L'ingiustizia in qualsiasi luogo è una minaccia alla giustizia dovunque.
Martin Luther King


http://www.nena-news.com
29 novembre 2010

I Dieci Punti Che i Media vi Nascondono sui Palestinesi

Oggi 29 novembre l’Onu celebra la Giornata Internazionale di Solidarietà con il popolo palestinese, è una buona occasione per riflettere sulla condizione dei profughi e di coloro che vivono sotto occupazione israeliana leggendo questo particolare «decalogo» preparato dalla Tavola della Pace.

1. Privati da oltre sessant’anni della libertà, 4 milioni di palestinesi sono costretti a vivere sotto il peso dell’occupazione militare israeliana. 2.2 milioni hanno meno di 18 anni. Più di 1.800.000 palestinesi vivono da rifugiati nella propria terra. Quasi 3 milioni vivono in Giordania, Libano e Siria. Più di 20.000 palestinesi vivono rinchiusi in un campo profughi nel Città Santa di Gerusalemme.

2. Dall’inizio del 2010, l’esercito israeliano ha ferito 1074 palestinesi (in prevalenza giovani e bambini) che protestavano contro l’occupazione, contro l’espansione degli insediamenti e contro la costruzione del muro. Nel 2009 ne sono stati feriti 764.

3. Da quando il 26 settembre è finita la moratoria sulla costruzione di insediamenti nei territori occupati, i coloni israeliani hanno costruito 1650 case nuove, poco meno del totale di quelle costruite nel 2009.

4. Ai palestinesi invece non è permesso di costruire o ingrandire la propria casa in tanta parte della propria terra. Dal 24 novembre le autorità israeliane hanno abbattuto 18 case palestinesi e una moschea. 54 persone sono state gettate per la strada.

5. Il 23 novembre un gruppo di coloni israeliani accompagnati dalla polizia israeliana si sono impossessati di un palazzo palestinese di tre appartamenti di Gerusalemme. Tre famiglie palestinesi con 5 bambini sono finiti per strada. In luglio i coloni israeliani hanno fatto lo stesso con le case di altre 29 persone e otto famiglie. Osservatori internazionali parlano di “pulizia etnica”.

6. Nella settimana tra il 10 e il 23 novembre, l’esercito israeliano ha condotto 57 incursioni e arresti di palestinesi nelle città e nei villaggi della West Bank e a Gerusalemme. Un po’ meno della media settimanale che nel 2010 è di 93 incursioni e arresti.

7. Dall’inizio dell’anno i coloni hanno aggredito i contadini palestinesi o distrutto le loro proprietà agricole, sradicando e bruciando migliaia di ulivi secolari, in media 6 volte alla settimana. Questa settimana (10 e il 23 novembre) le aggressioni sono state 7, una al giorno.

8. Nonostante il ritiro del 2005, Israele continua a controllare tutti gli aspetti fondamentali della vita di 1,5 milioni di palestinesi che abitano nella Striscia di Gaza. Dall’inizio del 2010, 58 palestinesi sono stati uccisi e 233 feriti. La maggioranza erano civili. Prima dell’inizio dell’assedio, dalla Striscia di Gaza entravano e uscivano in media 650 persone al giorno. Oggi ne passano 340. I palestinesi di Gaza hanno la corrente elettrica solo per 12 ore al giorno. L’acqua arriva nelle case ogni due giorni, per poche ore. E in alcune zone arriva solo ogni 5 giorni.

9. Ai palestinesi non è concesso di circolare liberamente nella propria terra. Il muro di 700 km costruito dagli israeliani nella West Bank separa molti palestinesi dai loro terreni, dai posti di lavoro e dai familiari. Il resto lo fanno una serie di coprifuoco, circa 600 posti di blocco e altri ostacoli. Per spostarsi spesso i palestinesi devono chiedere un permesso che spesso non arriva. A molti palestinesi viene così negata la possibilità di accedere alla terra, al lavoro, alle strutture scolastiche e ai servizi di base.

10. Israele continua a negare ai palestinesi l’accesso all’acqua, intralciando lo sviluppo socioeconomico e ponendo a repentaglio la loro salute. Un palestinese può utilizzare al massimo 70 litri di acqua al giorno, meno del minimo necessario. Un israeliano ne consuma 4 volte di più. L’esercito israeliano ha ripetutamente distrutto le cisterne di raccolta di acqua piovana usate dai palestinesi con la motivazione che erano state costruite senza permesso. Nena News

top


Editor Palestine Monitor
29 November 2010

International Day Of Solidarity With Palestinian People
By Mustafa Barghouthi

On the occasion of the Palestinian Partition Plan and the International Day of Solidarity with Palestinian people, Dr. Mustafa Barghouthi calls for recognition of a Palestinian state after years of struggle.

Dr. Mustafa Barghouthi, Secretary General of the Palestinian National Initiative called for the recognition of the Palestinian state after several years that have passed, and after the Palestinian Partition Plan which only resulted with the establishment of the Israeli state on the occupied Palestinian territories and did not comply with the creation of a Palestinian state.

On the International Day of Solidarity with the Palestinian people, Dr. Barghouthi said “It is now time to end the occupation and put an end to the suffering of the Palestinian people which includes the displacement and uprooting of millions of Palestinian and the establishment of an independent Palestinian state on 1967 borders with Jerusalem as its capital and ensuring the Right of Return.”

Dr. Barghouthi called for the world to change words and decisions into actions which include the recognition of a Palestinian state and to end the injustice that has been prevalent since 1947 which includes the Nakba, Naksa, and the continuous series of crimes of occupation, killing, displacement, looting of land, settlement expansion and the Judaization of occupied Jerusalem.

He asserted that the dangers of the system of apartheid that has been established by Israel in the occupied Palestinian territories calls for a boycott, divestment and sanction approach such as the one adopted in South Africa.

Dr. Barghouthi also urged Palestinian parties to restore national unity in order to successfully deal with the risks and future of the Palestinian national state, to raise the popular resistance and steadfastness of the Palestinian people, to increase the mobilization of the international solidarity, to create a type of diplomatic resistance, and to declare a Palestinian state with full sovereignty on all 1967 lands with Jerusalem as its capital and to refuse any solution of a state with temporary borders.

top


www.bocchescucite.org
27 Novembre,

Speranze rinnovate

Firenze - At Tuwani.

Mentre Khifà, coraggiosa leader delle donne del villaggio assediato dai coloni, sta intervenendo nella gremitissima sala del Convegno che celebra la Giornata Onu per i diritti del popolo palestinese, nel suo piccolo villaggio delle South Hebron Hills il Comitato Popolare, le donne e soprattutto i bambini, manifestano pacificamente per denunciare i soprusi e la negligenza della scorta militare israeliana che ogni giorno dovrebbe garantirne la sicurezza nel tragitto da e per la scuola. Muniti di striscioni, i bambini hanno raggiunto il punto in cui ogni giorno, dopo la scuola, i loro compagni di Tuba attendono l'arrivo della scorta. Con un sit-in silenzioso hanno ricordato le ripetute violenze da parte dei coloni israeliani dell'insediamento di Ma'on. L'azione ha avuto esito positivo e si ripeterà ogni venerdì finché la strada, che recentemente è stata distrutta dai bulldozer, non verrà completamente riparata. Questa lotta nonviolenta conferma la forza della nonviolenza nel resistere all'occupazione israeliana.

top