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http://en.wikipedia.org/wiki/Wangari_Maathai


http://www.greenbeltmovement.org/


Wangari Muta Maathai (Ihithe, 1º aprile 1940 – Nairobi, 25 settembre 2011) è stata una ambientalista, attivista e biologa keniota.

Nel 2004 è diventata la prima donna africana ad aver ricevuto il Premio Nobel per la Pace per "il suo contributo alle cause dello sviluppo sostenibile, della democrazia e della pace". È membro del parlamento keniota ed è stata Assistente Ministro per l'Ambiente e le Risorse Naturali nel governo del presidente Mwai Kibaki, fra il gennaio 2003 e il novembre 2005. Appartiene all'etnia kikuyu.

Cenni biografici

Fu la prima donna centrafricana a laurearsi, nel 1966 presso l'Università di Pittsburgh (dove aveva potuto recarsi grazie al programma "Ponte aereo Kennedy", che forniva una borsa di studio ai migliori studenti africani), in biologia, lavorandoci poi fin dal 1966 presso la facoltà di Biologia, dipartimento di zoologia.

Nel 1976 si iscrisse nel Consiglio nazionale delle donne del Kenya, assumendone la presidenza nel 1981, fino al 1987, anno in cui abbandonò l'associazione.

Attivista e fondatrice del Green Belt Movement, intraprese negli anni novanta una forte campagna di sensibilizzazione verso i problemi della natura e del disboscamento in particolare. Infatti fondò nel 1977 il Green Belt Movement, un'associazione non-profit che ha piantato oltre 40 milioni di alberi in Kenya per combattere l'erosione.

Il 10 febbraio 2006 ha partecipato alla Cerimonia di apertura dei XX Giochi olimpici invernali di Torino 2006 portando, per la prima volta nella storia, insieme ad altre 7 celebri donne, la bandiera olimpica. Ha anche partecipato al congresso internazionale Foederatio Pueri Cantores come rappresentante del Kenya.

Malata di tumore da lungo tempo, è scomparsa nel settembre 2011 all'età di 71 anni.


Il premio Nobel per la pace 2004 è stato attribuito per la prima volta a una donna africana, la biologa kenyana Wangari Maathai.

La motivazione

"La pace nel mondo dipende dalla difesa dell'ambiente" ma anche per il suo operato nel campo dei diritti delle donne, perché il suo lavoro ha ispirato moltissimi altri attivisti, perché ha saputo conciliare la scienza e il lavoro democratico.


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