Una Relazione di Pat Patfoort


Dal sito www.worldsocialagenda.org riprendiamo la relazione di Pat Patfoort
all'incontro su "Risoluzione dei conflitti e partecipazione democratica: il
ruolo della diplomazia popolare e delle azioni nonviolente" svoltosi il 4
maggio 2002 nell'ambito di "Civitas" a Padova. Per esigenze grafiche abbiamo
abolito le tavole, per cui rinviamo al sito da cui abbiamo ripreso il testo

Numerosi conflitti di natura violenta e guerre nel mondo hanno luogo in
situazioni in cui si scontrano due o piu' gruppi composti da etnie e culture
diverse. Ma anche sul piano individuale le persone discutono costantemente
e litigano quando si trovano ad esprimere diversi punti di vista, interessi,
abitudini, valori o emozioni. Cio' accade nella famiglia, sul posto di
lavoro, nelle riunioni, nei rapporti di vicinato, per la strada. Sembra di
solito difficile trovare il modo di gestire le differenze con altri, senza
che cio' crei stress, rabbia, violenza, inquietudine e dolore.
Ci sono diversi modi per affrontare le differenze tra persone. Possiamo
generalmente distinguere tra una via violenta e distruttiva ed una
costruttiva e nonviolenta.
La maggior parte delle persone non conosce l'esistenza di questa distinzione
ne' tantomeno sa concretizzare la via costruttiva e nonviolenta. Troppo
spesso la gente si interessa di nonviolenza proprio quando e' gia' nel bel
mezzo di una crisi, che sia sul piano personale o su quello sociale. Quando
si e' in crisi e' ancora possibile imparare a rendere concreta la
"trasformazione del conflitto", ma e' ovviamente una strada ben piu'
difficile da attuare.
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Affrontare le differenze: la via distruttiva
La situazione di partenza, sia in una situazione distruttiva sia in una
costruttiva, e' caratterizzata da (almeno) due diverse posizioni, che
rappresentano diverse caratteristiche, comportamenti o punti di vista di due
individui o di due gruppi di persone. Di per se', questa situazione non
rappresenta un problema.
Queste due diverse posizioni procedono secondo uno schema basato su un
modello Maggiore-Minore o modello M-m: ciascuna delle parti cerca di
difendere le sue proprie caratteristiche o comportamenti come migliore
dell'altra o delle altre. Ciascuno si sforza di essere nel giusto, di
dominare e di porsi nella posizione M, ponendo nel contempo l'altra persona
o gruppo nella posizione m.
Le conseguenze di questo atteggiamento sfociano in tre meccanismi di
violenza:
- violenza contro la persona che per prima si e' posta nella posizione
Maggiore, o escalation di violenza;
- violenza contro una terza posizione, o catena di violenza;
violenza contro se' stessi, o, introiezione della violenza/aggressione.
Il modello M-m e' alla base della violenza. E' la radice della violenza
(vedi figura 1 [qui omessa - ndr]).
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L'aggressivita' e' insita nella natura umana?
Comportarsi secondo il modello M-m e' cosi' frequente, sembra cosi' normale,
che spesso si ha l'impressione che sia l'unica via possibile. La maggioranza
delle persone ritiene addirittura che cio' sia insito negli impulsi naturali
della natura umana, nell'istinto dell'uomo. Ora, cio' che e' insito nella
natura dell'uomo e' senza dubbio alla base del passaggio da una situazione
iniziale di diversita' di posizione, al modello M-m. E' l'istinto di
conservazione, o di sopravvivenza, che ci spinge ad uscire dalla posizione
m. Il bisogno di protezione e di autodifesa sono senza dubbio connaturati
all'essere umano, ma non necessariamente seguendo il modello M-m. Questa e'
solo una delle possibili strade per difendersi. E' la via che a prima vista
sembra la piu' facile e probabilmente quella che e' stata insegnata nella
maggior parte delle societa', fin dall'infanzia, che poi continua a crescere
e a svilupparsi in tutti i modi possibili.
