Voci e Volti della Nonviolenza Numero 378 del 29 settembre 2009
Graziano Zoni Intervista L'abbe' Pierre Su Dom Helder Camara
(1999)

[Dal mensile "Jesus", n. 10, ottobre 1999, col titolo "Dom Helder Camara. I
ricordi dell'Abbe' Pierre: Il Curato d'Ars del XX secolo" e il sommario
"L'Abbe' Pierre, fondatore delle comunita' "Emmaus", e dom Camara: due
personaggi emblematici del nostro tempo, due voci coraggiose nella difesa
dei diritti dei poveri, legati da un'amicizia cementata da comuni ideali e
dall'impegno costante per i piu' deboli. Ecco la testimonianza dell'Abbe'
Pierre sui suoi rapporti con il vescovo brasiliano, raccolta da Graziano
Zoni, presidente di "Emmaus" Italia"]


- Graziano Zoni: Padre, puo' raccontarci qualche ricordo di dom Helder?
- Abbe' Pierre: Conobbi dom Helder nel 1963, quando era ancora ausiliare di
Rio de Janeiro. Mi invito' perche' voleva vedere se si poteva dare vita a
una comunita' "Emmaus" anche nella sua citta' (in seguito, effettivamente,
la comunita' fu aperta... in condizioni difficili, terribili...). Il primo
incontro avvenne la mattina dopo il mio arrivo a Rio. Salii al Corcovado per
celebrare la messa, molto presto. Piu' tardi avevo appuntamento con dom
Helder, appunto. Inizio la messa: quando mi volto (era prima della riforma
liturgica) per il Dominus vobiscum, trovo dom Helder inginocchiato, che mi
fa da chierichetto... Parlammo a lungo. E la prima sensazione che ebbi, fu
quella di incontrare un nuovo Curato d'Ars del XX secolo, con una
straordinaria capacita' di comunicare.
*
- Graziano Zoni: Ricorda qualche confidenza particolare nel corso di quel
primo incontro?
- Abbe' Pierre: Si'. Una, davvero particolare. Quando fu consacrato vescovo
ausiliare di Rio de Janeiro, dom Helder apri' il "palazzo" a tutti,
naturalmente anche ai mendicanti, ai vecchi, ai disoccupati, alle ragazze
madri... Il cardinale di Rio (si chiamava Camara anche lui) lo chiamo' e gli
disse che non era "bello" vedere tutta quella confusione e lo sporco che
questi poveracci portavano. Doveva evitarlo! Dom Helder, dopo un attimo di
riflessione, si sfilo' l'anello episcopale dalla mano e disse al suo
vescovo: "Eminenza, pochi giorni fa, durante la mia consacrazione
episcopale, mi disse, pronunciando la formula del rito: 'Ecco, ti offro il
tesoro piu' caro della Chiesa di Cristo: i poveri'. Visto che oggi mi vieta
questo tesoro, si riprenda anche l'anello". Qualche giorno dopo, dom Helder
ricevette una lettera dal cardinale. Aprendola, non senza emozione e paura,
vi trovo' una sorpresa. Il cardinale gli restituiva l'anello episcopale e lo
informava che avrebbe cercato di accelerare la fine della costruzione del
nuovo episcopio, e che pertanto lasciava a dom Helder tutto il palazzo,
cosi' sarebbe stato libero di fare cio' che voleva... Anche i piu'
conservatori - a volte - sanno essere intelligenti!
*
- Graziano Zoni: Padre, durante il Concilio, non avete avuto contatti a
proposito della "Chiesa dei poveri"?
- Abbe' Pierre: Dom Helder e io preferivamo parlare di "Chiesa povera",
piuttosto che di "Chiesa dei poveri"... In proposito, mi ricordo che,
proprio durante il Concilio, ci trovammo un giorno a pranzo insieme: dom
Helder, il vescovo di Betlemme, un altro vescovo, forse quello di Algeri, e
io. A un certo punto dom Helder ci disse: "Fratelli, devo farvi una
confidenza. Durante la guerra, mentre le armate si avvicinavano a Roma,
diverse volte, nelle mie preghiere, mi sorpresi a chiedere al Signore che
non perdesse l'occasione..., cioe' che orientasse qualche bomba su qualche
palazzo vaticano che mi crea forte imbarazzo... Poi, finita la guerra, capii
che lo Spirito Santo - che e' piu' intelligente di me, evidentemente - ha
permesso che certi palazzi rimanessero in piedi... Sarebbe servito a poco
che qualche bomba li avesse distrutti. La gente ricca li avrebbe ricostruiti
subito e forse peggio di prima! Lo Spirito Santo quindi non mi ha ascoltato,
pero' ha mandato in quei palazzi e nel mondo un'altra "bomba", per la
conversione dei nostri cuori: papa Giovanni XXIII....
*
- Graziano Zoni: E qual e' il ricordo dell'ultimo incontro?
- Abbe' Pierre: Fu nell'agosto del 1996, in occasione dei suoi 65 anni di
sacerdozio. Mi invito', anche perche' voleva approfittare dell'occasione per
inaugurare la comunita' "Emmaus" di Recife, per la quale si privo' del suo
diretto collaboratore, Luis Tenderini, un italiano da quarant'anni in
Brasile, responsabile della Commissione Iustitia et pax quando lui era
vescovo di Recife, e che ha sofferto anche la prigione e la tortura per la
sua scelta di vita e di condivisione con i poveri. Rimasi con dom Helder per
una settimana. Era gia' molto debole e stanco, ma ha voluto partecipare a
tutte le manifestazioni in programma per i due avvenimenti. Mi
impressionarono le folle enormi che attorniavano dom Helder in ogni
occasione. Si capiva che gli volevano veramente bene. I poveri capiscono e
ricordano, quando si sta con loro, sempre.
*
Postilla
Molte opere di dom Camara sono state tradotte in italiano. Ne citiamo
alcune: Fame e sete di pace con giustizia (Massimo, 1974), La violenza dei
pacifici (Massimo, 1977), Il deserto e' fecondo (Cittadella, 1982),
Interrogativi per vivere (Cittadella, 1985), La Madonna sul mio cammino e
Parole ai giovani (Queriniana, 1985), Il Vangelo con dom Helder (Cittadella,
1988), Mille ragioni per vivere (Cittadella, 1991).



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