“La mia vita e il mio pensiero”
di Albert Schweitzer



“E’ inconcepibile che i popoli civili tengano per se stessi la dovizia di mezzi che la scienza ha loro fornito contro la malattia, il dolore, la morte. Se fra noi vi è un pensiero etico, non possiamo che far beneficiare di tale dovizia coloro i quali in paesi remoti sono più di noi soggetti alle miserie fisiche. Oltre ai medici inviati dai governi, che riescono a compiere appena una frazione del lavoro necessario, devono andarne degli altri, incaricati dalla società umana in quanto tale. Chi fra noi conosce per esperienza personale il dolore e l’angoscia, deve contribuire ad assicurare agli afflitti di laggiù quell'aiuto che ha ricevuto in passato. Egli non appartiene più interamente a se stesso, è diventato fratello di tutti coloro che soffrono. Alla “Fratellanza dei segnati dal dolore” spetta l’opera umanitaria nelle colonie. Come suoi incaricati i medici devono compiere fra i derelitti dei paesi lontani ciò che deve essere compiuto in nome della vera civiltà. E’ sorretto dalla fiducia nella verità elementare racchiusa nel concetto della “Fratellanza dei segnati dal dolore” che ho osato fondare l’ospedale di Lambaréné”. 



da: A.Schweitzer “La mia vita e il mio pensiero” 
Ed. di Comunità 1965

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