Le preoccupazioni sull'esaurimento del petrolio sono all'ordine del giorno, ma sono solo una parte di un problema molto più grande. Quando si esauriranno i minerali? 
Partendo da questa domanda, Ugo Bardi costruisce un racconto di tutta la storia dell'attività mineraria umana, dall'età della pietra fino al petrolio ai nostri giorni. 
Abbiamo ancora tante cose da scavare e tanto petrolio da estrarre ma, in tempi non lunghissimi, ci troveremo di fronte al limite della capacità umana di sfruttare il nostro pianeta per le sue risorse minerali. 
Sarà la “fine del popolo dei minatori” che ci porterà a percorrere strade nuove e sconosciute per tenere in piedi la nostra civiltà. 



I cambiamenti causati dall'attività estrattiva umana sono qualcosa che non si era mai verificata con la rapidità attuale in centinaia di milioni di anni di storia planetaria. Questi cambiamenti stanno trasformando la Terra in un pianeta completamente diverso. Non è detto che questo nuovo pianeta che noi stessi stiamo creando non si riveli ostile alla vita umana. Che ci piaccia o no, l'ambiente non è un giocattolo per gli ambientalisti. L'ambiente è quella cosa che ci fa vivere. E noi stiamo giocando con questa cosa che ci fa vivere come se non avesse nessuna importanza.

http://www.ilcambiamento.it
10 Agosto 2012

La terra svuotata. Il futuro umano dopo l'esaurimento dei minerali
di Andrea Romeo

"Abbiamo estratto come mai nelle ere precedenti, abbiamo letteralmente prosciugato il pianeta senza preoccuparci del futuro, estinto intere specie, mutato drasticamente l'ambiente e l'equilibrio del nostro ecosistema e siamo sommersi dai nostri rifiuti. Riusciremo ad affrontare le sfide di un imminente futuro in cui i combustibili finiranno?". Ugo Bardi nel suo libro La Terra svuotata ricostruisce la storia dell'attività mineraria umana, dall'età della pietra all'era del petrolio.

“Per arrivare a gestire il nostro pianeta in modo sostenibile, quello che ci occorre piú di tutte è una cosa che non si esaurisce: la saggezza”

In questa frase è forse racchiuso tutto il senso di "La Terra svuotata – Il futuro dell'uomo dopo l'esaurimento dei minerali (Editore Riuniti) di Ugo Bardi, un affascinante viaggio che parte innanzitutto dagli inferi remoti della Terra per ripercorrere dunque la storia del genere umano attraverso il suo rapporto con le risorse del sottosuolo.

Ci raccontano di uomini che hanno forgiato spade invincibili, di grandi esploratori che si sono spinti in luoghi fantastici e distanti e di poeti che hanno decantato le belle amanti ornate di gemme preziose, ma queste storie non avrebbero mai preso vita senza le profonde miniere sotterranee ed il lavoro dei minatori che, dietro le quinte della storia, vivevano in quei profondi tunnel oscuri.

Esploriamo gli abissi come i pesci, tessiamo tele come i ragni, voliamo come gli uccelli, ma pochi riflettono sul fatto che tutte le attività umane, dall'agricoltura all'esplorazione dei mari e degli astri fino alla comunicazione via rete, non sarebbero mai state possibili senza l'utilizzo di strumenti e tecnologie che derivano e dipendono dalla lavorazione dei minerali. Fin dalla notte dei tempi l'uomo ha infatti raccolto pietre per usarle a proprio vantaggio: “fondamentalmente la nostra civiltà è una civiltà di minatori”.

Col passare del tempo l'umanità ha iniziato a scavare fin nelle profondità del sottosuolo per procurarsi materiali sempre più raffinati: nessuna attività ha richiesto tanta energia e fatica come quella dell'estrazione di materie prime. “Siamo partiti circa due milioni e mezzo di anni fa quando i nostri antenati hanno cominciato a raccogliere le pietre che gli servivano come strumenti da taglio e da percussione”: da allora non ci siamo più fermati.

I grandi imperi poggiano essenzialmente sulle loro materie prime, e sempre queste hanno permesso cambiamenti epocali nella storia della nostra civiltà. Dall'Impero romano all'Eldorado spagnolo, dall'Impero britannico del carbone e della rivoluzione industriale fino al recente Impero petrolifero e del nucleare americano, tutta la nostra storia ed il nostro destino sono intrecciati e connessi con quelli delle risorse che utilizziamo, e le guerre sono essenzialmente per e tra le materie prime.

“A Waterloo, nel 1816, il carbone inglese si scontrava contro quello francese. La vittoria andava a quello inglese, che era il piú abbondante. […] Nel 1914, il carbone inglese si scontrava con quello tedesco nella prima guerra mondiale. Era uno scontro quasi ad armi pari, ma il carbone inglese, pur in declino, era sempre piú abbondante di quello tedesco; che ne ebbe la peggio.”

Adesso ci troviamo davanti un bivio. Abbiamo estratto come mai nelle ere precedenti, abbiamo letteralmente prosciugato il pianeta senza preoccuparci del futuro, estinto intere specie, mutato drasticamente l'ambiente e l'equilibrio del nostro ecosistema e siamo sommersi dai nostri rifiuti. Riusciremo ad affrontare le sfide di un imminente futuro in cui i combustibili finiranno?

La rivoluzione industriale sarà stata solo una parentesi nella storia dell'umanità e quindi ritorneremo ad un nuovo medioevo o riusciremo ad orientare la nostra società verso un rapporto più sostenibile con il pianeta in tempi relativamente ragionevoli? Dovremo continuare a seguire il profitto esasperato o cominciare ad orientarci verso modelli economici alternativi e fonti di energia eco-sostenibili prima che i fossili si esauriscano o che il cambiamento climatico ci distrugga?

Secondo Ugo Bardi, “sulla risposta a queste domande si gioca la sopravvivenza di noi stessi e dei nostri figli, nonché dell’intera civiltà umana”.