Dal Canone Jainista

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Caratteristica essenziale di ogni uomo saggio è non uccidere nessun essere vivente. Senza dubbio, si devono comprendere i due principi della non-violenza e dell'uguaglianza di tutti gli esseri viventi.
Tutti gli esseri viventi vogliono vivere e non vogliono morire; per questo le persone completamente prive di attaccamenti (nirgrantha) proibiscono l'uccisione degli esseri viventi.
In ogni caso, non si dovrebbero mai uccidere né consapevolmente né inconsapevolmente gli altri esseri viventi - mobili o immobili - di questo mondo, né si dovrebbe permettere ad altri di ucciderli.
Come il dolore non piace a te così non piace agli altri. Conoscendo questo principio di uguaglianza, tratta sempre gli altri con rispetto e compassione.
Uccidere un essere vivente è come uccidere se stessi; provare compassione per un essere vivente è come provarla per se stessi. Chi desidera il proprio bene, dovrebbe evitare di causare qualsiasi danno a un essere vivente.
L'essere vivente che vorresti uccidere è uguale a te stesso; l'essere vivente che vorresti sottomettere è uguale a te stesso.
Il Signore Jina ha detto che l'assenza di attaccamenti è ahimsa (non-violenza); invece la presenza degli attaccamente è himsa (violenza).
Anche la sola intenzione di uccidere causa la schiavitù del karma, sia che tu uccida sia che tu non uccida; dal punto di vista reale, questa è la natura della schiavitù del karma.
Sia la non-astinenza dalla violenza sia l'intenzione di commetterla sono himsa. Pertanto un comportamento non vigile dovuto alle passioni equivale ahimsa.
La persona saggia è quella che lotta sempre per sradicare i suoi karma e che non è attratta da himsa. Chi si sforza fermamente di rimanere non violento è, dal punto di vista reale, uno che non uccide.
Secondo le scritture, l'individuo è sia violento sia non violento. Quando è attento è non violento, quando è disattento è violento.
Non esiste una montagna più alta del monte Meru, non esiste niente di più vasto del cielo; analogamente, sappi che non esiste in questo mondo una religione più grande della religione dell' ahimsa.
O essere mortale, sii libero dalla paura e lascia che gli altri siano liberi dalla paura. Perché abbandonarsi a himsa in questo mondo di cose transitorie?
(Saman Suttam. Il canone del jainismo, 147-159, Mondadori, Milano 2001, pp.67-68).

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