È possibile liberarsi da regimi soffocanti, difendersi da un'invasione, tutelare i diritti, custodire i beni comuni, fare passi avanti nella democrazia e nella pace senza ricorrere alle armi o bussare alla porta delle caserme? La risposta è sì, ma a condizione che non ci sia improvvisazione. Il satyagraha, sostantivo creato da Gandhi per indicare la lotta nonviolenta, richiede competenza ed organizzazione. Richiede formazione.
L'addestramento alla difesa popolare nonviolenta punta a facilitare l'uso abile del potere di cambiamento che gruppi e comunità possiedono. Tale formazione si estende dalla crescita personale di ciascun attivista (il satyagrahi), alla capacità collettiva di partecipare con grande fermezza e senza aggressività distruttiva ad un'azione diretta la quale, però, non sia un episodio isolato, ma la tappa di una strategia elaborata per rendere vincente una campagna, tesa alla realizzazione degli obiettivi di un concreto e condiviso programma costruttivo.
Questo manuale vuole essere non solo un libro da leggere, ma soprattutto un libro da usare, per essere protagonisti forti - pur nell'apparente debolezza - consapevoli, organizzati e creativi, della sfida a chi punta a mettere a tacere il dissenso e a chi mantiene in piedi una macchina della guerra scandalosamente costosa e assolutamente inadeguata a costruire la pace.
È un libro destinato in particolare ai movimenti di cittadinanza attiva, ai gruppi orientati all'impegno politico e sociale, al servizio civile nazionale, ad insegnanti, educatori e formatori che guardano alla nonviolenza come efficace strumento di difesa, di liberazione, di cambiamento. Con l’auspicio che possa presto incontrarsi con un concreto progetto pubblico di difesa civile non armata e nonviolenta.