Il contesto ad Aboud e la presenza di Operazione Colomba


Parallelamente alla presenza nelle South Hebron Hills, Operazione Colomba ha stabilito dall'Agosto 2004, una presenza permanente ad Aboud, un villaggio misto cristiano-mussulmano di 2.300 abitanti, situato a nord-ovest di Ramallah, a 6 chilometri dalla Linea Verde , linea di confine tra lo Stato d’Israele e i territori occupati della Cisgiordania. In passato la strada principale che attraversa Aboud collegava il paese a Tel Aviv. Da quando però lo Stato d’ Israele ha confiscato le terre ed ha costruito l’insediamento di Bet Arye, il collegamento è stato interrotto, aggravando molto l’economia del paese.
La comunità cristiana è composta da cattolici, ortodossi e una piccola minoranza protestante. Tra la comunità cristiana e quella mussulmana vige una convivenza centenaria, che non riscontra problemi, se non talvolta tra i giovani adolescenti, che vedono nella diversa religione un motivo di distinzione e confronto a volte conflittuale. I volontari di Operazione Colomba, pur avendo relazioni con persone di diversa religione all’interno del villaggio, collaborano con la parrocchia cattolica e il locale gruppo scout. La parrocchia sostiene la scuola cattolica (frequentata anche da ortodossi e mussulmani), le cui classi vanno dalla prima elementare alla terza superiore. La Caritas sostiene l’unico ambulatorio medico del villaggio e quello dentistico.
La comunità cristiana palestinese è meno del 2% dell’intera popolazione tra Israele e Territori Occupati, ma, in particolare, la presenza nei Territori Occupati è in forte calo a causa delle difficoltà di vita e delle violenze dell’occupazione militare israeliana, che si protrae dal 1967. Solo dal 2000 al 2004 sono fuggiti all’estero dalla West Bank almeno 180.000 palestinesi, tra cui circa 10.000 cristiani. La comunità cristiana palestinese risulta schiacciata dall'occupazone israeliana da un lato e dalla pressione mussulmana dall'altro: essa rischia pertanto di scomparire.

Le conseguenze del conflitto per la popolazione
La popolazione di Aboud dal 2000 è sottoposta ad una recrudescenza dell’occupazione militare, con una violazione continua dei diritti umani e del diritto internazionale. Secondo gli Accordi di Oslo, tuttora formalmente in vigore, il centro abitato di Aboud è locato in “zona B”, area sotto amministrazione civile palestinese, ma sotto amministrazione militare israeliana. Tutta la terra circostante il villaggio è invece “zona C”, vale a dire sotto totale controllo israeliano, sia militare sia civile, il che implica che i palestinesi necessitino dell'autorizzazione israeliana per poter costruire su queste terre. Attualmente il villaggio avrebbe bisogno di nuovi spazi per costruire, ma dal 1994 l’amministrazione civile israeliana non rilascia autorizzazioni per edificare. Così oggi ci sono circa 40 giovani cristiani che non si sposano, perché non possono costruirsi la casa. Il Patriarcato Latino sta valutando di costruire dei mini-appartamenti per questi giovani, su un terreno in area B di sua proprietà.
Dal 2001 lo Stato d’Israele ha imposto il licenziamento forzato con il divieto d’assunzione a tutte le migliaia di palestinesi che da anni lavoravano in regola in Israele. Come in tutta la West Bank, anche ad Aboud la gran parte delle persone ha perso il lavoro e con esso spesso l’unica fonte di reddito della famiglia. Dal 2001 ad oggi almeno 350 capi-famiglia sono rimasti disoccupati.
Molti ragazzi hanno dovuto abbandonare l’università perché non possono più permettersela e sono in situazione d’apatia, senza nessuna prospettiva per il futuro.

Il Muro e il conflitto
Secondo il progetto del Ministero della Difesa Israeliano, il Muro di Separazione sarà costruito vicino al villaggio di Aboud, separandolo dalla gran parte delle terre coltivate e distruggendo una parte considerevole d’alberi d’ulivo, sostentamento basilare per le famiglie del villaggio. Preme sottolineare che il Muro in questo caso sarà costruito attaccato al villaggio, distante 6 chilometri dalla Linea Verde. Il tracciato principale del Muro è già stato eretto sulla Linea Verde stessa, rendendo già ora impossibile il passaggio in Israele. Quello che verrà costruito vicino al villaggio è un secondo muro, che ha lo scopo di “circondare” i vicini insediamenti di Bet Arye e Ofarim, annettendoli così di fatto ad Israele. I lavori sono iniziati lo scorso autunno e il Muro è già terminato poco più a nord di Aboud presso il villaggio di Rantis.

