Ottavio Raimondo Presenta "Dalla Violenza Alla Pienezza"

Tratto da La Nonviolenza e’ in Cammino

[Ringraziamo padre Ottavio Raimondo, direttore della Emi – Editrice Missionaria Italiana (per contatti: via di Corticella 181, 40128 Bologna, tel. 051326027, fax 051327552, e-mail: sermis@emi.it, sito: www.emi.it) per questo intervento. Ottavio Raimondo, missionario comboniano, e' direttore della Emi, Editrice Missionaria Italiana, che ha pubblicato innumerevoli utilissimi libri]

Il potere trasformante della nonviolenza attiva
"Dalla violenza alla pienezza" e' un percorso di studio in dieci tappe e un programma d'azione che esplora la nonviolenza in quanto processo creativo, potente ed efficace per affrontare e risolvere i conflitti nelle nostre vite e nella vita del mondo. Basandosi sulle esperienze di Gesu', Gandhi, Martin Luther King, Shelley Douglass e molti altri, questo programma offre alle chiese, alle comunita' o ai gruppi un insieme di risorse per approfondire il percorso dalla paura alla liberta', dalla disperazione alla speranza, dalla violenza alla pienezza.
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Affrontare la violenza
Che ci piaccia o no, la maggior parte di noi e' iscritta a qualche scuola di
violenza. Le lezioni non si limitano a un orario particolare, a un momento speciale della giornata. Nessuno ci chiede se le vogliamo frequentare. Non sono richieste pagelle, ne' una buona media di voti. La violenza si insegna ovunque, e' una scuola aperta a tutti. I nostri maestri sono i media, con il loro flusso di immagini e messaggi violenti, e i valori della nostra societa': il consumismo, l'individualismo cinico, il senso di superiorita'. A volte riceviamo lezioni extra in famiglia o nell'ambiente di lavoro. Partecipiamo a speciali seminari di studio quando il nostro paese entra in guerra o quando la violenza dilaga nelle strade. Consapevolmente o no, siamo continuamente istruiti nella logica e nella pratica della violenza psicologica, verbale, fisica o strutturale. Che cosa impariamo a questa scuola? Prima di tutto ci insegnano che il mondo e' un posto pericoloso e che gli esseri umani sono violenti per natura. Questo e' vero in particolare per i nostri nemici, che sono i piu' violenti, al di la' di ogni possibilita' di redenzione o cambiamento. Messi di fronte a questi crudi fatti, impariamo la seconda lezione: il solo modo di affrontare la violenza e' adattarvisi, fuggirla o usare violenza a nostra volta. La televisione, la famiglia, la politica del governo ci insegnano questi metodi, che poi mettiamo in pratica nella vita reale. Di fronte ad ogni conflitto ricorriamo a questi tre "copioni" scendendo a patti con la violenza, fuggendola, o tirando un pugno fisico o verbale. La grande illusione della violenza e' che risolvera' i nostri problemi una volta per tutte. Purtroppo, spesso i conflitti non finiscono quando si usa la violenza; generalmente continuano a covare sotto la cenere o ad aumentare. L'ultima e definitiva lezione della scuola della violenza e' che la violenza si nutre di se stessa e non puo' finire; c'e' sempre un resto di risentimento e d'ingiustizia. Qual e' la risposta della nostra societa' a questa spirale di violenza? Piu' violenza. Da questo punto di vista, essere umani significa diventare cronicamente sospettosi nei confronti di un mondo popolato di reali o potenziali nemici, nel quale la rabbia repressa e il male sono sempre in fermento. Il mondo puo' essere pericoloso, e certamente affrontiamo conflitti per tutta la vita. Ma siamo davvero condannati a un ciclo senza fine di ritorsione e sopraffazione? Le risposte tradizionali alla violenza spesso peggiorano le situazioni perche' non affrontano le cause profonde e perdono di vista l'interezza delle parti in conflitto. Quelle risposte sono fondamentalmente inaffidabili e inefficaci. E ci impediscono di vedere che cos'e' realmente la violenza: un comportamento emotivo, verbale o fisico che domina, sminuisce o distrugge noi stessi e gli altri. La violenza oltrepassa i confini senza chiedere permesso. La violenza sconvolge le relazioni autentiche. La violenza ci separa dagli altri. Cancella la persona e profana l'immagine di Dio. E' un processo di sottomissione economica, di genere, razziale, sociale o culturale. Per diventare veramente umani e adorare fedelmente il Dio-Amore bisogna superare questa violenza, trasformando gli schemi distruttivi in un sacro viaggio dalla paura alla liberta', dalla disperazione alla speranza, dalla violenza alla pienezza.
