Pierre Rabhi è un personaggio straordinario, di lui si è detto che è un «contadino poeta», un uomo che «respira con la terra», «un pioniere del futuro possibile». Nato in Algeria nel 1938, all’età di cinque anni viene adottato da una famiglia francese ricevendo un’educazione europea. Arriva a Parigi a vent’anni dove, dopo aver lasciato la scuola («la scuola mi ha sempre annoiato perché non rispondeva alle domande fondamentali che mi ponevo»), inizia a lavorare come operaio. Nel 1961 decide con la moglie di trasferirsi nell’Ardeche e di dedicarsi all’agricoltura. Si avvicina al biologico applicando quelle regole alla sua piccola fattoria che lui stesso definisce un’«oasi di vita». A poco a poco, Rabhi inizia la sua attività di uomo pubblico diffondendo l’agroecologia: zero fertilizzanti, zero pesticidi, gestione parsimoniosa dell’acqua. Questa tecnica dimostra che si può conciliare necessità di sopravvivenza e rispetto della natura. Negli anni ’90 crea l’associazione Terre & Humanisme per la trasmissione dell’etica e della pratica agroecologica e lancia nuove iniziative in Niger, Mali e Marocco. Oggi è una delle figure di riferimento per la cura e la tutela della terra. Questo libro è il suo manifesto ed è il regalo che Rabhi ha fatto alle generazioni future.

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25 Maggio 2012

Manifesto per la terra e per l'uomo
di Andrea Romeo

“In questa folle epoca in cui l'uomo si è perduto nei meandri dei gironi dell'egocentrica ingordigia e dell'edonismo sfrenato, in cui coesistono i pochi svuotati dall'aver tutto coi molti che nulla hanno, un cambiamento di paradigma risulta sempre più una necessità imminente”. Oltre a raccontare come stiamo compromettendo il nostro futuro, il libro "Manifesto per la terra e per l'uomo" ci dice come possiamo e dobbiamo cambiare le cose.

Manifesto per la terra e per l'uomo di Pierre Rabhi (Add editore) è un testo fondamentale per chi volesse intraprendere un percorso evolutivo che lo porti ad un riavvicinamento con la madre terra e con i suoi abitanti.

Può essere visto come un viaggio interiore attraverso gli occhi di Pierre Rabhi, un intellettuale e un saggio che mette a disposizione la propria esperienza attraverso la sua sapiente mano con cui designa il percorso da lui compiuto, un sentiero innanzitutto spirituale ma anche mirato ad un cambiamento collettivo, ad una presa di coscienza per un nuovo umanesimo proiettato verso il rispetto per tutti gli esseri viventi.

Il manifesto delinea i passaggi per una nuova prosperità che includa tutte le creature del pianeta, una nuova visione olistica del cosmo che ridia dignità alla bellezza della vita nella sua interezza. L'autore afferma: “oggi sono convinto che la sopravvivenza della specie umana non potrà prescindere dall’integrazione di due nozioni fondamentali: il rispetto della terra, come pianeta al quale dobbiamo la vita e dal quale non possiamo dissociarci (e della sua estensione diretta che è la terra nutrice), e l’avvento di un umanesimo planetario, l’unica prospettiva in grado di dare un senso alla storia dell’umanità in quanto fenomeno”.

Manifesto per la terra e per l'uomo è anche un libro che tutti dovrebbero leggere, poiché in questa folle epoca in cui l'uomo si è perduto nei meandri dei gironi dell'egocentrica ingordigia e dell'edonismo sfrenato, in cui coesistono i pochi svuotati dall'aver tutto coi molti che nulla hanno, un cambiamento di paradigma risulta sempre più una necessità imminente ed il testo, in tale prospettiva, mostra nuovi modelli di analisi e di interpretazione della vita in senso lato.

Una nuova visione della biosfera che faccia dell'uomo un abitante biotico che viva in modo armonioso sul pianeta che lo ospita, in totale sintonia con gli altri abitanti, che usi intelligentemente la propria sapienza per il rispetto e la solidarietà reciproca invece che per l'assurdità della competizione sostenuta dal sistema economico e politico attuale tra gli individui, tra gli Stati e le Nazioni, tra i dogmi religiosi e perfino contro l'ecosistema stesso.

Usando le parole di Rabhi, “credere ad esempio che il pianeta, che pure è limitato, sia solo un giacimento di risorse cui dar fondo fino all’ultimo albero o pesce è una sconfitta del pensiero. È tassativa la necessità di un nuovo paradigma, o anche soltanto di una nuova logica ispirata dall’emergenza ecologica e umana, che metta l’uomo e la natura al centro delle nostre preoccupazioni, e tutti i nostri mezzi e competenze al loro servizio”.

Un uomo dunque che scenda dal piedistallo che lui stesso ha eretto e sul quale si è posizionato come essere al di sopra di tutto, ma che più saggiamente invece rifletta sul fatto di essere parte della Natura - la stessa che gli ha concesso la vita e nutrice - essere tra gli esseri e, perché no, 'contingente'. “Ognuno, davanti allo sfarzo che il pianeta ci offre, può esclamare, come il Ravi provenzale: 'Che bello! Che bello!' Ed eccoci liberati dagli incessanti tormenti grazie all’ammirazione e alla gratitudine, finalmente nel profondo della nostra vocazione, capaci di amare e prenderci cura di noi stessi, dei nostri simili, delle creature che ci sono compagne e del nostro pianeta, la madreterra che non ci appartiene ma alla quale apparteniamo. Indubbiamente noi siamo di passaggio, lei rimane…”.

Il manifesto dunque, partendo da una lucida analisi delle incoerenze del sistema produttivo ed economico odierno - dall'industria agricola fino alle guerre per le risorse e alle irrazionali pratiche degli allevamenti intensivi che riducono alla fame i popoli più deboli mentre ingrassano quelli più 'civili' grazie alla creazione di 'macchine da proteina', per passare infine ai vari disastri ecologici ai quali tutti assistiamo quotidianamente - si propone di scuotere le coscienze del lettore onde farlo riflettere su quelle che sono le aberrazioni del nostro sistema e nel contempo lo guida verso 'inedite' soluzioni.

Infatti, attraverso l'idea di un nuovo umanesimo che concili gli esseri umani a prescindere dalla religione o dal colore della pelle, l'educazione alla reciprocità, fino alle pratiche dell'agroecologia in contrasto con i sistemi di monocultura intensivi e dello sfruttamento estremo delle risorse, l'illuminante libro di Rabhi ci porta esempi concreti di progetti già esistenti.

Lo scambio delle conoscenze per il bene collettivo, il rispetto per tutti gli esseri viventi che con noi vivono l'avventura della vita e quindi una nuova visione del cosmo al fine di un cambio di prospettiva per l'instaurazione di un rapporto stazionario con il mondo che ci ospita, sono i punti chiave sui quali il testo si focalizza.

Il destino dell'umanità e del Pianeta è, in ultima istanza, nelle mani di ciascuno di noi. “Una sorta di noosfera, di rete, di tessuto di coscienze attorno al pianeta oggi è possibile. Si sta costruendo, ma in base a quali criteri? Se deve continuare a servire la competitività, la dualità, la legge del mercato, la connessione di solitudini e le turpitudini umane, allora non farà che accelerare il processo di disgregamento del sistema umano e l’implosione finale. Gli strumenti di comunicazione sono al servizio delle relazioni? Aiutano a prendere coscienza dell’unità e dell’identità della specie umana? Non c’è niente di meno certo. Per uscire dall’utilizzo infantile che ne facciamo, i superstrumenti necessitano imperativamente di supercoscienze”.