Donne, Popoli Indigeni e Resistenza Nonviolenta
di Giulia Allegrini

[Da "Azione nonviolenta" di gennaio-febbraio 2005 (per contatti: e-mail:azionenonviolenta@sis.it,
sito: www.nonviolenti.org). Giulia Allegrini e' impegnata in esperienze di pace, per i diritti, per la nonviolenza]


Lo scorso novembre si e' tenuta a Rovereto la dodicesima edizione del corso internazionale organizzato annualmente dall'Universita' internazionale dei popoli per la pace (Unip). Articolato in sei seminari svoltisi nell'arco di tre settimane, quest'anno si e' rivolto ad esperti attivisti indigeni membri di organizzazioni e movimenti operanti in varie parti del mondo per la promozione dei diritti dei popoli indigeni. I temi trattati sono stati l'internazionalizzazione dei movimenti dei popoli indigeni, la protezione dei popoli e delle loro culture a livello internazionale, sviluppo sostenibile per i popoli indigeni, il diritto all'auto-determinazione in rapporto allo stato e al suo potere, tecniche e strategie di resistenza e lotta nonviolenta. La nonviolenza oltre ad essere stata contenuto di parte del corso e' stata anche il principio base attorno cui e' stato organizzato il corso stesso. Questo e' stato infatti concepito come momento collettivo di scambio aperto di idee, pratiche, esperienze, pensieri, tra relatori e partecipanti appartenenti a contesti culturali, sociali, politici ed anche religiosi e spirituali differenti. Un processo di ricerca maieutico. L'intento di fondo dell'Unip nel lanciare questa iniziativa e' stato quello di promuovere un percorso educativo orientato all'azione, in grado cioe' di sollecitare un "percorso operativo" e di favorire "l'acquisizione di nuove risorse di potere nonviolento quali la stima di se', il coraggio, le conoscenze, la capacita' di promuovere valori fondamentali condivisi, la creativita', la progettualita', la competenza e il networking". Tutto cio' si traduce anche in canale di partecipazione dal basso, "attraverso processi di empowerment che integrino un apprendimento critico di conoscenze, esperienze di vita e lavoro e azione in modo tale da favorire lo sviluppo integrale dell'individuo umano rafforzando quel senso di responsabilita', solidarieta', fiducia senza cui una societa' pacifica non puo' esistere". L'Unip si e' fatta anche quindi promotrice di una riflessione, di un dibattito sempre piu' urgente e purtroppo ancora molto lacunoso rispetto alle istanze relative alla questione indigena, e che spesso si concretizza piu' in un processo dall'alto, portato avanti a livelli istituzionali che non sono in grado di coinvolgere attivamente le comunita' indigene. La questione indigena inizia ad emergere ancora in tempi relativamente recenti, negli anni '80. E' infatti nel 1982 che nasce il Working Group on Indigenous Population (Wgip) presso le Nazioni Unite a Ginevra, con un doppio mandato: esaminare gli avvenimenti che a scala nazionale, regionale, mondiale sono in rapporto con i diritti umani e le liberta' fondamentali dei popoli indigeni; elaborare nuove norme internazionali sui diritti dei popoli indigeni. E' uno dei gruppi di lavoro della Sottocommissione per la prevenzione delle discriminazioni e la protezione delle minoranze. Vi possono partecipare osservatori dei governi, agenzie specializzate dell'Onu, le organizzazioni non governative (ong) e tutte le organizzazioni, popoli o comunita' indigene interessate. Annualmente il Gruppo prepara un documento e lo sottopone alla Sottocommissione che a sua volta propone raccomandazioni e conclusioni alla Commissione. A livello di Sottocommissione partecipano pero' oltre ai rappresentanti dei governi solo le ong con status consultivo, cioe' quelle che dopo un lungo iter burocratico hanno avuto il riconoscimento del diritto ad intervenire come consulenti speciali su alcuni temi. Questo vuol dire che c'e' una scarsa rappresentativita' delle organizzazioni indigene, cosa che ha fatto reclamare un maggior coinvolgimento a livelli superiori al Wgip. Si e' poi arrivati quindi alla creazione di un Foro Permanente con il mandato di "elevare la coscienza e promuovere l'integrazione e il coordinamento delle attivita' in rapporto con i temi indigeni all'interno del sistema delle Nazioni Unite". Al Foro partecipano solo degli esperti eletti in rappresentanza di gruppi indigeni divisi per grandi aree geografiche. Quindi manca un organo che permetta un'effettiva e diretta partecipazione delle piu' volte citate comunita' indigene. Allo stesso Wgip inoltre le ong possono presentare denuncie per violazione dei diritti umani, ma l'organo non e' abilitato a raccoglierle e ad investigare, ne' a fare raccomandazioni ai governi.
Nel 1985 il Wgip aveva elaborato un progetto di Dichiarazione dei diritti delle popolazioni indigene, nel 1993 l'Onu aveva proclamato l'Anno Internazionale per le popolazioni indigene e si era arrivati alla stesura della Dichiarazione, ma questa, a distanza di cosi' tanti anni, e a conclusione della Decade internazionale dei popoli indigeni proclamata' nel 1995, non ha ancora nessuna forza giuridica, in quanto approvata solo dalla Sottocommissione, ma non dagli organi superiori, ossia l'Ecosoc, la terza commissione dell'Assemblea generale e l'Assemblea generale in seduta plenaria. La Dichiarazione sarebbe uno strumento valido per i popoli indigeni per affermare la propria identita' e i propri diritti, e il rispetto dei propri valori e culture. In assenza di una piu' forte risposta a livelli istituzionali internazionali le popolazioni indigene continuano ad attivarsi e resistere e lo fanno soprattutto attraverso pratiche nonviolente. La possibilita' datami dall'Unip di partecipare per tre giorni ad un seminario del corso su "identita' e azione nonviolenta" tenuto da Chaiwat Satha-Anand, mi ha permesso di essere osservatrice del prezioso scambio di queste esperienze di lotte nonviolente e quindi poterlo in parte testimoniare attraverso interviste fatte al relatore e ad alcuni partecipanti. Dare infatti la voce ai soggetti, agli attori di queste pratiche, risponde ad uno se non al piu' importante obiettivo che "Azione nonviolenta" si propone di portare avanti.

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