Un altro metodo per gestire la situazione di partenza di due diverse
posizioni, e' il modello dell'Equivalenza o modello E (vedi figura 2 [qui
omessa - ndr]). Questo modello e' alla base della nonviolenza: anch'esso
risponde all'istinto di autoconservazione proprio dell'essere umano. Il
modello dell'Equivalenza, che e' la nonviolenza, ci permette inoltre di
uscire dalla posizione m, per difendere e proteggere noi stessi, ma non a
spese degli altri, ne' contro qualcuno, ne' attaccando, come accade nel
modello M-m.
Pertanto cio' che e' connaturato all'essere umano e' l'istinto di
conservazione, non l'aggressivita'.
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Il metodo costruttivo per gestire le differenze e i conflitti
Discuteremo ora di situazioni in cui al punto di partenza ci sono due
diversi punti di vista, in cui due parti sono in disaccordo. Quando usiamo
il modello Maggiore-minore, chiamiamo questa situazione "conflitto".
Per imparare ad usare il modello dell'Equivalenza, dobbiamo studiare gli
strumenti che esso offre e confrontarli con quelli messi a disposizione dal
modello violento.
Nel metodo M-m si usano argomentazioni che noi avanziamo per cercare di
avere ragione, di vincere. Tre importanti argomentazioni sono:
1. le argomentazioni positive: si presentano aspetti positivi del proprio
punto di vista, per raggiungere la posizione M;
2. le argomentazioni negative: si evidenziano gli aspetti negativi del punto
di vista dell'altro, per sospingerlo nella posizione m;
3. le argomentazioni distruttive: si citano aspetti negativi dell'altro, per
spingerlo ancora piu' in basso nella posizione di inferiorita'. Tra questi
stratagemmi ci sono il razzismo, l'eta', il sessismo. L'aspetto diverso
dell'altro (il colore della pelle, la gioventu' o l'anzianita') viene citato
come negativo e usato per svalutare l'altro punto di vista che di solito non
c'entra nulla con le argomentazioni usate.
Usare tali argomentazioni e' superficiale. Esse stimolano una crescita del
conflitto, "soffiano sul fuoco", per intenderci. Entrambe le parti usano
qualsiasi mezzo a loro disposizione per rendere il proprio punto di vista
piu' forte, sminuire l'altro e prevaricarlo. Usando questo metodo, non
facciamo altro che ingigantire il conflitto ed esacerbarlo.
Il modello in Equivalenza invece lavora con i fondamenti, non con
argomentazioni. Come la parola suggerisce, sono i fattori che sottostanno
alle ragioni di entrambi i punti di vista: le motivazioni, i bisogni, gli
interessi, gli obiettivi, i valori che ciascuno possiede. Queste ragioni si
comprendono per mezzo di domande che chiedono "Perche'". "Perche' ho questo
punto di vista?", "Perche' l'altra/o ha il suo?". Esplorando le ragioni per
mezzo del metodo in equivalenza, si ha l'opportunita' di comprendere il
conflitto in profondita', piuttosto che rimanere imbrigliati nel metodo M-m
che lo analizza solo in superficie. Spesso le ragioni sono inespresse,
potremmo non esserne consapevoli, in ogni caso, esse sono presenti e
individuarle e' essenziale.
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Risolvere un conflitto
Il modello Maggiore-minore o quello dell'Equivalenza ci portano a gestire il
disaccordo, e il conflitto che ne scaturisce, in maniera completamente
diversa.
Nel modello M-m esistono solo due possibilita': o sono io ad avere ragione
oppure l'altro. Ci troviamo in un sistema bidimensionale e ogni soluzione
proposta o raggiunta conduce alla stessa reazione: "hai visto? Avevo ragione
io!", oppure "chi ha vinto alla fine?". Spesso pero' tale modello non porta
a nessuna conclusione. Ogni volta ci difendiamo attaccando, mentre l'altra
persona e' spinta a difendersi, di nuovo attaccando e provocando, e cosi'
via.
