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Articolo di Vito Mancuso apparso su Panorama del 16.2.2006.  In Italia i libri di Bonhoeffer sono pubblicati dalla Queriniana, sotto la guida del direttore, Rosino Gibellini. L’edizione critica prevede 10 volumi, di cui 8 sono già usciti. Il più recente s’intitola Leggere Bonhoeffer di Eberhard Bethge


Dio non cerca il potere
di Vito Mancuso

 

Esiste il rischio che, cercando il potere, la religione perda se stessa? La preziosa testimonianza del celebre teologo luterano Dietrich Bonhoeffer. È il teologo contemporaneo più letto. Ma anche problematico per la Chiesa e scomodo per i teocon

Il 4 febbraio era il centenario dalla nascita. Visse solo 39 anni perché fu impiccato nel lager di Flossenbürg il 9 aprile 1945 dietro ordine personale di Hitler. Teologo luterano, si era legato al complotto dell’ammiraglio Wilhelm Canaris per uccidere il Führer. Per lui avere fede significava anche lottare per la giustizia. Nei due anni di prigionia scrisse ai genitori, alla fidanzata e a un amico teologo, soldato in Italia. Quando questi nel 1951 ne pubblicò le lettere, col titolo Resistenza e resa, il nome di Dietrich Bonhoeffer fece il giro del mondo. Da allora è il teologo contemporaneo universalmente più letto, su di lui sono stati scritti romanzi e girati film. In occasione del centenario, dal 9 all’11 febbraio si tiene a Torino e a Vercelli un convegno di alto profilo internazionale (www.lett.unipmn.it/Bonhoeffer/ ) organizzato dall’Università del Piemonte orientale.

La novità della sua teologia consiste in un radicale ripensamento del rapporto Dio-mondo. Egli combatte la tipica tendenza religiosa di utilizzare i problemi irrisolti del mondo per offrire Dio come soluzione. Dio non è “il tappabuchi delle nostre conoscenze incomplete” e gli attacchi religiosi contro il mondo sono “privi di senso, di scadente qualità, non cristiani”. Chi ha a cuore veramente Dio non può contrapporsi al mondo. Al contrario, l’amore di Dio deve spingere all’amore del mondo. Il cristiano deve finire di pensarsi separato dalla vita del mondo, perché il Cristianesimo è pienezza della vita in tutte le dimensioni. Per Bonhoeffer tra religione e mondo il cristiano non deve esitare: deve scegliere il mondo. E meno il mondo ha bisogno dei conforti religiosi, meglio è. Il cristiano deve mirare alla giustizia e al bene del mondo, che va pensato come dotato di perfetta autonomia per quanto concerne sia la scienza sia la morale. L’immortale lezione spirituale di Bonhoeffer consiste nella riconduzione della religione alla giustizia e all’onestà intellettuale.

Tale teologia, ben lungi dall’essere recepita, oggi è contestata. Vista l’attualità e la rilevanza geopolitica della religione, a qualcuno sembra persino superata. Già da qualche anno si parla di “rivincita di Dio”, altro che “fine della religione”.

I politici se ne sono accorti presto. Alcuni non credenti tra loro fanno il contrario dell’invito di Bonhoeffer a fondare valori stabili “anche se Dio non ci fosse”: guardano al mondo “come se Dio ci fosse”. Pur non credendo in Dio, utilizzano il Cristianesimo in chiave sociopolitica. Dicono che l’Occidente ne ha bisogno. Non è una novità: il potere ha sempre utilizzato le religioni, Bonhoeffer vide Adolf Hitler corteggiare le Chiese tedesche, inizialmente con molto successo. Anche oggi i corteggiatori politici riscuotono successo presso le gerarchie della Chiesa, le quali manifestano di gradire questi “atei devoti” che intendono far giocare alla religione un ruolo sempre più rilevante nella società e nella gestione del potere.

Qual è la strada giusta? Quella di Bonhoeffer che insiste sulla dimensione privata della fede (e che nella prassi non fa differenze tra credenti e non, basta lottare per la giustizia) oppure quella di chi privilegia la dimensione pubblica della religione? Di un brano biblico Bonhoeffer diceva: “Non mi esce più dalla testa”. È il capitolo 45 di Geremia. In esso Dio dice: “Vai cercando grandi cose per te? Non le cercare! A te darò la tua anima come bottino”. Bonhoeffer aveva capito che cercare il potere talora conduce alla perdita dell’anima. Esiste il rischio che, cercando di ottenere “grandi cose” dai potenti, la Chiesa italiana perda l’unica cosa che conta e per la quale Bonhoeffer diede la vita?

 

 

Per saperne di più:

 

http://www.queriniana.it/file.asp?id=GDT0317

 

http://www.claudiana.it/pdf/88-7016-551-saggio.pdf

 

http://www.giornaledellalibreria.it/Default.aspx?tabid=4870

 

http://www.dbonhoeffer.org/

 

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