«Rivoluzione popolare», «rivolta degli esclusi» o «complotto straniero»? Di certo il regime più solido e longevo del Medio Oriente, da mezzo secolo a capo di un Paese descritto come il più stabile e sicuro della regione, affronta oggi la sua crisi più profonda. Rischiando di portar via con sé quel che resta della Siria.

La Siria è da decenni al centro degli equilibri mediorientali. Eppure nonostante la lotta intestina che infuria nel Paese, rispetto ad altre questioni quella siriana continua a rimanere lontana dall’attenzione dei grandi media e dalla pubblicistica accademica e divulgativa. Questo volume intende fornire gli strumenti per indagare le cause interne che hanno determinato lo scoppio della rivolta nella primavera del 2011: un fenomeno senza precedenti per estensione geografica e temporale. E intende farlo tramite una lettura della storia moderna e contemporanea siriana. I richiami all’attualità sono presenti, ma forniscono il pretesto per approfondire i temi cruciali della questione: chi comanda realmente da oltre 40 anni nella Siria del Ba‘th e degli Asad? Quello siriano è davvero un regime «laico» che «protegge le minoranze confessionali dalla minaccia fondamentalista»? Perché le proteste non violente represse nel sangue e la conseguente rivolta armata sono espressione per lo più delle zone periferiche e rurali a maggioranza sunnita? Quanto influiscono sugli equilibri interni le dimensioni regionale e internazionale? Cercare di dare risposta a tali quesiti è necessario per tentare di immaginare la Siria di domani.