Giselle Dian Intervista Tiziana Plebani
Tiziana Plebani, prestigiosa intellettuale, autrice di saggi di straordinaria finezza, bibliotecaria e storica, e' attiva nella Rete di donne per la pace di Mestre e Venezia; tra le sue opere: Il genere dei libri, Angeli, Milano 2001; Corpi e storia, Viella, Roma 2002
- Giselle Dian: Quale eredita' ha lasciato nella cultura statunitense e mondiale l'esperienza di Martin Luther King, la lotta contro il razzismo e il movimento per i diritti civili?
- Tiziana Plebani: Vorrei pensare che la sua opera, insieme a quelle di molte altre persone, abbia costruito un percorso che ha portato all’elezione di Obama, un presidente nero dello stato piu' influente e piu' potente del mondo. Le persone della mia eta' hanno iniziato allora, con Martin Luther King, a vedere cio' che succedeva nei paesi in cui c’era mescolanza tra bianchi e neri e in cui c’era sopraffazione, violenza e discriminazione. Abbiamo cominciato a leggere, ad immaginarci di essere neri, a patire con loro, a indignarci. L’altra lezione e' stato il Sudafrica e per me Nadine Gordimer.
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- Giselle Dian: La riflessione e la pratica del femminismo hanno avuto un ruolo fondamentale nella formazione dei movimenti sociali impegnati per i diritti umani di tutti gli esseri umani. Come si e' esercitato questo ruolo nel corso degli ultimi decenni a livello planetario?
- Tiziana Plebani: Prima del femminismo si credeva nella rivoluzione come trasformazione e spesso rovesciamento violento del potere e delle classi sociali; il femminismo ha insegnato che non c’e' trasformazione se non si parte da se', dal proprio corpo, dalla relazione "prima" tra i sessi.
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- Giselle Dian: L'opposizione alla bomba atomica ha caratterizzato la seconda meta' del Novecento; negli ultimi decenni essa si e' sviluppata anche contro le centrali nucleari, cogliendo una serie di decisivi nessi ed implicazioni. Quali sono state le esperienze cruciali e quali sono le riflessioni fondamentali del movimento antinucleare?
- Tiziana Plebani: Penso che le questioni piu' cruciali riguardino questi punti: la terra non e' solo nostra, non e' solo in mano agli uomini che possono farne cio' che vogliono. Questo tema e' legato alla consapevolezza del limite e a un’etica olistica. La seconda questione riguarda l’economia e la critica a uno sviluppo senza fine. L’economia deve essere al servizio delle persone, non il contrario; non puo' essere cieco sfruttamento delle risorse a rischio della vita stessa delle persone e dell’ecosistema.
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- Giselle Dian: La solidarieta' internazionale con il movimento antiapartheid in Sudafrica ha caratterizzato gli anni Ottanta; e ad essa anche gli artisti (delle arti visive, della musica, della letteratura, del teatro e del cinema) hanno dato un contributo rilevante, particolarmente sul versante della sensibilizzazione. Poi, negli anni '90, la liberazione di Nelson Mandela, la sua elezione a primo presidente democratico del Sudafrica, e l'esperienza straordinaria della Commissione per la verita' e la riconciliazione, costituiscono eventi di portata mondiale ed epocale. Quali riflessioni si possono trarre da questa vicenda?
- Tiziana Plebani: L’esperienza della riconciliazione ha aperto una nuova strada nella storia, una nuova speranza su come superare i conflitti senza azzerare la memoria; un nuovo modo di fare giustizia senza giustiziare.
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- Giselle Dian: Da alcuni anni si ha la sensazione che almeno in alcune parti del mondo finalmente i diritti delle persone omosessuali vengano almeno formalmente riconosciuti, e che il pregiudizio e la violenza omofoba non godano piu' di una complicita' diffusa. E' realmente cosi'? Ed attraverso quali tappe di impegno civile e di progresso culturale si e' giunti a questa situazione, e quanto cammino c'e' ancora da percorrere, e quali iniziative occorre intraprendere affinche' ad ogni persona sia riconosciuto il diritto alla libera autodeterminazione ed autogestione del proprio orientamento sessuale e delle proprie scelte di vita?
- Tiziana Plebani: Credo che nelle pratiche, nella vita comune cio' sia piu' avanti di quanto appaia nel piano normativo, nella legislazione. Ma credo che nei media, nello spettacolo, nella pubblicita' siamo diventati tutti oggetti sessuali, merci sessuali, c’e' troppo sesso dappertutto. Non c’e' eros, non c’e' attrazione, nel mercato dei gesti, della cultura dominante non siamo "persone" ma oggetti sessuali piu' o meno vincenti.
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- Giselle Dian: Quale puo' essere lo specifico contributo dell'arte all'impegno per la pace, l'ambiente, i diritti umani di tutti gli esseri umani?
- Tiziana Plebani: Credo che l’arte possa alimentare l’empatia, la capacita' di commozione e di meraviglia che sanno farci stare al mondo con ricchezza e rispetto
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- Giselle Dian: L'opera di Keith Haring, e piu' in generale il linguaggio dei "graffiti", pone in evidenza il rapporto tra opera d'arte e dimensione urbana, tra performance estetica e vissuto della strada, tra "nonluoghi" e impegno civile, tra forme della cultura di massa e lotta contro l'alienazione e l'emarginazione, tra strutture della vita quotidiana e nuove modalita' di risignificazione dei luoghi e delle esperienze esistenziali. Quali riflessioni le suscita questa prassi?
- Tiziana Plebani: Credo che sia giusto che esistano piu' linguaggi e diverse estetiche nella citta', luogo per eccellenza della mescolanza. La questione cruciale sta nel come far convivere insieme - e non solo accostando stili diversi - forme giovanili di comunicazione, avanguardia e culture classiche.