Aldo Capitini Ricorda Emma Thomas


Il presente scritto di Aldo Capitini e' tratto dall'opuscolo "A Emma
Thomas", edito dal Centro di orientamento religioso di Perugia, s. d. ma
1960, pagg. 5-9 (nota di Luisa Schippa)

Emma Thomas nacque a Lewisham, nel Kent (Inghilterra), l'8 febbraio 1872,
prima di sette fratelli e sorelle. Suo padre era calzolaio e la madre
lavorava spesso nella bottega; di conseguenza Emma doveva svolgere i lavori
di casa. Studio' a Londra al collegio Stockwell e fu la prima donna a
diplomarsi in scienze sociali nella famosa scuola inglese di economia, dove
ebbe come insegnanti Hobhouse, Haddon e Westermarck. Ricevette una borsa di studio per la Francia e dopo un anno torno' a Londra, con un posto di
regolare insegnante. Dopo trent'anni di lavoro si ritiro' in pensione nel
1921. Non si mise a riposo, ma con i suoi risparmi apri' una propria scuola
a Gland in Svizzera (International Fellowship School), dove pote' mettere in
pratica le sue teorie di un modo piu' libero, piu' organico e cooperativo di
educare. Essa vi era chiamata "moto" (madre in sanscrito). Vi erano ragazzi
di varie nazioni; Romain Rolland fu un amico di questa scuola, Gandhi tra i
visitatori piu' illustri, Pierre Ceresole e Truda Weil tra gli insegnanti.
Dopo quindici anni la scuola di Gland fu chiusa ed Emma Thomas torno' a
Londra. Durante la guerra fu nei corpi di assistenza nelle incursioni aeree
e poi prese in consegna quindici fanciulli evacuati in un luogo di rifugio
nella campagna inglese. Insegno' la lingua inglese a prigionieri italiani ed
alla fine della guerra si ostino' per ottenere il permesso di venire in
Italia e lavorare per avvicinare i due popoli. Collaboro' a Roma con il
pedagogista Washburne e propagava l'Unione per le nazioni unite. Resto' in
Italia, insegnando in varie scuole, tra cui quella anglo-americana,
organizzando riunioni di quaccheri ed assistendo i poveri.
Si trovava spesso a convegni organizzati da me e da miei amici a Roma dal
1947 in poi su problemi di riforma religiosa e di nonviolenza. Una volta,
sapendo che avevo organizzato a Perugia dal 1944 i Centri di orientamento
sociale per la periodica discussione, aperta a tutti, dei problemi
amministrativi locali, sociali e politici generali (una cosa nuova in
Italia, diversa dal fascismo autoritario), mi espose la sua intenzione di
stabilirsi a Perugia per aiutarmi a costituire un Centro di orientamento
religioso per periodiche ed aperte discussioni su problemi di vita religiosa
e di nonviolenza. Venne a Perugia ed acquisto' l'ultimo piano di una casa in
costruzione in via dei Filosofi 33. Dal 1952 si sono svolte in questo centro
conversazioni settimanali secondo un programma trimestrale e convegni
Oriente-occidente; si e' costituita la Societa' vegetariana italiana ed e'
stato tenuto un seminario gandhiano. Fino a quando e' entrata all'ospedale,
ella e' stata la costante preparatrice delle riunioni nel pomeriggio
domenicale, spesso parlando lei stessa con contributi efficacissimi. Al
lavoro del centro di Perugia per l'orientamento religioso e del centro di
coordinamento internazionale per la nonviolenza, ai collegamenti con spiriti
religiosi e nonviolenti di ogni parte del mondo, Emma Thomas dava un'opera
assidua di segretaria, di traduttrice, di ispiratrice. A questo lavoro univa
quello di insegnante di inglese, lavoro a lei carissimo, e di frequente
assistenza ai bisognosi. Era stimata ed amata da tutti quanti la conoscevano
nella via dei Filosofi e nella citta'.
Da due anni le sue forze erano diminuite. Nel gennaio 1959 era entrata
all'ospedale per curare una grave polmonite; il prof. Benda, che era gia'
suo scolaro d'inglese, la guari', ma ella rimase all'ospedale perche'
debole. Dopo un po' torno' a casa, ma non era piu' come prima. Quest'anno
era tornata all'ospedale in febbraio, per debolezza dei polmoni e del cuore
e per disturbi alla circolazione. I medici hanno sempre detto che aveva una
grande capacita' di resistere e di riprendere le forze. La sua testa era
sempre limpida. Fece un'operazione ad un occhio per cateratta.
Negli ultimi mesi, stando all'ospedale, era sempre piu' debole. I medici e
le donne infermiere le hanno dato il massimo della loro attenzione. Da
qualche mese aveva ceduto al comitato del C. O. R. la proprieta'
dell'appartamento, perche' desiderava che il centro continuasse la sua vita,
anche se ella era malata o morta.
