Cosa nasconde, nell’uso politico contemporaneo, il concetto di “male minore”? Può la cultura del male minore giungere a una giustificazione della violenza e contribuire alla sua proliferazione? Con quale capacità di cura e moderazione le nuove tecniche militari e il regime giuridico del diritto internazionale riducono la sofferenza della guerra, della morte e della distruzione? Weizman, giovane architetto israeliano,  esamina tali questioni nei due saggi che compongono questo libro, Il male minore e Attacco legislativo, e suggerisce la possibilità che il male minore costituisca il nuovo nome della nostra barbarie.