Il Parere di Due Studiosi sui Corpi Europei Civili di Pace
di Alberto L’Abate,
Campagna per una Soluzione Nonviolenta in Kossovo

(dall’intervista a Berishaj, della Fondazione Soros)
Infine si affronta il problema dei Corpi Civili Europei di Pace. B. Ha conosciuto Alex Langer quando questi era venuto a Pristina....... B. vede questa idea come molto valida e positiva. E dice che da parte albanese non può trovare che un appoggio perchè va verso la direzione molte volte richiesta dai dirigenti albanesi di “protezione internazionale”. Ha invece dei dubbi sul fatto che il Governo Serbo accetti una proposta del genere. Ma trova che l’idea di farlo contemporaneamente nella Slavonia Orientale e nel Kossovo, anche se la situazione di queste due zone è diversa, può facilitare l’accettazione del progetto. Ma una condizione che B. pone perchè questo eventuale corpo fossa svolgere un ruolo positivo nel Kossovo è quello che sia realmente imparziale, e non prenda il ruolo di difesa del Governo come, in effetti, stanno facendo gli americani e l’ONU nella Macedonia. Ma B. pensa che forse la Comunità Europea da sola non sia in grado di portare avanti una iniziativa di questo tipo, e di imporla. E che probabilmente si deve seguire la stessa strada del Centro di Informazione Americano nel Kossovo. Per l’apertura di questo Centro non è stata richiesta nessuna autorizzazione al Governo Serbo. Gli Americani hanno solo detto che lo vogliono aprire e sembra che ci stiano lavorando anche se nessuno sa se e quando sarà in funzione. Ma naturalmente questo richiede che la Comunità Europea abbia la volontà politica di agire e di portare avanti un progetto del genere. Ma alla richiesta di una sua opinione su cosa questo corpo dovrebbe fare e di quanto dovrebbe essere grande B. preferisce non rispondere, rimandando il problema agli organizzatori ed anche alla sperimentazione sul campo. Dice B.: “Come per ogni altra cosa non possiamo sapere niente prima di provare. So comunque che sarà appoggiato da tutti quelli che sono per la Pace; anche dai Serbi. Anche loro ne hanno abbastanza della guerra”. Ma dice che un progetto del genere deve essere portato avanti insieme all’apertura del dialogo tra serbi ed albanesi. In un quadro del genere anche il Governo Serbo forse lo accetterebbe..... B. dice ad Alberto che secondo lui sarebbe importante chiedere l’appoggio al progetto dei Corpi Europei Civili di Pace anche ai circoli pacifisti di Belgrado. Alberto dice di averne già parlato sia con i responsabili del Circolo di Belgrado, sia al Centro Antiguerra che alle Donne in Nero, e che tutti loro sono molto d’accordo con l’idea. Ma che pensano che un progetto del genere difficilmente verrebbe accettato dal Governo Serbo, se la Comunità Internazionale non ha la voglia e la forza di imporglielo. Se la Comunità Europea accetta la situazione attuale e non vuole ingerirsi nella sovranità della Nuova Yugoslavia un progetto del genere non può diventare operativo. B. dice che Milosevic prende solo quello che gli conviene e niente altro. Fa solo quello che gli serve. E che senza gli USA qui non si può fare nulla. L’interprete aggiunge che per mettere mano ad un progetto del genere bisogna togliere un poco della sovranità assoluta della Serbia.

(dalla seconda intervista a Vasilievjic)
Il nostro interlocutore ritiene con nel Kossovo sarebbe molto utile e valido un Corpo di osservatori non armati, che tenga sotto controllo tutto il territorio, e che siano specializzati sul rispetto dei diritti umani. Questo corpo , che dovrebbe essere di circa 1000 persone, dovrebbe tenere sotto controllo il rispetto dei diritti umani nelle scuole, negli ospedali, ed in tutti i luoghi pubblici. Alla domanda se ritiene che il Governo Serbo accetterebbe la presenza in loco di un corpo del genere, V. risponde che lo accetterebbe se la Comunità Internazionale lo richiedesse e glielo imponesse. In caso contrario è certo che il governo serbo lo rifiuterebbe del tutto, dato che considera il Kossovo come un problema interno suo.

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