Alcuni Criteri della Lotta Gandhiana
di Johan Galtung


Tratto da La Nonviolenza e’ in Cammino

Dal libro di Johan Galtung, Gandhi oggi, Edizioni Gruppo Abele, Torino
1987, riproponiamo ancora una volta questa scheda su "Le regole del
comportamento conflittuale secondo Gandhi" (li' alle pp. 120-121, e
commentata dettagliatamente - e criticamente - nelle pagine successive).
Segnaliamo una volta di piu' che quella che segue e' semplicemente una
interpretazione, certamente qualificata, di un aspetto della riflessione
gandhiana, ma che essa non e' esaustiva e soprattutto che altre
interpretazioni sono possibili e sono state date da altrettanto qualificati
studiosi a partire da punti di vista diversi e con formulazioni anche
sensibilmente diverse da quelle di cui fa uso Galtung qui.
Del resto lo stesso Galtung, immediatamente dopo aver proposto questo schema, scrive (p.122 dell'edizione citata): "Tutto questo non va inteso, naturalmente, in maniera rigidamente definitoria. Molto lavoro sarebbe necessario per approfondire le implicazioni di un tale sistema di norme. Possiamo sempre imparare moltissime cose da Gandhi, non pero' se lo accettiamo senza spirito critico. C'e' la famosa affermazione in cui Gandhi dice di non essere egli stesso un vero gandhiano, e, in molti altri scritti, egli sottolinea di essere ancora in crescita e afferma che continuera' a crescere anche dopo la morte, cercando la Verita' e l'Amore". Quanto al modo sommario e precettistico con cui ha sintetizzato queste "regole del comportamento conflittuale secondo Gandhi", Galtung aggiunge (p. 122, di seguito): "Una parola sul metodo che e' stato usato. Senza dubbio e' frammentario: riduce a pezzi Gandhi, cercando di presentarlo come un catalogo, come un insieme di direttive. Ma a questa obiezione puo' essere ribattuto che egli stesso lo ha fatto molto spesso; amava realmente emettere regole e direttive. La questione e' piuttosto fino a che limite questa interpretazione sia corretta, e il lettore trovera' che le formulazioni – necessariamente concise, poiche' sono formulazioni di norme, non brevi trattati – non riflettono la ricchezza delle espressioni di Gandhi. Esse sono quindi da considerarsi solamente delle approssimazioni e del resto sarebbe piu' opportuno cercare di cogliere lo spirito delle indicazioni gandhiane che non esigere l'esattezza della formulazione linguistica". "D'altra parte -
conclude Galtung -, potrebbe essere vantaggioso per le persone in
conflitto - cio' significa per tutti noi in qualsiasi momento, anche se non
necessariamente ne siamo coscienti - verificare il proprio comportamento,
sia interiore che esteriore, in base a queste norme".

Johan Galtung, nato in Norvegia nel 1930, fondatore e primo direttore
dell'Istituto di ricerca per la pace di Oslo, docente, consulente dell'Onu,
e' a livello mondiale il piu' noto studioso di peace research e una delle
piu' autorevoli figure della nonviolenza.
Una bibliografia completa degli scritti di Galtung e' nel sito della rete "Transcend", il network per la pace da lui diretto, cui rinviamo: www.transcend.org



1. I fini e il conflitto
Regola 1.1. Nei conflitti agisci
- Agisci subito
- Agisci qui
- Agisci per il tuo gruppo
- Agisci per identificazione
- Agisci per convinzione
Regola 1.2. Delimita bene il conflitto
- Definisci i tuoi fini chiaramente
- Cerca di capire i fini del tuo avversario
- Metti in evidenza i fini comuni e compatibili
- Descrivi i fatti rilevanti del conflitto in modo obiettivo
Regola 1.3. Adotta un approccio positivo al conflitto
- Dai al conflitto un'accentuazione positiva
- Considera il conflitto come occasione per incontrare l'avversario
- Considera il conflitto come occasione per trasformare la societa'
- Considera il conflitto come occasione per trasformare te stesso
*
2. La lotta conflittuale
Regola 2.1. Agisci in modo nonviolento nei conflitti
- Non offendere o ferire con azioni
- Non offendere o ferire con parole
- Non offendere o ferire con pensieri
- Non danneggiare le proprieta' dell'avversario
- Preferisci la violenza alla codardia
- Fai del bene anche a chi fa il male
Regola 2.2. Agisci in maniera conforme al fine
- Includi sempre un elemento costruttivo
- Usa forme di lotta che ne rivelino il fine
- Agisci apertamente, non segretamente
- Dirigi la lotta verso l'obiettivo corretto
Regola 2.3. Non collaborare con il male
- Non collaborare con una struttura malvagia
- Non collaborare con un ruolo sociale ingiusto
- Non collaborare con un'azione malvagia
- Non collaborare con quelli che collaborano con il male
Regola 2.4. Sii disposto a sacrificarti
- Non fuggire davanti alle punizioni
- Sii disposto a morire se necessario
Regola 2.5. Non polarizzare il conflitto
- Distingui tra antagonismo e antagonista
- Distingui tra persona e ruolo sociale
- mantieni il contatto
- Immedesimati nella posizione del tuo avversario
- Sii flessibile nel delimitare le parti in causa e le loro posizioni
Regola 2.6. Non provocare escalation nel conflitto
- Rimani il piu' leale possibile
- Non provocare e non lasciarti provocare
- Non umiliare e non farti umiliare
- Non ampliare i termini del conflitto
- Usa le forme di condotta piu' miti possibili durante il conflitto
*
3. La risoluzione del conflitto
Regola 3.1. Risolvi i conflitti
- Non continuare la lotta conflittuale per sempre
- Cerca sempre di negoziare con l'avversario
- Cerca di ottenere trasformazioni sociali positive
- Cerca di trasformare gli esseri umani ((te stesso; l'avversario)
Regola 3.2. Insisti sulle cose essenziali, non su quelle marginali
- Non barattare le cose essenziali
- Sii disposto ai compromessi per le cose non essenziali
Regola 3.3. Considerati fallibile
- Ricordati che puoi essere nel torto
- Ammetti apertamente i tuoi errori
- La coerenza nel tempo non e' molto importante
Regola 3.4. Sii generoso nei confronti dell'avversario
- Non sfruttare la debolezza dell'avversario
- Non giudicare l'avversario piu' severamente di te stesso
- Abbi fiducia nel tuo avversario
Regola 3.5. Conversione, non coercizione
- Cerca sempre soluzioni che siano accettabili (per te stesso; per
l'avversario)
- Non forzare mai l'avversario
- Converti l'avversario in un sostenitore della causa.

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