La Nostra Contrarieta' alla Guerra
di Anna Maffei

Tratto da La Nonviolenza e’ in Cammino

[Da varie persone amiche riceviamo e volentieri diffondiamo questo intervento di Anna Maffei. Anna Maffei (per contatti: anna maffei@ucebi.it), presidente dell'Unione Cristiana Evangelica Battista d'Italia (in sigla: Ucebi), prestigiosa teologa e saggista, appartiene alla tradizione nonviolenta espressa dal pastore battista e martire per la pace e la dignita' umana Martin Luther King]


La nostra contrarieta' alla guerra si fonda sulla parola di Dio, che ci intima di non uccidere. Assieme alle coscienze piu' avvertite ribadiamo che la guerra non e' uno strumento eticamente e politicamente accettabile per la risoluzione dei
conflitti. Questo dichiariamo oggi ancora una volta anche alla luce delle notizie documentate dal servizio di Rainews24 diffuso a partire dall'8 novembre 2005. Tale servizio riferisce dell'uso spregiudicato e disumano di armi chimiche (fosforo bianco e MK77, sostanza dagli stessi effetti devastanti del napalm) nella guerra in Iraq e particolarmente nel corso dell'attacco americano contro Fallujah del novembre del 2004. La smentita d'ufficio giunta dalle autorita' americane all'indomani della diffusione del servizio non convince e comunque e' legittimo attendersi spiegazioni dettagliate e credibili. Fino a quel momento denunciamo l'uso distorto che nei paesi occidentali si e' fatto dei mezzi di informazione, i quali, asserviti evidentemente alle autorita' militari, hanno a lungo taciuto di fronte agli scempi perpetrati sui corpi di civili disarmati. Affermiamo che la democrazia si fonda sulla corretta informazione e sulla libera partecipazione dei cittadini alla gestione della cosa pubblica. Non ci appare ne' difensore, ne' propagatore di democrazia chi giustifica le proprie guerre con la menzogna, chi nasconde la verita', chi usa armi devastanti contro la popolazione civile e nega ai prigionieri l'esercizio dei propri diritti, violando convenzioni internazionali. Per questo preghiamo che Dio sia accanto alle vittime, piu' di quanto riusciamo ad esserlo noi; preghiamo affinche' i popoli pretendano dai loro governanti il rispetto delle regole democratiche, delle leggi internazionali, dei diritti delle persone e dell'ambiente. Facendo eco alla voce degli antichi profeti, gridiamo perche' vi sia un serio ravvedimento da parte di chi ha il ruolo di guidare i governi; auspichiamo anche che il ravvedimento investa tutti, dal piu' grande al piu' piccolo, perche' davanti a noi si aprano giorni di solidarieta' e non di corsa al dominio, perche' si arrestino gli incombenti disastri ai quali non possiamo sfuggire senza un reale cambiamento di rotta. I cristiani hanno su tutto questo l'obbligo morale e spirituale di vigilare.

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