Da lunedi 18 luglio era gravissima, sempre nel letto, alternando momenti di
assopimenti ed incoscienza a momento di lucidita'. Nella sua camera aveva
come compagna la signora Anna Ascani, che le e' stata come una sorella
giorno e notte. Negli ultimi giorni ha avuto periodi in cui parlava non
chiaramente ora in italiano, ora in inglese. Nel penultimo giorno di vita ha
chiamato molto l'amica Lilian. Non ha sofferto. Ormai il suo corpo era
consumato.
Il trasporto funebre e' avvenuto lunedi' 25, alle ore 18, senza cerimonia
cattolica: sulla cassa e' stato messo il nome e la croce. Un manifesto ed un
comunicato nei giornali ha annunciato alla cittadinanza la morte di Emma
Thomas. In un punto dell'accompagno funebre e' stato letto un discorso a
nome degli amici. Molti erano i fiori. Al cimitero e' stata collocata
provvisoriamente nella tomba di Giancarlo Sargenti, suo scolaro. Tra mesi la
salma passera' nella tomba di amici del C. O. R. [in quella stessa tomba,
accanto ad Emma Thomas, e' sepolto ora Aldo Capitini (nota di Luisa
Schippa)].
Emma Thomas amava le contrapposizioni: spazio e barriere, apertura ed
esclusione, vita e morte. Pensava che creare sistemi chiusi, porre barriere,
escogitare troppe definizioni, soffoca la vita, che e' una manifestazione
tra noi dello spirito divino. Il cristianesimo ha affermato l'autorita' del
papa e del libro sacro (mentre la Bibbia non e' che un periodo nello
sviluppo della religione): meglio fa la Societa' degli amici (o Quaccheri)
affermando l'immanenza dell'autorita' e della verita' e che percio' non ha
sacerdoti, riti, dogmi, perche' il divino seme e' in ogni uomo, donna,
bambino. Bisogna lasciar crescere questo seme: l'energia che va verso il
fuori e' creatrice, l'energia che va verso il dentro e' rovinosa, e' cancro.
Citava spesso la frase di Eddington: "Il miracolo della creazione non e'
compiuto una volta nel confuso passato, ma continuamente da una mente
consapevole".
Come i corpi sono individuali e nemmeno due fili d'erba sono identici, cosi'
e', anche piu', delle anime. Emma Thomas insisteva sempre sul valore
dell'individuo, della sua singolarita', differenza, disuguaglianza. E la
religione e' l'espressione dell'intimo rapporto dell'anima individuale, da
una parte con Dio, dall'altra con gli esseri: la vita dell'Unotutti. Ognuno
di noi ha un contributo unico ed indispensabile da dare al regno di Dio
sulla Terra e nessun altro lo puo' dare al suo posto.
L'evoluzione avviene attraverso un variare infinito. La vita opera sempre
verso armonie piu' larghe, verso cooperazioni. Cosi' e' nell'organismo
fisico, cosi' nella societa'. E la lotta contro quella certa inerzia che
deve esser fatta dalla vita nell'individuo e nella societa' e' piuttosto uno
stimolo alla crescita che un ostacolo. "Non vi e' assoluto, non perfezione
neppure nello stesso Dio, poiche' cio' significherebbe la negazione della
vita, la cui essenza e' l'infinito cambiamento. La vita non puo'
arrestarsi".
L'amore e' la pienezza e sovrabbondanza della vita, che spinge a dare, a
servire, a dimenticare la propria vita in quella degli altri, fino al
proprio sacrificio. Emma Thomas amava la nota preghiera di san Francesco: "O
Signore, fa' di me uno strumento della tua pace... fa' che io non cerchi
tanto di essere amato, quanto di amare". Non accettava che ci fossero
tormenti eterni, l'inferno. L'universo ha certamente una finalita'; noi non
possiamo vivere senza ideali.
Nei suoi scritti e nelle conversazioni mi risultava come Emma Thomas avesse
assimilato termini da me usati, come "presenza, centro, Uno-Tutti, valore,
ascoltare e parlare, sempre piu', apertura", alle sue idee chiarissime, ben
possedute dalla mente e congiunte strettamente con la pratica. Ho incontrato
in lei una persona che viveva e creava spontaneamente caratteri dello
spirito gandhiano come l'apertura, la nonviolenza, la lealta', la
festevolezza, la razionalita', la costanza; ella era veramente, come Gandhi
diceva di se', un'"idealista pratica".
Tra le persone che ho incontrato, in mezzo a tanti che ripetono
conformisticamente le idee ricevute dalla tradizioni come facevano i pagani,
o le rifiutano e non cercano altro, Emma Thomas era una di quelle che
possedeva idee sicure e liberamente formate e tuttavia desiderava
quotidianamente di rivederle, correggerle o approfondirle: ella attuava
l'idea del C. O. R.


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