Cosa si nasconde dietro il mistero Hamas? Perché un movimento islamista ha guadagnato così tanto consenso all’interno di una società ritenuta tendenzialmente laica come quella palestinese? E perché non si è sciolto come neve al sole quando tutta la comunità occidentale ha deciso di isolarlo dal resto del mondo? Un’indagine di prima mano tra cronaca, interviste e storia sulla Striscia di Gaza e sulle ragioni del consenso di massa ad Hamas da parte dei palestinesi.

Nata nel 1987 come movimento di resistenza all’occupazione israeliana, Hamas è passata attraverso il terrorismo e gli attentati suicidi, ha sfidato l’autorità di Yasser Arafat, è sopravvissuta all’eliminazione fisica di gran parte dei suoi dirigenti. Nel 2006 è arrivata al governo dell’ANP, democraticamente eletta dalla maggioranza dei palestinesi.
Cosa si nasconde dietro il mistero Hamas? Perché un movimento islamista ha guadagnato così tanto consenso all’interno di una società ritenuta tendenzialmente laica come quella palestinese? E perché non si è sciolto come neve al sole quando tutta la comunità occidentale ha deciso di isolarlo dal resto del mondo? Gli eventi hanno dimostrato che l’islam politico palestinese non può essere considerato un fenomeno passeggero, né il prodotto di una sola causa: sia essa la nascita di Israele, l’occupazione o la mancanza di uno Stato palestinese. Chiedersi perché significa anche dare risposta a quello che la cronaca registra negli ultimi anni: la divisione tra i palestinesi, la vita disperata di Gaza, l’assenza di prospettive di pace a breve termine tra israeliani e palestinesi.

Il libro di Paola Caridi scrive la storia di Hamas usando fonti a metà tra la cronaca e l’archivio. Fa vedere i luoghi e fa parlare i protagonisti. E cerca di svelare per la prima volta alcuni tratti sconosciuti di un movimento che per alcuni versi è ancora clandestino o che in clandestinità, negli ultimi anni, è in parte tornato. C’è il volto conosciuto del terrorismo. C’è quello molto meno noto del welfare, istituito ben prima che Hamas nascesse nelle strutture socioreligiose dei Fratelli musulmani palestinesi. C’è l’organizzazione politica, strutturata in modo simile ai partiti di massa europei. E poi ci sono i militanti, i leader, i sostenitori silenziosi e quei tanti palestinesi che hanno votato Hamas senza condividerne l’ideologia. Altrettante tessere che poste l’una accanto all’altra formano un quadro molto più complesso di quello che sinora la pubblicistica ha descritto.