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L'alternativa nonviolenta
Gesu', Gandhi, Dorothy Day, Martin Luther King e molti altri hanno affermato con le loro vite un'alternativa al sistema della violenza. Hanno predicato e praticato la nonviolenza attiva come metodo per risolvere i conflitti in maniera veramente umana ed efficace, per diventare realmente umani e per essere fedeli al Dio nonviolento. Alla radice della violenza in noi stessi, negli altri, nella cultura, ci sono le nostre ferite. La nonviolenza attiva le guarda in faccia. Cio' significa individuare e, gradualmente, trasformare i nostri "copioni" personali e sociali che ci legano al guinzaglio della violenza. Ma la nonviolenza attiva scende ancora piu' in profondita': ci mette in contatto con la sacralita' che si nasconde al di sotto delle nostre ferite. Questa sacralita' e' la presenza di Dio che desidera la nostra pienezza. Li' vive il nostro vero io, li' riceviamo in dono la vera ricchezza, la nostra autenticita', la capacita' di compassione. E' questo il centro spirituale dove diveniamo piu' coscienti, ritroviamo l'equilibrio e recuperiamo la nostra umanita'.
Guardando in faccia le nostre ferite e riconoscendo la nostra sacralita', la nonviolenza attiva ci prepara ad affrontare i conflitti nella nostra vita e nella vita del mondo, in modo da saper vedere le ferite e la sacralita' di coloro contro i quali lottiamo. Cosi' diventiamo capaci di:
- uscire dai nostri abituali copioni e lasciare che il nostro vero io sia pienamente presente;
- interrompere creativamente il circolo violento della ritorsione;
- riconoscere e proteggere l'umanita' dei nostri avversari come la nostra;
- individuare e lottare in modo nonviolento per raggiungere un accordo che rispetti entrambe le parti.
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Dalla violenza alla pienezza: un manuale di nonviolenza attiva "Dalla violenza alla pienezza" e' un percorso di studio in dieci tappe e un programma d'azione che esplora la spiritualita' e la pratica della nonviolenza attiva. Realizzato dal Centro francescano per la nonviolenza "Pace e bene", questo programma offre un approfondimento teologico della nonviolenza e un insieme di tecniche utilizzabili nella vita di tutti i giorni. Chiese locali, assistenti religiosi di universita' americane, congregazioni cattoliche maschili e femminili, e i gruppi di Pax Christi degli Stati Uniti hanno utilizzato questo percorso.
Attraverso esposizioni di casi, riflessioni per piccoli gruppi, brani biblici, letture, e la stesura di un diario della nonviolenza, i/le partecipanti imparano a usare la nonviolenza attiva nella loro vita.
Il percorso mette in evidenza che:
- la nonviolenza e' un atto di fede nel Dio di amore e giustizia;
- gli esseri umani sono chiamati ad amare e ad essere amati;
- la realta' e' relazione: siamo chiamati a trasformare tutto cio' che divide gli esseri umani da se stessi, dagli altri e dalla Terra;
- la nonviolenza attiva e' una maniera efficace di interrompere la spirale ritorsiva della violenza e di creare alternative per un mondo piu' umano.
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La struttura del percorso dalla violenza alla pienezza
Ci sono molti modi per iniziare il cammino spirituale della trasformazione nonviolenta. Il programma "Dalla violenza alla pienezza" - dieci incontri di due ore ciascuno - viene offerto come quadro di riferimento per esplorare la spiritualita' e la pratica della nonviolenza attiva. Ciascun incontro generalmente include:
- una preghiera o meditazione d'apertura (sono forniti esempi - voi potete formulare una vostra preghiera o meditazione);
- riflessioni su questioni o esperienze personali che hanno suscitato la nostra attenzione dopo l'incontro precedente;
- riflessioni per piccoli gruppi sulle nostre esperienze di vita;
- discussione dell'argomento dell'incontro e relative letture;
- un gioco di ruolo;
- riflessione sulla lettura principale (che si trova sempre alla fine dell'incontro);
- condivisione di brani dai "diari della nonviolenza" dei/delle partecipanti. Tenere un diario della nonviolenza e' un buon metodo per riflettere sui temi, sui ricordi e sulle domande che emergono durante il percorso. Si tratta di diari riservati, ma se le persone si sentono a loro agio nel gruppo le si puo' incoraggiare a condividerne dei brani.
