Omaggio a Fernanda Pivano

(ami)2009-08-19 10:26:08
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E' scomparsa la profonda conoscitrice della cultura Usa del Novecento

E' scomparsa all'età di 92 anni Fernanda Pivano, scrittrice e giornalista che ha diffuso in Italia i maggiori capolavori della letteratura americana, dall'"Antologia di Spoon river" di Edgar Lee Masters ai classici della beat generation, fino ad Ernest Hemingway, Ginsberg, Keruac. I funerali si svolgeranno a Genova venerdì prossimo.

È morta ieri sera (martedì 18) Fernanda Pivano, in una clinica privata di Milano, dove da tempo era ricoverata. La Pivano aveva da poco compiuto 92 anni compiuti il 18 luglio scorso e oltre un mese fa aveva consegnato all'editore Bompiani la seconda parte della sua autobiografia. I funerali si svolgeranno venerdì prossimo, a Genova, dove era nata il 18 luglio 1917.

"Con molto dolore per i morti e per la tragedia devo dichiararmi perdente e sconfitta perchè ho lavorato 70 anni scrivendo esclusivamente in onore e in amore della non violenza e vedo il pianeta cosparso di sangue": così l'epigrafe che campeggia oggi sul sito della scrittrice, datata 11 settembre del 2001.

Fernanda Pivano è stata giornalista, scrittrice, traduttrice e critica musicale. Protagonista e testimone dei fermenti letterari del Novecento, amica, ambasciatrice e complice di autori leggendari, a lei si deve la pubblicazione e la diffusione in Italia degli autori della cosiddetta Beat Generation. Figlia di un miliardario illuminato, Riccardo Pivano, che aveva una banca, e della bellissima Mary Smallwood, Fernanda Pivano è nata a Genova il 18 luglio del 1917. Il nonno era il fondatore della Berlitz School. Dopo le elementari alla scuola svizzera e l'infanzia genovese nella casa sul mare, a 9 anni la Pivano si è trasferita a Torino

Una laurea in Lettere nel 1941, con una tesi in letteratura americana sul capolavoro di Herman Melville, Moby Dick (premiata dal Centro di Studi Americani di Roma) è l'inizio di un'attività di ricerca, traduzione, diffusione della cultura letteraria angloamericana del XXI secolo. Nel 1943 pubblica per Einaudi la sua prima traduzione, parziale, della Spoon River Anthology di Edgar Lee Masters, lavoro che segna l'inizio della carriera letteraria sotto la guida di Cesare Pavese, già suo professore al liceo di Torino. Nello stesso anno si laurea in filosofia con Nicola Abbagnano, di cui sarà assistente per diversi anni.

Nel 1948 conosce Ernest Hemingway con il quale instaura un intenso rapporto professionale e di amicizia. L'anno successivo la Mondadori pubblica la sua traduzione di "Addio alle armi". Negli anni seguenti curerà la traduzione dell'intera opera di Hemingway, intensificando l'amicizia con lo scrittore americano, del quale sarà più volte ospite in Italia, a Cuba e negli Usa.

Dal 1949 al '54 cura per la Mondadori la traduzione dei principali libri di Francis Scott Fitzgerald: "Tenera è la notte" (dapprima pubblicata da Einaudi), "Il grande Gatsby", "Di qua dal paradiso" e "Belli e dannati". Nel 1956 compie il primo viaggio negli Stati Uniti, che sarà seguito da numerosi altri in America e in vari Paesi (India, Nuova Guinea, Mari del Sud, diversi Paesi orientali e africani).

Nel 1959 appare la sua prefazione a "Sulla strada" di Jack Kerouac, per la Mondadori. Nel 1964 scrive l'introduzione a Poesie degli ultimi americani Feltrinelli e nello stesso anno si dedica alla traduzione e cura di "Jukebox all'idrogeno" di Allen Ginsberg - Mondadori. Nel 1972 cura l'introduzione alla prima raccolta di testi e traduzioni italiane di Bob Dylan "Blues ballate e canzoni". Nel 1985 pubblica la biografia di Hemingway. Nel 2002 pubblica uno scritto su Fabrizio De Andrè all'interno del volume "De Andrè il corsaro" assieme a Michele Serra e a Cesare G. Romana. Nel 2005 è la volta di "I miei amici cantautori", raccolta di saggi e interviste sui poeti della canzone d'autore e del rock, e "Pagine Americane", raccolta di scritti su narrativa e poesia dal 1943 al 2005.

Quando parlava di Ginsberg e Kerouac, li chiamava "i miei beat"; quando ricordava Hemingway e Pavese, li definiva "i miei maestri" e per lei avevano in comune "una integrità professionale e morale assoluta"; quando accennava ai tanti autori che aveva conosciuto diceva: "i miei eroi". Oltre a Masters, Hemingway, Faulkner, Fitzgerald, Fernanda Pivano è stata l'ambasciatrice in Italia della cultura nordamericana progressiva, che interrogava sé stessa. Ha diffuso il pensiero degli esponenti del movimento nero, come Wright; dei protagonisti del dissenso non violento degli anni '60 (Ginsberg, Kerouac, Burroghs, Ferlinghetti, Corso); fino agli autori "minimalisti", (Carver, Leavitt, McInerney, Ellis)

"Mi hanno attaccata per non aver mai valutato i libri, ma io mi sono limitata ad amarli, non a valutarli: questo lavoro lo lascio ai professori". Da quest'osservazione partecipante sono nati saggi come: "America rossa e nera" (1964); "L'altra America negli anni Sessanta" (1971); "Beat Hippie Yippie" (1977); "C'era una volta un beat" (1976); "Il mito americano" (1980). Suoi scritti sono raccolti anche in "La balena bianca e altri miti" (1961); "Mostri degli anni Venti" (1976).


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