Dal 2002 le autorità israeliane tengono sotto stretto controllo militare il paese di Aboud. Nel 2001 un colono fu ucciso da ignoti a circa 3 chilometri di distanza da Aboud. Poiché il fatto avvenne su un terreno agricolo appartenente al villaggio, l’esercito distrusse circa 3.550 alberi d’ulivo. In quell’occasione alcune famiglie persero tutte le coltivazioni che avevano. Nel 2002 un abitante del villaggio divenne attentatore suicida uccidendo diversi civili israeliani a Gerusalemme. Da allora, dei 4 accessi al villaggio solo due sono aperti e spesso sono presenti in paese mezzi militari che bloccano con check-point l’accesso al villaggio. Talvolta in seguito alle incursioni dei soldati nel villaggio si registra il lancio di sassi da parte di alcuni bambini di 8-10 anni, che rimangono poi feriti dalla risposta dei militari con lancio di bombe sonore, gas lacrimogeni e pallottole di gomma. Inoltre almeno 6 ragazzi tra i 15 e 22 anni sono in carcere militare. A volte, senza motivo, i soldati entrano nelle case della gente di notte.

Le attività di Operazione Colomba
Oltre alla condivisione della difficile quotidianità con gli abitanti del villaggio e il conforto dato ad alcuni di loro, le attività svolte dai volontari di Operazione Colomba sono varie:

- monitoraggio delle violazioni dei diritti umani: settimanalmente vengono scritti dei report in inglese con le presenze ed i comportamenti dei soldati all'interno del villaggio; i report sono stati richiesti dall’Ufficio OCHA (UN) di Ramallah e da noi spediti anche ad associazioni per i Diritti Umani, sia israeliane sia palestinesi;
- intervento nei confronti dei soldati in paese: i volontari interagiscono con i soldati presenti in paese, a volte ottenendo l’interruzione delle azioni da loro compiute, a volte cercando un dialogo costruttivo con alcuni di loro, a volte premendo con la sola presenza di testimonianza;
- condivisione e sostegno alla comunità locale che si oppone alla costruzione del Muro con mezzi legali e con manifestazioni nonviolente di protesta;
- sostegno alla comunità del paese di Aboud: i volontari aiutano nei lavori agricoli alcune famiglie del villaggio bisognose di mano d’opera per la raccolta delle olive e l’aratura dei campi;
- sostegno alle attività della parrocchia cattolica, aiutando il parroco in traduzioni in italiano nell’ambito del gemellaggio della parrocchia con la Chiesa italiana;
- sostegno alle attività del gruppo scout locale collaborando alla realizzazione di alcune attività del gruppo;
- sensibilizzazione verso terzi sulla condizione del villaggio, incontri con pellegrini italiani: i volontari hanno portato numerosi cittadini italiani e internazionali a visitare il villaggio di Aboud e hanno parlato dei problemi del villaggio a numerosi pellegrinaggi italiani in visita a Gerusalemme;
- sensibilizzazione in Italia sulla situazione del villaggio attraverso più di 60 incontri pubblici presso parrocchie, gruppi missionari, municipalità, associazioni;
- sensibilizzazione attraverso mass-media: comunicati stampa, articoli ed interviste su giornali italiani locali e di diocesi, interviste radiofoniche nazionali (Radio Vaticana, Radio Padre Pio, Radio Popolare) e locali;
- sensibilizzazione attraverso internet: Operazione Colomba pubblica regolarmente in internet materiale tramite il proprio sito e alcuni siti italiani .

In particolare è da menzionare tutta l'attività di advocacy fatta negli ultimini mesi da Operazione Colomba per sensibilizzare l'opinione pubblica italiana ed europea sulla questione del Muro ad Aboud. A tale proposito è stata effettuata una raccolta firme a sostegno di una petizione contro il muro che è stata inviata alle competenti autorità israeliane. Il tracciato del Muro è stato così modificato rispetto al progetto iniziale, accogliendo così le principale richieste fatte nella petizione.
Infine la scorsa estate un gruppo di ragazzi di Aboud si è recato in visita in Italia. In quest'occasione una delegazione del gruppo, accompagnata dai volontari di Operazione Colomba, ha avuto modo di incontrare i Capitani Reggenti della Repubblica di San Marino , sottoponendo loro anche la questione del Muro.


Note
1
In inglese Green Line. È il confine stabilito in seguito alla guerra dei sei giorni nel 1967.

2 Il Patrarca Latino è il Vescovo cattolico di Gerusalemme.

3 Si veda www.operazionecolomba.org

4 Tra questi sono da rilevare www.unimondo.org, www.indymedia.it, www.peacereporter.org e www.warnews.it.

5 I Capitani Reggenti sono i Capi di Stato della Repubblica di San Marino.

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