Il modello dell'Equivalenza, invece, ci offre innumerevoli soluzioni che
nascono da un modo di pensare che trascende la restrizione bidimensionale.
Tali soluzioni sorgono dal comprendere le ragioni di fondo di entrambe le
parti coinvolte nel conflitto.
Mentre nel modello M-m cio' che e' fondamentale e' trovare una soluzione,
nel modello di equivalenza e' piu' importante capire il processo attraverso
il quale e' possibile trovare una soluzione. Chi e' coinvolto nel conflitto
entra in un processo che rivela le ragioni di entrambi, riconoscendole e
rispettandole tanto quanto le proprie, e procedendo poi per gradi verso la
soluzione (vedi figura 3 [qui omessa - ndr]) (1).
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Verso una gestione del conflitto nonviolenta: un caso personale, una base
per un altro tipo di societa'
Due vicini di casa hanno dei problemi a causa degli animali: Sidi tiene
degli animali in giardino, ma Tom non li vuole.
Sidi pensa e riferisce al suo vicino, o ad altri:
1. "Non c'e' nulla di piu' bello che avere degli animali", "Si riceve piu'
amore dagli animali che da un uomo", "E' importante che i bambini imparino a
vivere con gli animali", "Se confronti i suoi bambini con i nostri, puoi
vedere il buon effetto che gli animali hanno avuto sui nostri", "Per
divenire un essere umano completo bisogna avere degli animali attorno", "E'
cosi' gratificante produrre il tuo latte e le tue uova" (argomentazioni
positive).
2. "Una vita senza animali attorno non e' vita", "Se non esistessero gli
animali, lui non avrebbe nulla da mangiare", "Ci sarebbe un silenzio
orribile senza animali, sarebbe un cimitero qui" (argomentazioni negative).
3. "Lui e' disumano", "E' sempre cosi' strano", "E' senza emozioni", "E'
cosi' egoista, pensa solo a se stesso", "Non sopporta il minimo disturbo
intorno a lui: guarda come si comporta con i suoi figli, poveretti"
(argomentazioni distruttive).
D'altro canto, Tom pensa e riferisce al suo vicino, o ad altri:
1. "E' cosi' bello avere un po' di pace in casa", "Almeno puoi ascoltare la
tua musica", "Senza animali, e' molto piu' facile tenere tutto pulito"
(argomentazioni positive).
2. "Quegli animali sono cosi' sporchi. Puzzano orribilmente", "Portano
malattie, sono pericolosi", "Fanno tanto rumore: disturbano tutto il
vicinato", "Gli animali non sono fatti per stare vicino alle case, devono
vivere lontano, e di certo non in questo quartiere" (argomentazioni
negative).
3. "Non gliene importa niente se noi non riusciamo a dormire. Pensa solo a
se stesso", "Dice di amare gli animali, ma guarda come li tratta: li
picchia, li prende a calci", "Non sa trattare gli animali", "Li usa per
liberarsi delle sue frustrazioni", "Lui stesso e' cosi' sporco, mi chiedo se
si faccia mai un bagno o una doccia" (argomentazioni distruttive).
Sidi e Tom non solo si mettono reciprocamente in una situazione di
inferiorita' con le parole, ma anche con mezzi non verbali (occhiatacce,
gesti, comportamenti, sorrisi). Progressivamente si fanno sempre piu'
dispetti per mettere l'altro in una posizione minore. L'escalation si fa
sempre piu' violenta: e' una guerra fra vicini.
Se volessero trasformare il conflitto da un modello M-m ad uno di
Equivalenza, Sidi e Tom non dovrebbero piu' pensare e parlare per
argomentazioni, ma per i fondamenti delle loro ragioni.
Come potrebbero essere tali ragioni (2)?
