrebbe punito per volere divino i sacerdoti di Gerusalemme. A causa del suo linguaggio cifrato e dell'assenza di dati storici concreti è difficile identificare questi personaggi e inquadrarli in un preciso contesto storico. I Kittim potrebbero essere i  Romani, che erano presenti in Palestina fin dal 64 avanti Cristo, distrussero il tempio di Gerusalemme e la città nel corso della guerra del 66-74 d.C. e condividono effettivamente con i Kittim del commentario le caratteristiche di potenza egemone e guerriera, ma la data di composizione dell'opera potrebbe anche essere anteriore a queste vicende. La datazione paleografica del manoscritto qumranico è riferita al periodo erodiano, tra il 30 a.C. e l'inizio dell'era volgare. Ma le analisi al radiocarbonio eseguite nel 1994 a Tucson, nei laboratori dell'Università dell'Arizona, hanno fornito come data di scrittura di 1QpHab il periodo 104-43 a.C. (con probabilità 1s = 68%) oppure 120-5 a.C. (con probabilità 2s = 95 %). Poiché queste sono le date di realizzazione del singolo manoscritto ritrovato a Qumran, la data di composizione dell'opera potrebbe essere ben più antica, se quella qumranica è soltanto la copia di un manoscritto precedente eseguita da uno scriba. Molte soluzioni sono poi state proposte per identificare il Maestro di Giustizia e i suoi oppositori con personaggi storici reali, nessuna di esse è tuttavia risolutiva e accettata indistintamente da tutti i qumranisti.

 

Il commento ad Abacuc è molto importante per la tecnica che esso utilizza nell'interpretazione profetica. Il libro di Abacuc descrive nei vv. iniziali l'iniquità che caratterizzava una parte del popolo di Israele. Nel linguaggio e nella cultura biblica dell'Antico Testamento in genere quando una parte del popolo di Israele commette fatti contrari alla legge di Dio o si allontana dai precetti della religione ebraica intervengono fattori esterni, quasi sempre invasioni da parte di altri popoli, per correggere Israele ed estirpare da esso i malvagi e i corrotti. Così Abacuc profetizza una invasione dei Caldei, il popolo babilonese, voluta da Dio per ristabilire Israele e cancellare da esso l'iniquità. Il pesher qumranico ad Abacuc riprende questa antica profezia, riferita a eventi che si verificarono ai tempi dell'invasione babilonese nel VI secolo a.C., ma la applica alla storia della Comunità e agli eventi che sarebbero dovuti accadere. Se Israele nella dottrina ebraica è il popolo eletto da YHWH, i membri della Comunità si sentivano a loro volta degli eletti speciali all'interno del giudaismo, in opposizione ai sacerdoti di Gerusalemme e al Sacerdote empio. La classe sacerdotale, secondo la visione qumranica, era invece corrotta e si comportava iniquamente opponendosi agli eletti guidati dal Maestro di Giustizia, rappresentando così la parte di Israele che Dio doveva punire. Lo strumento della punizione sarebbe stato, secondo il commentario, l'invasione da parte del misterioso popolo dei Kittim. I qumraniti credevano che la fine dei tempi fosse imminente, come traspare in alcuni passi dello stesso commentario in cui si parla di fine dei tempi, e pensavano di vivere davvero negli ultimi giorni della storia, al termine della quale, dopo l'invasione dei Kittim (voluta da Dio) e la destituzione della classe sacerdotale di Gerusalemme capeggiata dal Sacerdote empio, Dio avrebbe finalmente trionfato, anche i Kittim con i loro idoli di legno e di pietra sarebbero dopo poco scomparsi a loro volta e gli eletti avrebbero assistito al trionfo di Dio. Questa originale tecnica di interpretazione delle profezie veterotestamentarie fu utilizzata anche dai Cristiani i quali, da sempre, applicano molti passi dell'Antico Testamento alle vicende legate a Gesù Cristo.

 

Il Commentario del profeta Nahum (1QpNah) fornisce invece dei nomi storici reali, un Antioco e un Demetrio, ma non si sa a quali dei sovrani seleucidi si alluda esattamente. Demetrio è alleato dei "cercatori di facili cose", probabilmente i Farisei. Inoltre è menzionato un'altro personaggio, il "furioso leone", un re snguinario che compì una vendetta sui "cercatori di facili cose". Molti tendono a identificare questa figura con Alessandro Ianneo, che operò una tremenda vendetta sui suoi nemici Farisei, i cercatori di facili cose. Il pesher fa anche riferimento ad altri misteriosi gruppi politico-religiosi attivi in quel momento in cui venne scritto, le tribù di Manasse ed Efraim, forse i Farisei ed i Sadducei. Efraim e Manasse vennero coinvolti in alcune vicende legate alla Comunità di Qumran. Si conoscono vari commentari ritrovati a Qumran, i più celebri sono quelli di Abacuc, Nahum, Isaia e Osea.

 

Per approfondire:

 

Archeologia di Khirbet Qumran e datazione dei rotoli

 

Testimonianze antiche sugli Esseni

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