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Note per il facilitatore/la facilitatrice
- Questo manuale fornisce al facilitatore/alla facilitatrice un programma consigliato per ciascun incontro di due ore. Ogni "capitolo" si apre con uno schema che presenta gli argomenti da trattare durante la riunione. Questa "scaletta" suggerisce i tempi per sviluppare ciascun punto; ma spesso gli argomenti suscitano molte discussioni e in tal caso vi invitiamo a modificare lo schema. In generale abbiamo fornito piu' materiali di quanti possano essere utilizzati in due ore. Cio' vi permette di scegliere tra varie possibilita' per realizzare gli schemi degli incontri. Inoltre, alla fine di quasi tutti i "capitoli" trovate dei materiali integrativi; potete usarne alcuni al posto dello schema standard o utilizzarli in incontri futuri se il gruppo desidera proseguire il percorso anche oltre la decima tappa.
- Ciascun incontro include commenti, preghiere, esposizioni di casi e istruzioni per i/le partecipanti. Sentitevi liberi/e di utilizzarli nella forma in cui sono stampati o di riformularli con parole vostre;
- Il facilitatore/la facilitatrice deve leggere e ripassare i materiali prima dell'incontro;
- Chiedete ai/alle partecipanti di prepararsi all'incontro successivo leggendo tutti i relativi materiali: lo schema della sessione, i materiali supplementari, le letture;
- In molti incontri vi serviranno cartelloni e pennarelli per scrivere le idee che emergono dalle discussioni del gruppo;
- Questo libro e' concepito per permettere di condividere la facilitazione degli incontri. Se lo ritenete opportuno, incoraggiate i/le partecipanti a facilitare uno o piu' incontri;
- Vi invitiamo a utilizzare musica durante gli incontri;
- I/le partecipanti sono incoraggiati/e a guardare film e documentari sulla nonviolenza tra un incontro e l'altro;
- Il gruppo che ha realizzato questo manuale e' disponibile a rispondere a tutte le domande riguardo alla facilitazione del programma. Contattateci in piena liberta'
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Ringraziamenti
Nel 1993 Ken Butigan ha realizzato un progetto pilota per il percorso Dalla violenza alla pienezza, scrivendo il programma originale. Nel 1994, Patricia Bruno, Op, e' entrata a far parte del progetto. Insieme hanno elaborato la forma e i contenuti delle parti del presente volume. Sulla base di questo processo creativo e interattivo, Ken ha scritto il libro, mentre Patricia ha contribuito alla sua redazione e revisione. Lei ha scelto anche quattro letture. Inoltre, Patricia ha svolto un ruolo fondamentale nella creazione e promozione di questo libro, partecipando alla direzione del progetto per tre anni.
Questo programma si ispira direttamente al pensiero e all'opera dell'intera comunita' del Centro francescano per la nonviolenza "Pace e bene", che include Alain Richard, Ofm, Rosemary Linch, Osf, Louis Vitale, Ofm, Michele Fischer, Sc, Mary Litell, Osf, Peter Ediger, Julia Occhiogrosso e Mary Morton. Gran parte della struttura e dei contenuti del percorso e' emersa da una serie di ritiri di sette giorni che "Pace e bene" organizza dal 1992. Ringraziamo in particolare Cynthia Okayama Dopke e Christine Wilcox per aver battuto a macchina il manoscritto. Infine, desideriamo ringraziare le donne e gli uomini che in gran numero si sono impegnate/i in tante iniziative di nonviolenza attiva. E' il loro esempio di fede, di amore e di impegno appassionato a sostenere il nostro esperimento in corso sulla via per diventare piu' profondamente umani.

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