Viterbo, 7 settembre 2007
Peppe Sini: Montalto, Vicenza, Viterbo


Ero a Pian dei Cangani (il sito designato per la costruzione della centrale
nucleare) nella campagna di Montalto di Castro nel giorno di quella "festa
della primavera" nel 1977 che fu il primo grande incontro del nascente
movimento antinucleare: il governo di allora nel Piano energetico nazionale
prevedeve di costruire decine di centrali nucleari lungo la penisola
assicurando che "il nucleare e' sicuro" (con tanto di patinatissime ricerche
tecniche pretesamente indiscutibili) e che "senza il nucleare si torna alla
candela" (con tanto di patinatissime dimostrazioni tecniche anch'esse
pretesamente indiscutibili); ne iniziarono solo una e non fu mai una
centrale nucleare funzionante: perche' subito li' inizio' la lotta in difesa
dell'unica Terra che abbiamo, del diritto alla salute, del diritto alla
sicurezza, del diritto delle generazioni future a un pianeta vivibile.
Ero ancora davanti ai cancelli del cantiere della centrale nucleare dieci
anni dopo, quando dopo la sciagura di Cernobyl indicemmo e vincemmo il
referendum: e in quella che fu l'ultima delle grandi manifestazioni per
ottenere il rispetto dell'esito del voto referendario ebbi la mia razione
dell'ultima insensata carica dei ragazzini in divisa che - certo sedotti dal
mio barbone all'epoca ancora non incanutito e mentre invano un vicequestore
gridava loro di star fermi che ero un pubblico amministratore - mi fecero a
brandelli la giacchetta mia bella e mi fecero altresi' omaggio di una
comparsa sui telegiornali della sera mentre venivo, diciamo cosi', travolto.
Ma il nucleare venne fermato, e la centrale - monumento all'idiozia che
prepara disastri, allo sperpero dei soldi pubblici, alla corruzione che
tutto devasta, alla criminalita' dei potentati - fu almeno riconvertita.
Davanti ai cancelli di Montalto lungo un decennio si saldarono tante
amicizie (un fossile come me, restio ad andare in qualunque posto non possa
raggiungere con una camminata, fu li' che conobbe persone che venivano da
ogni parte d'Italia; fu li', e con molti ci rincontrammo a Comiso, ma questa
e' un'altra storia) e si prese coscienza che si poteva sconfiggere il Moloch
che si pretendeva invincibile.
*
Ripenso sovente alla vicenda di Montalto quando c'e' da rimboccarsi le
maniche.
E penso che come bloccammo il Piano energetico nazionale che voleva farci
ingoiare decine di centrali nucleari sparse per l'Italia, cosi' oggi
dobbiamo e possiamo vincere a Vicenza - con la forza della nonviolenza -
contro la criminale follia della nuova base di guerra, della guerra che puo'
segnare la fine dell'umanita'.
*
Ed ugualmente penso che oggi possiamo e dobbiamo vincere a Viterbo - con la
forza della nonviolenza - contro l'aeroporto del turismo "mordi e fuggi" che
affaristi sciagurati e prominenti irresponsabili o corrotti intendono
realizzare nel cuore della zona termale devastando l'area del Bulicame che
e' il massimo bene ambientale, storico, culturale ed economico della citta'
(cosi' come Omero e' il primo e il principe dei poeti, teste Leopardi) e
rendendo invivibili col frastuono infernale degli aerei interi quartieri in
cui abitano decine di migliaia di persone, e aggredendo ambiente e salute
con l'inquinamento atmosferico ai voli connesso.
Possiamo e dobbiamo vincere contro l'incremento scellerato e dissennato del
trasporto aereo che contribuisce in misura enorme al surriscaldamento del
clima che e' la massima emergenza planetaria, la piu' grande minaccia per la
biosfera e per la civilta' umana - di cui troppi sembrano non rendersi
conto, quando ormai drammaticamente tutto e' evidente a chiunque non abbia
gli occhi occlusi dalle scaglie dell'ideologia degli onnicidi, dalla cecita'
imposta coi ferri arroventati della narcotica pubblicita' dei barbari al
potere.
*
Dinanzi all'inumano, dinanzi alla catastrofe, ancora e sempre e' l'ora della
resistenza.



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