Sidi: voglio avere degli animali. Ragioni:
1. Ho sempre vissuto con animali;
2. Senza animali attorno, mi sentirei perso;
3. Amo dare ai miei figli il nostro latte;
4. Ho bisogno di qualche entrata in piu';
5. Sto bene quando ci sono animali attorno a me;
6. Mi piace dare letame ai contadini;
7. Amo vedere i miei figli giocare con gli animali;
8. E' cosi' gratificante poter regalare un animale nelle cerimonie di
famiglia;
9. Mi sento cosi' apprezzato in quelle circostanze;
10. Ho paura che la comunita' mi rifiuti se non ho animali;
11. Sarebbe terribile per me se i miei figli non fossero piu' abituati a
vivere con gli animali;
12. Sono stato educato nell'idea che chi non ha animali e' inferiore.
Tom: non voglio che tu abbia animali. Ragioni:
1. Ho paura che distruggano le mie piante;
2. Non sono abituato a vivere con animali;
3. Mi sento bene con tanto verde attorno a me;
4. I versi degli animali mi disturbano;
5. Gli odori degli animali mi disturbano;
6. Mi da' fastidio quando un animale distrugge una pianta;
7. Ho paura che facciano del male ai miei figli;
8. Ho paura che i miei figli si abituino a vivere con animali;
9. Sono cresciuto con un senso di paura per chi possiede animali.
Potete ben vedere come questi due modi di pensare e parlare siano totalmente
diversi: si ha un passaggio da un criticismo negativo e un giudizio
dell'altra persona e dei suoi punti di vista, verso l'apertura, la
comprensione e l'accettazione dell'altro. La relazione diviene completamente
diversa.
Cosa possono fare Sidi e Tom per giungere a una tale trasformazione? Innanzi
tutto devono essere consapevoli delle conseguenze di un pensiero e di un
comportamento basato sul modello M-m e imparare come si puo' mettere in
pratica il modello dell'Equivalenza.
Come saranno le soluzioni a questo conflitto?
Nel modello dell'Equivalenza ci sono di solito molte possibili soluzioni.
Una soluzione inoltre non e' a se stante, ma parte di un tutto che aiuta a
soddisfare tutte le ragioni di ogni parte coinvolta. In questo caso la
soluzione, ossia i vari passi che portano ad una soluzione, potrebbe essere:
1. Gli animali verranno posti all'interno di un recinto, sul lato opposto
alla casa di Sidi;
2. Tom aiutera' Sidi a costruire il recinto;
3. Se il recinto si rompe o una pianta di Tom viene distrutta, l'altro lo
fara' presente e magari i due ripareranno assieme il recinto;
4. Ciascuno esprime apprezzamento per quello che l'altro sta facendo, e per
come lo sta facendo;
5. Comunicando in un modo diverso, impareranno progressivamente a conoscersi
meglio, ad osservarsi diversamente, e si sentiranno meglio con i loro
vicini.
In tutto il mondo ci sono numerosi conflitti, spesso armati, tra popolazioni
di allevatori e pastori da un lato, e di contadini dall'altro. Si trovano in
posizioni M-m l'uno verso l'altro, ragione per cui si ha l'escalation di
violenza.
In queste situazioni ritroviamo ragioni simili a quelle di Tom e Sidi.
Se persone come Tom e Sidi lavorassero per trasformare il conflitto da una
gestione di tipo M-m ad una di Equivalenza, cio' sarebbe alla base della
trasformazione della societa' in cui vivono. Piu' noi tutti lavoriamo per
trasformare i nostri conflitti da un sistema Maggiore-minore ad uno
dell'Equivalenza, piu' trasformeremo le nostre societa' e il mondo da un
sistema negativo di pregiudizio ad uno di tolleranza e rispetto, dalla
violenza e dalla guerra verso l'armonia e la pace.
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Note
1. Per approfondire cfr. Pat Patfoort, Uprooting Violence. Building
Nonviolence, Freeport, Maine, Cobblesmith Pub., 1995; Pat Patfoort, I want,
you don't want. Nonviolence education, Freeport, Maine, Cobblesmith Pub.,
2001 (trad. it., Io voglio, tu non vuoi, Edizioni Gruppo Abele).
2. E' necessario osservare alcune precise istruzioni per formulare delle
ragioni.